• Se cerchi un libro o un prodotto BIO, prova ad entrare nel sito di un nostro partner, Macrolibrarsi, il Giardino dei Libri, sosterrai così il nostro progetto di divulgazione. Grazie, Beatrice e Mauro
    Canale Telegram

A Roma a settembre c’è posto in classe solo per uno studente su 5

In tutto ci sono 23.496 classi e gli studenti totali superano le 500 mila unità. In vista di settembre però il posto in classe, se si troveranno soluzioni valide, sarà garantito a uno studente su cinque.
Quando riapriranno le scuole a Roma, a settembre, ci sarà spazio in classe solo per uno studente su cinque. E quindi il ritorno sui banchi dovrà necessariamente essere scaglionato e alcuni dovranno seguire le lezioni a distanza. Spiega oggi Il Messaggero: Dalla Città Metropolitana la vicesindaca Maria Teresa Zotta con delega all’edilizia scolastica è chiara, quasi perentoria: “In vista di settembre con l’obbligo di rispettare le distanze di sicurezza e le misure anti-contagio per l’emergenza Covid-19, le scuole superiori della Capitale e della provincia non potranno accogliere tutti gli studenti”. “Gli spazi attuali non sono sufficienti a garantire la didattica in presenza e al contempo assicurare il distanziamento sociale”. E non sipuò far ricorso, ad esempio, neanche a scuole chiuse: “Perché tutti i plessi sono pieni”

Vai all’articolo

Roma come Pechino: la Dittatura sanitaria pronta a sferrare un altro duro colpo al cuore dell’Italia

di Ruggiero Capone
I romani si preparano alla “vita alla cinese”: Lockdown, Riconoscimenti facciali e “Città proibita”.
Ormai ci hanno abituati allo Stato di Polizia e alla repressione, ora sono pronti a nuovi e pericolosi attacchi. Roma, cuore d’Italia e faro del mondo, è il prossimo obiettivo della dittatura sanitaria globale. Con la complicità dello Stato italiano (Che di italiano ha solo il nome ormai).
I vertici dello Stato stanno accarezzando l’idea, e non tanto velatamente, di bloccare Roma. Perché vorrebbero scongiurare le proteste della gente e che passino sotto i riflettori i veri problemi della Capitale.
Così un “lockdown romano” concentrerebbe i media sul virus, omettendo di parlare di trasporti pubblici non a norma, dell’impossibilità di risarcire chi ha subito danni in autobus e metro, del cattivo uso che fa l’amministrazione dei milioni che incassa con Imu, Tasi, Tari, Cosap…

Vai all’articolo