di Matteo Fantozzi
La scienza supera i confini dell’immaginabile, con un nuovo test sul Teletrasporto che dovrebbe servire per capire i Buchi Neri.
L’efficienza è stata studiata su 7 atomi con i risultati della ricerca pubblicati su Nature, rivista specializzata, grazie al contributo dell’Università americana del Maryland e dell’Istituto canadese Perimeter per la fisica teorica. Sicuramente è un passo in avanti importante quello che ci arriva da questa ricerca, con la possibilità di muoverci verso nuove frontiere, anche grazie alla possibilità di scoprire come nel futuro si potranno comportare i computer quantistici, che magari potranno fare errori o nascondere delle informazioni elaborate.
Attraverso l’impulso dei laser sono stati manipolati 7 atomi, riuscendo a capire come le particelle elementari risultino rimescolate durante l’operazione del teletrasporto. Sembra fantascienza che ci fa sorridere, soprattutto se appassionati di “Star Trek”, ma in realtà non è poi così lontana dalle nostre reali possibilità.
Teletrasporto per capire i buchi neri: le parole di Augusto Smerzi
In merito al teletrasporto per capire i buchi neri, si è espresso anche Augusto Smerzi, il professore dell’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle ricerche, noto come Cnr-Ino. Egli ha specificato ai microfoni dell’Ansa: “L’esperimento cerca di capire se l’informazione venga persa o meno. Lo studio sviluppa un nuovo metodo che è basato sulle leggi della meccanica quantistica, per cercare di capire se, informazioni che possano sembrare perdute, siano in realtà nasconste nelle correlazioni tra le particelle e dunque possano essere recuperate”.
Tornano fondamentali anche gli studi di Stephen Hawking, che ha evidenziato cosa si muova attorno ai buchi neri, riuscendo a teorizzare diversi aspetti del futuro molto interessanti e ancora oggi difficili da capire.
Articolo di Matteo Fantozzi