Molti conoscono l’Alchimia in quanto “scienza magica” capace di trasmutare il metallo in oro, ma metaforicamente essa rappresenta la capacità di trasformare le emozioni negative in positive.
L’Alchimia evoca poteri antichi, tramite l’utilizzo di pratiche misteriose al confine tra la scienza e la magia; è una scintilla che vive in ognuno di noi e che può risvegliare quel potere divino capace di trasformarci nel profondo. Così, la trasmutazione del metallo in oro, diventa il simbolo della trasmutazione dell’imperfezione dell’animo umano, nella perfezione della consapevolezza di sé.
Le origini dell’Alchimia
L’Alchimia ha origini antiche, che risalgono ai tempi di Cristo, oltre l’ellenismo e fino all’Egitto. Durante il Medioevo, l’Alchimia veniva coltivata soprattutto per l’allungamento della vita e proprio lì si trovano le origini della chimica moderna. Paracelso è sicuramente il rappresentate alchemico più rappresentativo, un medico svizzero vissuto alla fine del 1400, che divise il microcosmo dal macrocosmo. Egli riteneva che l’uomo è fatto a immagine e somiglianza dell’universo e ne riproduce, quindi, le caratteristiche. Paracelso associò quindi l’alchimia alla biologia umana, fondando così le basi della medicina.
Ma a contribuire alla sua evoluzione, non possiamo trascurare la figura di Rodolfo II di Asburgo, che nel Cinquecento fondò un’accademia alchemica a Praga. Ossessionato dal sapere e convinto di aver trovato il modo di dominare i misteri della Natura e le sue leggi, egli richiamò molti maghi, alchimisti e astrologi, tra cui John Dee, Giordano Bruno e Keplero.
La “Pietra Filosofale”
Se vogliamo iniziare a spiegare l’Alchimia, sicuramente si dovrebbe cominciare dal termine “Vitriol” (a volte vengono aggiunte le lettere VM alla fine), che compare in moltissimi scritti e simboli alchemici. Il suo acronimo è: “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem (Veram Medicinam)”, che significa: “Visita l’interno della Terra e rettificando (con successive purificazioni) troverai la pietra nascosta (che è la vera medicina)”. Si dice che la Pietra Filosofale era dotata di poteri straordinari, tra cui l’elisir di lunga vita, l’immortalità e la conoscenza di passato, presente e futuro.
L’Alchimista moderno è colui che, attraverso la conoscenza, trasforma la sua natura interiore per raggiungere la somiglianza alla perfezione del divino. Così, come primo passo, l’Alchimista deve scavare la Terra, dove la Terra rappresenta il suo corpo, se stesso. Ed entrare dentro di sé significa giungere alla conoscenza del proprio Io.
Vitriol rappresenta un procedimento per arrivare al completamento dell’Opus Magnum, che non può che partire dal minerale che si trova all’interno della Terra. È una sorta di invito a indagare la propria anima e il proprio spirito, perché tutto inizia dall’oscurità.
Le fasi della Conoscenza
Per raggiungere l’Opus Magnum, ovvero l’Opera Massima (la conoscenza di sé), bisogna passare attraverso tre fasi, il cui nome deriva dal colore che le sostanze prendevano dentro l’ampolla:
– Nigredo (vd. Il Vaso Alchemico)
– Albedo
– Rubedo
Fonte: http://sfumaturedimagia.com/alchimia-la-scienza-magica/