Ignavi e Servi

di Maria Micaela Bartolucci

Un parlamento di ignavi e servi, come quello che, attualmente, occupa gli scranni delle massime istituzioni, non si era mai visto nella storia della repubblica.

L’Italia è guidata da un governo tecnico che, non essendo espressione di una scelta politica, non rappresenta il popolo né le sue istanze ed è, invece, espressione dei desiderata di una élite sovrannazionale, mondialista, che riesce, in questo modo, a far prevalere i propri interessi economici, rispetto ai reali bisogni del paese. Di conseguenza, le scelte amministrative e le politiche sociali che vengono portate a termine, hanno come unica finalità, la funzionalità a questo disegno. Quando parliamo di queste tematiche non abbiamo bisogno di riferirci a quattro signori incappucciati che si giocano ai dadi le sorti del mondo.

No, facciamo riferimento a noti gruppi di potere sovrannazionali che hanno specifici interessi da difendere e che delegano, a dei subalterni, la difesa degli stessi, attraverso la gestione locale (nazionale). Le azioni amministrative che questi gestori devono intraprendere sono quello che noi chiamiamo “Agenda”, un’Agenda che nessun servo troverà sulla sua scrivania perché a costoro, ultimo gradino della piramide del potere, non compete conoscere né sapere, essendo meri esecutori di ordini… “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare…” (Alighieri, Dante, Inferno, canto III, “Divina Commedia”)

Per costruire questo progetto sono stati necessari anni di sistematica azione che portasse alla demolizione culturale, allo svuotamento ideologico, alla distruzione di ogni valore etico, alla pianificazione dell’introiezione di falsi diritti civili, alla rimozione di fondanti diritti reali.

Ecco perché era necessario spingere l’antipolitica, la disaffezione attraverso lo sputtanamento anche dei valori fondanti della più nobile delle occupazioni umane, vilipesa e svilita, tra gli altri, da un puttaniere sedicente anticomunista, da un ex comico e da un perito informatico, nonché da un giornalistucolo rampante che si è prostituito per quattro spicci, prendendo un po’ troppo alla lettera “comprate il mio didietro, io lo vendo per poco”.

Altre forze partitiche non sono certo migliori: sul PD non ci esprimiamo essendo da sempre il nemico, la Lega, dietro ad un accanito “selfista”, postatore seriale di scempiaggini, nascondeva l’anima nera di omuncoli che accarezzano ancora il sogno proibito di un antico regionalismo, solo un po’ più svilente di quello di migliana memoria, le altre presenze sono agglomerati dismorfici che non meritano neppure la nostra attenzione.

Cosa è venuto fuori da questa accozzaglia? Un parlamento composto da scappati di casa, improvvisati, nullità prestate alla politica, spocchiosi narcisisti, opportunisti, eminenze grigie, buffoni, ballerine, nani… un circo Barnum di gente che, neppure lontanamente, ha un’idea di cosa significhi fare politica, prendere decisioni, operare scelte. Esattamente quello che serviva ai burattinai del vincolo esterno. Queste cialtronesche comparse potevano essere agevolmente e direttamente guidate e, per farlo, si è scelto il migliore dei maggiordomi che ci fosse sulla piazza italiana, un uomo ben addestrato ed ubbidiente, qualcuno “cresciuto” all’interno di quei centri di potere a cui accennato prima, il vile affarista Mario Draghi.

Da chi siamo amministrati quindi? Da servi che sostengono Draghi, formalmente o di fatto (PD, M5S e Lega) ed ignavi che fingono opposizione (tutti i gruppuscoli ed i Partiti, compresi i fuoriusciti dal Governo Conte 2), una manica di inutili, insulsi commedianti. Aspettarsi un’azione politica da tali individui sarebbe come essere convinti che Cicciolina sia vergine. Pura fantasia non suffragata da fatti, qualcosa che va oltre lo sprezzo del ridicolo, voglia indomita di credere alle favole. Purtroppo la realtà non lascia scampo all’illusione.

Quanto sta avvenendo ormai da mesi, le manifestazioni che si susseguono ogni sabato e, più recentemente i fatti di Trieste, avrebbe meritato, quantomeno, l’attenzione di questi fantocci che avrebbero potuto reagire con diversi strumenti a loro disposizione: interrogazioni, mozioni di sfiducia, azioni di protesta… invece, nel silenzio più assoluto, costoro hanno continuato a fare il loro “lavoro”.

Ci sono state, per la verità, alcune reazioni, almeno formali e dovute, di FdI che, però, non hanno avuto alcun supporto da altre formazioni e, di conseguenza, nessuna attuazione, addirittura, quando si è toccato uno dei livelli più bassi di incostituzionalità, si è arrivati a scomodare persino il concetto di libertà di coscienza (come se questi ammassi di cellule ne fossero dotati), un utile stratagemma linguistico dovuto solo al fatto che definire quell’azione “infamia motivata da ipocrisia” pareva brutto.

Proviamo a fare un breve excursus per chiarire meglio alcuni punti di discussione, senza alcuna pretesa né di esaustività né di precisione, che non ci competono per precisa scelta editoriale e che lasciamo a quanti hanno la passione non per le dinamiche, ma per le minuzie.

È evidente, ormai da molto tempo, che ci sono almeno due entità, economiche e sovrannazionali, in aperto conflitto tra loro e che perseguono interessi distinti, o per lo meno, contrastanti, ciò si è esplicitato palesemente in occasione delle elezioni americane dello scorso anno. Non stiamo parlando di operare una dicotomica distinzione buoni/cattivi, i ragionamenti semplicistici e banalizzanti li lasciamo, volentieri, ad altri. Diciamo però, questo sì, in forma estremamente schematica, che c’è un’economia reale che è, chiaramente, in opposizione con un’altra, espressione di una finanza sovrannazionale che ha, quale punto di riferimento, il World Economic Forum, ovvero i sostenitori del Grande Reset che vedono nello Stakeholder capitalism la soluzione di tutti i mali del mondo, nonché, ma solo casualmente sia chiaro… l’ultima possibilità per tirarsi fuori dalla crisi evidenziata dalla bolla finanziaria del 2008.

I problemi che quella bolla conteneva, sono lungi dall’essere stati risolti, anzi, forse non sono stati neppure affrontati, semplicemente “maestra, il cane mi ha mangiato la pagina” – sono stati rimandati a data da destinarsi. Intanto si prendono tempo prezioso e, l’economia reale, quella di chi produce, sta pagando i rischi di finanzieri spregiudicati pronti a tutto per arrivare ad un profitto e non perdere neanche un centesimo di quanto hanno “scommesso”, poco importa se, per farlo, dovessero andare in default interi stati.

La “pandemia” è giunta, per costoro, come manna dal cielo. Prendere tempo per cercare una soluzione e, contemporaneamente, avere una scusa ed una possibilità per assestare un altro colpo all’economia reale in occidente. Il confinamento può essere letto in questa provvidenziale ottica distruttiva: bloccare la produzione, bloccare le partite iva e le piccole imprese, bloccare i servizi e, tanto che c’erano, colpire l’istruzione, la sanità e la pubblica amministrazione… perché se il fine è quello di distruggere uno stato nazionale, o quel che ne resta, nessuna tessera va lasciata in piedi.

Banale? Non credo. Lo stato ha acquistato 60 milioni di dosi di vaccino, che vanno moltiplicate almeno per tre, ma forse quattro o più inoculazioni, ha acquistato materiale elettronico per il telelavoro e la DaD, ha investito in telemedicina, ci hanno “costretto” a fare acquisti on line, Autogril è stato sempre aperto… le azioni di questi colossi finanziari sovrannazionali, che sono stati foraggiati grazie a pandemia e confinamento, hanno continuato a produrre profitto, allo stesso tempo, e per gli stessi motivi, parti consistenti dell’economia reale hanno chiuso: piccole aziende, ristoranti, librerie, bar… le tasse però, specialmente sotto forma di accise, sono aumentate. La domanda è: per finanziare cosa? La risposta è dentro di voi e non è sbagliata.

Ora, se porti al fallimento l’economia reale, peggiori i servizi, istruzione e sanità compresi, mandi sul lastrico migliaia di persone, costringi al licenziamento, non puoi pretendere che non ci sia una reazione della popolazione, per quanto narcotizzata possa essere, ed allora tiri fuori, dalla scatola delle opportunità del passato, il vecchio Divide et impera.

Fai in modo che la popolazione non si unisca, che sia distanziata anche fisicamente, meglio se chiusa in casa, anzi operi per fare in modo che il tessuto sociale si dilani sempre di più (dividere vaccinati da non vaccinati, ad esempio). Ma non puoi costringere la gente in casa troppo a lungo, allora gli proponi una soluzione per uscire, e fare esattamente quello che faceva l’anno precedente liberamente, ma in modo controllato.

Per dare al tutto una certa aurea di ieraticità, fai un ulteriore passo verso il controllo, costringi i medici a vaccinarsi, colpisci direttamente coloro che, meglio di altri, potrebbero conoscere i rischi di questo intruglio e, conseguentemente, potrebbero reagire e, tanto per non sbagliare, melius abundare quam deficere, estendi l’obbligo a tutto il personale sanitario.

In seguito, spinto da inarrestabile foga salutista, decidi di dare il via ad un vasto programma di vaccinazione a tappeto ma, porca di quella miseria… non funziona benissimo, allora devi alzare il tiro. Si colpisce il personale scolastico perché faccia da cinghia di trasmissione a ragazzi sempre più lobotomizzati da una campagna di martellamento senza tregua.

Ma tutto questo non basta. Sei o non sei un vile affarista? Certo che sì! Ed allora, servendoti dei tuoi umili servi che siedono in parlamento, devi mettere un intero paese in ginocchio e devi fare in modo che non si rialzi più… altro che “Italia s’è desta”!

Ancora una volta la soluzione è a portata di mano e la storia si ripete come farsa. Prima di ogni altro, perché chi è primo è primo due volte, tiri fuori, sempre dalla scatola delle opportunità storiche, una tessera, un lasciapassare che ricorda tanto qualcosa di dittatoriale memoria, ma per essere figo usi un anglicismo e li freghi tutti, lo chiami green-pass, lasciapassare verde, e non solo lo imponi per viaggiare ma, poiché ormai hai perso ogni freno inibitorio, lo estendi a tutta la vita sociale e produttiva dell’essere umano.

Ristoranti, bar, congressi, musei, mostre, sagre della porchetta, fiere, piscine, palestre, università e luoghi di lavoro. Tutti i luoghi di lavoro, anche quelli all’aperto… Alcuni atenei, per essere all’avanguardia, lo hanno pure imposto per le lezioni o gli esami da remoto, ma tranquilli, è solo ed esclusivamente una misura sanitaria!

Non serve fare appello alla logica, ogni obiezione è vana; incapaci di intendere e di volere, ipnotizzati dal bombardamento continuo dei media, stregati dal fiore della rinascita, rincoglioniti da anni di depoliticizzazione, disabituati persino ad esprimere un minimo pensiero completo e coerente, sterilizzati da decenni di conformismo mentale ed esteriore, eccoli là, tutti in fila come tante bestie al macello, pronti ad ubbidire.

Alla chiamata, con gentile richiesta di inoculazione del salvifico siero, spronati dal dogma della nuova scienza, gli eremiti di massa rispondono: presente!

Ite, missa est.

Articolo di Maria Micaela Bartolucci

Fonte: https://frontiere.me/ignavi-e-servi/

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