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“Mangiare Cibo dall’Immondizia non sia più Reato: Aiuta a Combattere gli Sprechi!”

di Eleonora Mureddu

Il cosiddetto “dumpster diving” è vietato in diverse nazioni, Italia compresa, ma la Germania vuole depenalizzarlo.

Raccogliere cibo da un cassonetto della spazzatura è sicuramente un gesto di disperazione estrema, eppure in diverse nazioni è di fatto un reato. La Germania vuole adesso depenalizzarlo e lo fa anche come parte della battaglia contro lo spreco alimentare.

Nel Paese ogni anno, in Germania vengono sprecati 11 milioni di tonnellate di cibo, e il ministro tedesco dell’Agricoltura, il Verde Cem Özdemir, ha deciso di rendere legale la pratica del “dumpster diving”, cioè il recupero di cibo ancora commestibile dai cassonetti della spazzatura, anche fuori dai supermercati.

Al momento, nella nazione, coloro che recuperano cibo dai contenitori dei rifiuti possono essere considerati colpevoli di violazione di proprietà privata e appropriazione indebita. Tuttavia, poiché si tratta di un reato minore, i procedimenti giudiziari spesso si basano solo su denunce individuali e alcuni negozi tollerano questa pratica. Ma secondo il ministro Özdemir questa pratica non dovrebbe essere perseguita in alcun modo. “Chiunque voglia ‘salvare’ cibo ancora commestibile dai contenitori dei rifiuti non dovrebbe essere perseguito per questo”, ha dichiarato. “Penso che tutti noi vorremmo che le forze dell’ordine e i tribunali si concentrassero sui veri criminali”, ha aggiunto.

Il politico, riporta Euractiv, sostiene che depenalizzare il dumpster diving potrebbe aiutare a ridurre gli 11 milioni di tonnellate di cibo che vengono sprecate ogni anno nel Paese. “Non esiste una soluzione unica per risolvere il problema dello spreco alimentare in un colpo solo”, ha detto, “ma dobbiamo guardare in modo pragmatico da dove possiamo iniziare”.

Non è ancora chiaro se il piano del ministro otterrà il supporto dei partner della coalizione, poiché non faceva parte dell’accordo di governo. Secondo il ministro però, questo aspetto deve essere affrontato prioritariamente, invece di sostenere l’aumento della produzione agricola in Germania e nell’Ue a discapito delle misure ambientali. L’obiettivo principale è quello di dimezzare gli sprechi alimentari “in ogni settore della filiera alimentare” entro il 2030. La depenalizzazione del dumpster diving può essere un passo verso l’ottenimento di questo obiettivo.

In Italia non esiste una legge che vieta esplicitamente la pratica, tuttavia, recuperare oggetti dai cassonetti dei rifiuti, può essere considerato furto ai danni del Comune. Questo perché, una volta che gli oggetti vengono gettati via, diventano proprietà dell’ente in questione, che si occuperà dello smaltimento e del riciclaggio. Inoltre, esiste una normativa che regola la gestione dei rifiuti e la sanificazione degli spazi pubblici, che potrebbe limitare la possibilità di prendere cibo dalla spazzatura in alcune situazioni specifiche.

In ultimo, potrebbero esserci delle limitazioni specifiche legate al luogo dove questo accade. Come spesso succede nel nostro Paese, i cassonetti dei supermercati si trovano all’interno di proprietà private e spesso sono protetti da lucchetti. Entrare in questi luoghi o forzare i lucchetti per prendere il cibo può essere considerato una violazione della proprietà privata, il che è addirittura un reato penale.

Non solo dobbiamo mangiare scarafaggi… ma diventare noi stessi scarafaggi! Basterebbe invece obbligare soprattutto i grandi supermercati a donare gli avanzi di giornata e il cibo in scadenza ma ancora buono, a degli enti caritatevoli. Ma nooo… dobbiamo rovistare nella spazzatura… così ci vedono “loro”. (nota di conoscenzealconfine)

Articolo di Eleonora Mureddu

Fonte: https://europa.today.it/attualita/elimina-pena-cibo-cassonetti.html

DIGIUNO SECCO
Gli ultimi sviluppi della digiunoterapia in Russia
di Sergej Filonov

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Hai mai sentito del digiuno secco? In questo libro il Dott. Sergej Filonov spiega in modo semplice questa terapia e alcune modalità per metterla in pratica.

Con linguaggio accessibile Filonov accompagna il lettore in un percorso avvincente alla scoperta dei tanti esempi di digiuno secco presenti in natura per arrivare a dimostrare che questo metodo, apparentemente d’avanguardia, affonda in realtà le sue radici nella notte dei tempi, trattandosi di un espediente incorporato da madre natura nel corso dell’evoluzione delle specie animali.

L’autore, forte della sua esperienza trentennale di cura in questo campo, si sofferma ad infrangere i miti diffusi sul tema e illustra dettagliatamente:

  • i meccanismi che il digiuno secco innesca e potenzia nell'organismo: acidosi, autofagia, autolisi e altri;
  • in presenza di quali patologie è consigliabile ricorrere al digiuno secco;
  • i vantaggi del digiuno secco rispetto agli altri tipi di digiuno;
  • l’algoritmo per una corretta pratica di digiuno secco in condizioni domestiche a partire dalla pulizia dell’intestino, per esempio con enteroadsorbimento tossinico.

L’efficacia del digiuno secco nella lotta contro gravi malattie dipende dal fatto che esso contribuisce a rinvigorire il sistema immunitario, permettendo all'organismo di sviluppare in breve tempo nei fluidi corporei le più alte concentrazioni di sostanze biologicamente attive: ormoni, cellule immunocompetenti, immunoglobuline e anticorpi.

Rispetto al digiuno idrico, quello secco risulta inoltre più valido perché accelera i meccanismi di depurazione (un giorno di digiuno secco corrisponde a tre giorni di digiuno idrico) e perché agisce mediante un processo diverso e più radicale: durante un digiuno secco, senza acqua esogena, non ha luogo alcuna “lavatura” delle tossine ma piuttosto un processo di bruciatura delle tossine “nella propria fornace”. Ogni singola cellula innesca una reazione termica. In tali circostanze muoiono le cellule patologiche e sopravvivono le cellule più forti, le più sane, ed esse per sopravvivere a tali estreme condizioni sono costrette a sintetizzare acqua endogena, di qualità eccellente e purissima, priva delle informazioni portate nel nostro corpo dall'ambiente esterno. Meccanismi simili non avvengono in alcuno degli altri tipi di digiuno praticati a fine terapeutico.

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