Bimbi “dipinti” per il Gay Pride: bufera sul centro estivo

di Claudio Cartaldo

L’ira delle mamme sul centro estivo di Casalecchio: “Non siamo stati informati”. E Bignami (Fi) interroga il ministro.

Scoppia la polemica a Casalecchio di Reno, cittadina alle porte di Bologna. Dove, secondo quanto scrive oggi il Quotidiano Nazionale, il giorno prima del “gay pride”, in un centro estivo per bambini, sarebbero stati realizzati “laboratori di pittura e scrittura, e letture orientate al mondo omosessuale”.

Il centro estivo in questione, gestito dalla Coop “Dolce”, è aperto ai bimbi fino a 5 anni. Quando le mamme sono andate a riprendere i bambini, si sarebbero trovate di fronte ad alcuni cartelloni – le cui fotografie sono state pubblicate da Quotidiano Nazionale – in cui si vedevano le fotografie dei piccoli colorati di arcobaleno. “Oggi – si legge in uno dei cartelloni – ci siamo dipinti la faccia per festeggiare insieme il Gay Pride”. E ancora dall’altro cartellone si evince che “in cortile abbiamo letto ‘Buongiorno postino’ e ‘Piccolo uovo’ (due favole considerate pro-gender, ndr) perché esistono tanti tipi di famiglie”.

Il caso sembra simile all’evento accaduto a Milano e raccontato dal Giornale, dove i bimbi sono andati a lezione da una “drag queen”. Ma mentre in quel caso i bambini erano stati portati lì appositamente, in questo caso – denunciano alcune mamme – sarebbe stato fatto “senza chiedere un parere ai genitori”. “Mia figlia ha due anni e francamente credo e spero che non abbia riportato alcun trauma – attacca una madre, ascoltata da Qn. Quando sono arrivata aveva la maglietta tutta colorata, disegni in fronte e sulle guance… Dico solo che per fortuna non è nell’età di capire…”. Alcuni, dice un’altro genitore, “non sono affatto contrari” e “quindi non si sono scandalizzati”. Ma, fa notare, buona parte di noi però pensa che trattare temi così sensibili senza chiedere un parere ai genitori sia inopportuno. Sono contenta della qualità del lavoro delle educatrici della Dolce – prosegue – ma questa mi pare proprio una scelta sbagliata. E se la scuola aveva questa idea doveva comunicarcela, condividerla nel patto educativo e poi ciascuna famiglia faceva la sua scelta di conseguenza”.

Sul caso è subito intervenuto il deputato bolognese di Forza Italia, Galeazzo Bignami: Il buon senso qui manca del tutto. Con un numero infinito di favole istruttive e attività che possono essere proposte ai bambini, la cooperativa non ha trovato di meglio da fare che dedicare un laboratorio al gay pride? Una scelta grave e inopportuna che non ammette giustificazioni, soprattutto perché è noto che tali temi suscitano sempre polemiche, visto che non trovano mai condivisione unanime. La scelta dunque non solo appare frutto di leggerezza, ma probabilmente è anche strumentale e provocatoria. La cooperativa chiarisca subito e chi di competenza assuma i dovuti provvedimenti”.

Bignami promette una interrogazione parlamentare affinché spieghi che per determinate attività gli educatori devono sentire prima il parere dei genitori: “Il Ministero – dice – chiarisca fin da subito e con urgenza, con atto ufficiale, che tali previsioni si estendono per analogia anche alle attività parascolastiche e che dunque i genitori, anche per tali attività, svolte dai loro figli durante il periodo estivo o a integrazione delle attività scolastiche, vanno correttamente, puntualmente e adeguatamente informati sui contenuti delle attività stesse”.

Dal canto suo, il direttore della coop dice che “ai nostri operatori dico sempre che sui temi etici dobbiamo tenere una distante attenzione” e quindi promette indagini. “Anche se – ha detto Pietro Segata – non credo che in questa festa si sia fatta pedagogia, c’era magari l’idea di collegarsi a un evento di cronaca, col senso di attesa della parata che si era creato a Bologna”.

Articolo di Claudio Cartaldo

Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/bimbi-dipinti-gay-pride-bufera-sul-centro-estivo-1553155.html

LA FABBRICA DELLA MANIPOLAZIONE
Come difendersi dal condizionamento mentale
di Enrica Perucchietti, Gianluca Marletta

La Fabbrica della Manipolazione

Come difendersi dal condizionamento mentale

di Enrica Perucchietti, Gianluca Marletta

Chi controlla il tuo immaginario controlla la tua volontà!

I grandi cambiamenti culturali che l'umanità affronta da decenni non sono né spontanei né casuali ma sapientemente "fabbricati" dai Poteri Forti.

"La manipolazione consapevole e intelligente, delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il Paese. Noi siamo in gran parte governati da uomini di cui ignoriamo tutto ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare".
Edward Bernays

Scriveva così nel lontano 1928 Edward Bernays, il fondatore delle Pubbliche Relazioni e l'ideologo degli attuali spin doctors. Nel suo saggio Propaganda, Bernays spiegava che un "governo invisibile" manipola, le opinioni, le abitudini e le scelte dei cittadini, lasciando a costoro l'illusione di essere liberi. In democrazia, ai metodi repressivi, il potere preferisce affiancare la manipolazione "dolce" volta a plasmare l'immaginario delle masse e a orientarne il consenso, tramite la propaganda, l'ingegneria sociale e il controllo dei media e dello spettacolo. Un potere nascosto ha infatti la possibilità di manipolare quasi alla perfezione i sentimenti e la mentalità di massa senza dare l'impressione di farlo, controllare i popoli entrando nel loro immaginario e riprogrammandone le coscienze.

La propaganda e l'ingegneria sociale non servono solo a plasmare l'opinione pubblica e a eterodirigere il consenso, ma tendono anche a creare un essere umano omologato, intercambiabile e unidimensionale, che pensa e agisce come tutti gli altri: un clone tra i cloni che sia talmente svuotato e spersonalizzato da seguire passivamente le scelte imposte dal Sistema.

"L'erosione della democrazia avviene svuotando progressivamente da un lato le nazioni del proprio potere e della propria sovranità, dall'altro facendo diventare tutti noi dei soggetti passivi, dei meri consumatori".

Al paradigma della violenza tipico del XX secolo, si è sostituito il paradigma del controllo sociale, radicato nei falsi bisogni che sono stati indotti nelle nuove generazioni. Si è imposta una nuova forma di potere, una nuova forma di capitalismo che non si accontenta di automatizzare i flussi di informazioni, ma mira ad automatizzare gli stessi individui. Siamo ormai immersi in una gabbia elettronica e digitale che non ci abbandona mai.

Dopo il successo di Governo Globale e Unisex, gli autori Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta tornano ad approfondire le tappe ideologiche del mondialismo, spiegando gli influssi e le tecniche di condizionamento utilizzate dal potere, con la versione aggiornata, ampliata e in 4D de La fabbrica della manipolazione.

Dai primi esperimenti di manipolazione mentale del dopoguerra alla "rivoluzione culturale" degli anni '60; dalla "nuova morale sessuale" all'ideologia di genere; dalla nascita dell'arte contemporanea alla genesi delle rivoluzioni "democratiche" nei paesi dell'est europeo e del Medio Oriente; dal sorgere della "nuova spiritualità" allo sviluppo dei Fondamentalismi Religiosi, questo saggio ripercorre una "storia altra" dell'età contemporanea, tanto misconosciuta quanto inquietante.

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Un commento

  1. Allucinante, questa è follia pura.

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