Il “Club dei 27”: artisti usati come vittime sacrificali in Mega-Rituali Occulti

da Anticorpi.info
Il “Club dei 27” (“Forever 27”) è il nome dato al gruppo di artisti famosi venuti a mancare alla giovane età di 27 anni. Sebbene il gruppo sia composto da decine di artisti, i più celebri sono Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison e Kurt Cobain.
La gran parte dei membri del club condusse una vita piuttosto travagliata, ed i loro decessi furono circondati da un alone di mistero. Indagando infatti sulle circostanze della morte di Jim Morrison, Jimi Hendrix e Kurt Cobain non è difficile trovarsi di fronte molte domande senza risposta per via di anomalie di vario tipo.
Nessuna autopsia, nessun pronunciamento ufficiale circa le cause del decesso, ed una evidente vaghezza nei rapporti di polizia. Decessi prematuri che annoverano tutti gli elementi necessari per la formulazione di ipotesi alternative basate sull’omicidio.
Amy Winehouse purtroppo si colloca perfettamente in questo club. Esistono, infatti, molte similitudini tra lei e gli altri: uno stile unico, un grande seguito, l’abuso di droghe pesanti e alcool, la tendenza alla depressione e ad altri problemi mentali, una storia di cattivi rapporti interpersonali e infine (soprattutto) un mucchio di domande senza risposta intorno alla sua morte…

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Un culto di Lucifero nell’alta finanza

di Maurizio Blondet
“Odiano l’umanità, la natura…” Li vogliono entrambi annichiliti, distrutti, carbonizzati. Costoro fanno sacrifici umani e distruggono vite come offerta gratuita, liturgica, all’Essere cui danno culto – Lucifero – quello per cui “tutto ciò che esiste, merita di morire”.
Non so chi sia quello che parla, se davvero si chiami Ronald Bernard, sia olandese, e sia come dice un professionista interno dell’alta finanza. Non so se quando dice che in quegli ambienti alti si pratica un culto luciferino, sia vero. Non ho prove. Solo che, quando comincia a  raccontare “sono stato invitato a  partecipare a dei sacrifici…all’estero…”,  gli occhi gli si  riempiono di lacrime. “…Bambini…”. È davvero sconvolto al ricordo.
“Ti è stato chiesto di farlo?”, gli chiede l’intervistatore. “Sì, e io non potevo”. S’interrompe, non riesce quasi più a parlare. Ma si sforza e continua. Non sta mentendo, Ronald Bernard…

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