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Sanitari Sospesi continuano ad esercitare Attività non medica: la Naturopatia

Alcuni medici dopo la sospensione hanno continuato a tenere aperti i propri ambulatori convertendo la propria attività in una professione non sanitaria: la Naturopatia.

Una professione per la quale non serve la laurea in Medicina. Il naturopata infatti è un operatore non medico, non formula diagnosi e non rilascia ricette ma si limita a fornire consigli su come utilizzare al meglio i rimedi naturali ritenuti più idonei per il miglioramento del benessere psicofisico.

Il naturopata consiglia un corretto stile alimentare e igienico, esercizi e tecniche di rilassamento e di respirazione, integratori alimentari, fitoterapici (piante e composti vendibili esclusivamente in erboristeria), rimedi floreali (fiori di Bach), oli essenziali per uso esterno, oligoelementi, visualizzazioni curative, meditazioni e pratiche idroterapiche.

Applica tecniche manuali e manipolatorie, quali la riflessologia plantare, esegue tecniche di riflesso stimolazione drenante simili al linfodrenaggio, può effettuare trattamenti per il riequilibrio energetico quali il Qi Gong o Shiatsu e può insegnare tecniche di automassaggio e di auto trattamento.

Utilizza tecniche come la kinesiologia, l’iridologia, la fisiognomica, la posturologia e il colloquio per individuare la tipologia della persona, le sue tendenze e predisposizioni costituzionali e i suoi squilibri energetici.

Il naturopata può operare in diversi contesti quali: studi privati, centri termali, centri benessere, strutture assistenziali pubbliche e private, centri sociali e culturali, presso studi medici, palestre, scuole e centri estetici.

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: https://www.giornaledirimini.com/rimini-medici-sospesi-nas-a-caccia-di-chi-esercita-di-nascosto-spuntano-i-naturopati/

LA CIVILTà DELL'ORTO
La Coltivazione Elementare
di Gian Carlo Cappello

La Civiltà dell'Orto

La Coltivazione Elementare

di Gian Carlo Cappello

Cosa significa “non fare” in agricoltura? E come può un orto coltivato senza fatica rendere a tal punto da avere tutto il cibo di cui si ha bisogno?

Gian Carlo Cappello, agrotecnico con decenni di esperienza sulle spalle, ci spiega questa apparente contraddizione in un libro che è a metà tra un manuale agricolo e una riflessione sulla società di oggi.

Il libro racconta l'idea del progetto “Civiltà dell’Orto”, natoe per la sussistenza alimentare dei/delle partecipanti.

Ogni persona che contribuisce, sia con il lavoro sul campo sia con beni e/o servizi, può accedere al raccolto condiviso. Il Non-metodo di Coltivazione Elementare sviluppa il principio definito del «non fare».

Cosa non viene fatto:

  • nessuna lavorazione del terreno, neppure superficiale e neppure all'inizio della coltivazione;
  • nessun uso di fertilizzanti, antiparassitari, ammendanti e diserbanti (né chimici né organici né omeopatici) né E.M.;
  • nessuna rotazione colturale, consociazione varietale, compostaggio, sovescio, progettazione, calendarizzazione;
  • riduciamo al minimo l'apporto di acqua irrigua;
  • nessun intervento contro le cosiddette “malattie” né contro l'erba spontanea poiché considerate parte dei processi naturali di ripristino dell'equilibrio non comprensibili alla mente razionale;
  • non scegliamo dogmaticamente sementi antiche

Cosa viene fatto:

  • preserviamo il naturale equilibrio della terra e del contesto di coltivazione;
  • consideriamo la crescita delle coltivazioni come conseguenza dell’equilibrio della biosfera;
  • cerchiamo di rendere le piante coltivate quanto più «selvatiche» possibile;
  • promuoviamo il cambiamento e la crescita interiore, affiniamo l'intuito, il sentire, la saggezza innata e l'intrinseca capacità creativa di risoluzione dei problemi;
  • sosteniamo l'autosufficienza alimentare e il superamento dell'economia capitalista.
  • favoriamo l’inserimento di nuovi/e partecipanti che condividano questi principi.

Il cambiamento è possibile!

Perché leggere questo libro:

  • Per scoprire perché in agricoltura "non fare" è meglio di "fare".
  • Per sentire la voce di un esperto agrotecnico con oltre 30 anni di esperienza nel campo.
  • Perché non si tratta solo di un manuale di agricoltura, ma anche di un'inaspettata riflessione sulla società e sui comportamenti comunemente accettati, talvolta inspiegabili, dell'essere umano.

Le parole dell'autore

La Coltivazione Elementare è la realizzazione più avanzata della filosofia del «non fare», concepita ormai mezzo secolo fa dal contadino giapponese Masanobu Fukuoka. Essa rivisita con creatività ed estemporaneità nel contesto di per sé perfetto della Natura l'esperienza di una ruralità tramandata di generazione in generazione.

Se la tecnologia ci rende dipendenti dalla razionalità allontanandoci dalla nostra vera dimensione naturale, la Coltivazione Elementare ci può affrancare dai disastrosi tentativi dell'umanità di controllare la vita.

Nei processi naturali c'è già la ricchezza per ottenere con ottimi raccolti l'autosufficienza alimentare delle comunità. La nostra esistenza si può allineare alla perfezione imperscrutabile che è dentro di noi.

Ciò che ho scritto non è e non vuole essere soltanto un manuale, ma ripercorre i miei cinquant'anni di esperienza sul campo ed è rivolto ai lettori e alle lettrici che già coltivano o coltiveranno e ai borderline desiderosi di liberarsi dal peso della città e della società capitalista.

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Un commento

  1. La Naturopatia promuove la Salutogenesi, azione scomoda per big pharma che aspira solo a malati CRONICI, necessari per garantire utili da capogiro.

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