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Salvini si è Pentito… Quindi avevamo Ragione Noi?

di Massimo Viglione
 A 5 giorni dalle elezioni, Salvini si dice pentito per essere stato complice dell’obbligo sierale, del passaporto verde, del blocco degli stipendi ai cinquantenni e di tutto il resto.
“Tornassi indietro non riapproverei quelle norme che hanno lasciato a casa medici, infermieri, poliziotti, insegnanti, tutelerei la vita e la libertà di scelta e il diritto al lavoro di tanti italiani che ancora adesso sono a casa senza stipendio”. E per il futuro, in caso di una recrudescenza della pandemia “gli obblighi e le sanzioni non fanno parte della mia idea di Italia del futuro”. E su un eventuale lockdown “conto che non ce ne sia più bisogno”. Lo ha affermato il segretario della Lega, Matteo Salvini, ospite di ‘Oggi è un altro giorno’, su Raiuno. (adnkronos)

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Dopo avervi definito “Untori” ora vogliono il vostro Voto

di WI
A poco più di un mese dalla fatidica data fissata per le elezioni, nessuno ha più il coraggio di parlare di Green pass.
Con un colpo di spugna, come se nulla fosse, l’Italia bene, sostenitrice accanita del lasciapassare di stato, ha cancellato un anno di menzogne, ricatti e violenza. Eppure, circa 365 giorni fa, con una situazione “sanitaria” – secondo i LORO numeri – nettamente migliore di quella odierna, iniziò la più grande caccia alle streghe, la più feroce persecuzione di onesti e sani cittadini che la storia della nostra scalcinata “repubblica” ricordi, culminata, il 15 ottobre, con il certificato verde per lavorare e sopravvivere.
Nulla ci è stato risparmiato: melensa retorica, pubblica gogna, volgari etichette, vomitevoli processi mediatici, abuso della decretazione d’urgenza, violazione del principio di legalità e della certezza del diritto, compressione feroce delle libertà individuali ed un tempo intangibili, financo quella di disporre del proprio corpo…

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La Padella e la Brace: delle Elezioni Anticipate e della Raccolta Firme

Avv. Alessandro Fusillo
Lo scopo della sceneggiata della crisi è chiaro e trasparente: la casta politica, colta dal timore che l’esasperazione dei cittadini potesse portare al potere alle prossime elezioni forze politiche nuove e contrarie all’establishment, ha fatto in modo che il prossimo parlamento sia composto dai soliti noti.
Con mossa scaltra e sorprendente il duo Mattarella-Draghi – che mi ricordano sempre più il gatto e la volpe della favola di Collodi, forse perché la magistratura somiglia in modo preoccupante al giudice gorilla che mise in galera il povero burattino perché era stato derubato – hanno inscenato una crisi di governo che sembra appartenere ad un inquietante scenario distopico.
Il fenomeno della BCE, dopo avere espresso molte volte il suo fastidio per la dialettica parlamentare, come è testimoniato dal numero impressionante di voti di fiducia imposti agli yes-men di Montecitorio e Palazzo Madama, si è dimesso nell’ambito di una sceneggiata sapientemente organizzata allo scopo di garantire, come diceva Tomasi di Lampedusa, che tutto cambi perché tutto resti come prima…

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