La CIA si traveste da “USAID”

 Cos’è l’USAID? L’USAID (United States Agency for International Development) è una delle principali organizzazioni cosiddette “umanitarie” e di sviluppo internazionale del mondo. Ad essa è affidata la maggioranza dei fondi destinati dal Congresso agli aiuti internazionali, che USAID utilizza per le proprie “missioni”.

L’OMS continua a investire nel sistema di sorveglianza a livello di comunità per il COVID-19 e le malattie a rischio epidemico con il sostegno dell’USAID.
La richiesta di bilancio del Presidente per l’anno fiscale (FY) 2023 per il Dipartimento di Stato e l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) è di 60,4 miliardi di dollari.

Le Molteplici Funzioni dell’USAID, la Mega-Agenzia “umanitaria” della CIA

L’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) è stata creata nel 1961 con l’intento di estendere il “Piano Marshal” ai Paesi strategici del mondo, incanalando le sue politiche per: 1) impedire che le forze comuniste – rafforzate dalla sconfitta del fascismo nella Seconda Guerra Mondiale – prendessero il potere; 2) aprire nuovi mercati alle imprese statunitensi.

Il legame tra l’USAID e l’Ufficio di Pubblica Sicurezza, allora guidato dall’agente della CIA (Central Intelligence Agency) Byron Engle, di anno in anno si è rinnovato: nel 2015 Barack Obama ha nominato il direttore del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Gayle Smith, come direttore dell’agenzia.

Secondo WikiLeaks, tra il 2004 e il 2006, l’USAID ha realizzato diverse azioni in Venezuela e ha elargito 15 milioni di dollari a decine di organizzazioni civili per portare avanti la strategia dell’ex ambasciatore statunitense William Brownfield, basata sul provocare una frattura nel Chavismo e sull’organizzazione di settori insoddisfatti delle riforme del Partito Socialista Unito del Venezuela.

Il Ruolo dell’USAID

L’USAID ha il compito di scegliere il Paese giusto per il progetto elaborato dal Segretario di Stato e, ovviamente, non sempre è quello più bisognoso. Deve poi decidere in quale settore impegnarsi, sebbene i settori preferiti siano l’energia, l’istruzione, la sanità, la sicurezza e l’agricoltura. In quest’ultima spesso sostituisce la produzione di colture alimentari con colture da reddito. Poi piazza le sue truppe in posizioni chiave per sovvertire le economie locali. Ogni volta che assume validi solidali autoctoni è per ridurre coloro che dovrebbero militare nei partiti politici per un cambiamento fondamentale a meri manager della carità.

Nell’Iraq colonizzato, l’USAID applica l’economia neoliberale, impone massicce privatizzazioni, compresa una parte dell’industria petrolifera, e costringe la teocrazia fantoccio insediata ad acquistare i cereali geneticamente modificati della Monsanto.

In Perù, l’Agenzia ha donato 35 milioni di dollari negli anni ’90 alla campagna di Alberto Fujimori, le cui misure economiche hanno fatto sprofondare il Paese nella miseria. La soluzione del protetto dell’USAID non era ridurre la povertà, ma ridurre i poveri: Fujimori ha sterilizzato con la forza 300.000 donne indigene.

Un altro obiettivo è indebolire e persino eliminare le istituzioni del Paese beneficiario, creando reti ed entità parallele, promuovendo la denazionalizzazione di settori chiave a favore della gestione da parte di “imprenditori”. Ovviamente, l’interesse della borghesia statunitense non è l’autosufficienza di altri Paesi, ma il contrario.

Inoltre, serve per rendere più facile alla CIA “piazzare i suoi uomini nelle forze di polizia dei Paesi strategici di tutto il mondo”, dice l’ex corrispondente del New York Times, AJ Langguth. In effetti, il bilancio dell’USAID è in parte il finanziamento nascosto delle agenzie di intelligence statunitensi.

Tra le sue funzioni c’è quella di rafforzare il dominio degli Stati Uniti sulla finanza globale. In India, il Paese che la Cina ha tenuto a bada per Washington, l’USAID, in coordinamento con il governo di estrema destra di Narendra Modi, ha attuato la “digitalizzazione dell’economia”, costringendo decine di milioni di persone tra le più povere del Paese ad abbandonare il contante a favore dei pagamenti digitali, concedendo loro un solo mese – novembre 2016 – per consegnare le banconote di grosso taglio alla banca, quando la maggior parte non aveva un conto corrente.

Che cosa ne ha ricavato l’USAID? Servire gli interessi delle società informatiche, dei servizi di pagamento e delle carte di credito MasterCard, Visa e della Fondazione Gates, che ha promesso di donare in cambio un generoso assegno alle Nazioni Unite; per impoverire gli indiani distruggendo i risparmi di molti piccoli commercianti e produttori che non hanno potuto depositare il loro denaro; per sequestrare i dati degli utenti.

Inoltre, riducendo l’uso del contante a livello globale, permette agli Stati Uniti di rafforzare il dollaro grazie al dominio delle proprie aziende sulla finanza internazionale. Tiene d’occhio anche gli affari globali: Washington può così sanzionare, ad esempio, le aziende che lavorano con l’Iran, come la cinese Huawei.

Altre Funzioni

USAID addestra le forze repressive di uno Stato, preparandole a smantellare la resistenza della popolazione. L’uomo dell’agenzia in Uruguay, Dan Mitrione, negli anni ’70 ha tenuto corsi sulla “complessa arte dell’interrogatorio” e su come torturare i detenuti, utilizzando uomini e donne senza fissa dimora “vivi” come cavie umane.

L’USAID, insieme ai “Berretti Verdi” e alla CIA, è coinvolta nella tortura, nell’uccisione e nella scomparsa di migliaia di uomini e donne guatemaltechi progressisti, addestrando circa 30.000 gruppi di polizia e paramilitari per questa missione.

In Brasile, l’Ufficio delle Iniziative di Transizione, un appaltatore dell’USAID dedicato alla destabilizzazione dei governi non alleati, ha operato nello stesso modo. Una delle sue vittime è stata Dilma Rousseff, arrestata e torturata perché studentessa marxista.

Tradotto con Deepl e recensito da Nogeoengineering

Fonte originale: http://www.cubainformazione.it/?p=57525

Una Missione USAID  che esula dalle Categorie fin qui citate

ANNI ’60: UNA SQUADRA USAID VA A COMBATTERE LA SICCITÀ IN INDIA (GROMET) E POI FA PIOVERE ANCHE IN VIETNAM (OPERAZIONE POPEYE). Né nel resoconto ufficiale né altrove c’è traccia del progetto GROMET del 1967, il primo uso sistematico conosciuto nella storia di tecniche di modifica ambientale-meteorologica.

Il progetto GROMET in India prepara l’operazione  ‘Popeye’ in Vietnam. Il 23 gennaio 1967 a Nuova Delhi, atterrò un aereo militare statunitense con a bordo, tra gli altri, lo scienziato-militare Ammiraglio Pierre Saint-Amand e pezzi di velivoli smontati. Saint-Amand era membro della Naval Ordnance Test Station (NOTS).

Dopo lo sbarco dell’Ammiraglio si intensificarono le manipolazioni atmosferiche-meteorologiche degli Stati Uniti nella regione asiatica. St-Amand è citato in questa accusa di manipolazione meterologica del 1976.

Nel 1965 l’India aveva subito un grave siccità. Il monsone si era fatto aspettare. Lo stato del Bihar era stato duramente colpito con una popolazione di oltre 51 milioni di persone. Da diversi anni i ricercatori del NOTS avevano lavorato al perfezionamento delle tecniche di controllo meteo.

La carestia del Bihar in India, permise a Lyndon B. Johnson di promuovere l’Operazione Gromet – un importante esercizio di modificazione delle condizioni meteo nella regione. La US Air Force, con il permesso dell’India, doveva svolgere una serie di test di inseminazione di nubi monsoniche per aumentare le piogge.

Il test si chiamò “Joint U.S.-India Precipitation Experiment” e si svolse nell’area di Bihar e Uttar Pradesh. Nonostante una bassa copertura di nubi monsoniche iniziarono nel gennaio 1967. I partecipanti volarono in aeroplani segnati come aerei di commercio e tutti gli occupanti dovettero indossare abiti civili. Nel caso ci fossero state domande da parte dei media, era pronto un comunicato stampa di contingenza che spiegava che si trattava di un “sondaggio agro-meteorologico”. Non ci sarebbe stata alcuna pubblicità. Il governo indiano era pienamente responsabile per eventuali rivendicazioni per lesioni personali o danni alla proprietà. Il progetto doveva rimanere segreto.

Il governo indiano aveva insistito sul fatto che eventuali commenti su questo progetto erano da collegare all’agricoltura e non a obiettivi militari. Visto che le zone principali erano rimaste senza nuvole, il governo indiano individuò ulteriori aree in Uttar Pradesh, spostando in questo modo le esercitazioni in zone dove le nuvole c’erano. I risultati furono diversificati. Alcune nubi produssero forti piogge, altre invece piogge leggere o moderate. Le grandi nuvole risposero meglio.

La squadra GROMET non ha riferito quanta pioggia ha colpito la terra e la misura del successo, anzi il Progetto GROMET stesso non è proprio menzionato nei libri storici di controllo del meteo. La vicenda è stata ricostruita da Ronald E. Doel and Kristine C. Harper dell’Università dello Utah: (http://www9.georgetown.edu/faculty/khb3/osiris/papers/Doel-Harper.pdf)

E l’Italia?

Dall’immagine qui sotto, come potete vedere, anche noi abbiamo avuto un “aiutino” dagli Stati Uniti e dall’USAID per inscenare la “farsa pandemica” e rovinare definitivamente e irrimediabilmente, a tutti i livelli, il nostro paese… Non dimentichiamoci però che un’altro “aiutino” l’hanno fornito tutti quei cittadini “modello” che hanno appoggiato tutte le follie e le scempiaggini del governo Conte e poi Draghi, dimostrando una stoltaggine, una cattiveria e un’ignoranza a livelli mai visti. (nota di conoscenzealconfine)

Riferimenti:

– https://www.emro.who.int/somalia/news/who-continues-to-support-and-invest-in-community-based-surveillance-system-for-covid-19-and-epidemic-prone-diseases-with-usaid-support.html

– https://www.usaid.gov/about-us

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: https://www.nogeoingegneria.com/effetti/politicaeconomia/la-cia-si-traveste-usaid/

DIALOGO SULLE ESPERIENZE DI IADC
Induced After Death Communication, senso della vita, etica stoica, rappresentazioni dell'aldilà
di Claudio Lalla

Dialogo sulle Esperienze di IADC

Induced After Death Communication, senso della vita, etica stoica, rappresentazioni dell'aldilà

di Claudio Lalla

Il libro "Dialogo sulle Esperienze di IADC" di Claudio Lalla unisce l'approccio psicoterapeutico alla dimensione spirituale, offrendo al lettore una visione unica delle esperienze post-morte.

Attraverso un dialogo intenso tra un maestro esperto di IADC Therapy e un giovane allievo, l'autore conduce una riflessione su come le Induced After Death Communication (IADC) possano trasformare il dolore della perdita in una rinascita interiore.

L'incontro tra psicoterapia e dimensione spirituale

Questa tecnica innovativa offre un punto di vista diverso rispetto al trattamento del disturbo da lutto prolungato, consentendo a chi soffre la perdita di un caro di accedere a una nuova dimensione percettiva.

Il testo si propone come un percorso di conoscenza e guarigione, in cui l'incontro tra saggezza antica e moderne tecniche terapeutiche gioca un ruolo fondamentale.

Ispirandosi a temi universali, come il mito della caverna di Platone, Lalla, medico e psicologo-psicoterapeuta, descrive il passaggio dall'oscurità alla luce: proprio come un prigioniero che esce dalla caverna e scopre la realtà, chi vive un'esperienza IADC riesce a vedere oltre il velo del dolore, ritrovando il senso e la bellezza della vita.

Un percorso in quattro tappe per la tua rinascita

In questo saggio l'autore riprende l'antica tradizione della scrittura in forma di dialogo. I due personaggi protagonisti sviluppano il tema nel corso di quattro giornate.

  • Nella prima viene trattata la IADC Therapy e la fenomenologia delle esperienze oltremondane cui essa consente di accedere.
  • Nella seconda si parla del rapporto che la nostra società e quelle che l'hanno preceduta hanno stabilito con la morte, analizzando le diverse rappresentazioni sociali dell'aldilà che si sono succedute nel corso del tempo e il modo in cui la IADC Therapy si colloca all'interno di tale prospettiva storica.
  • Nella terza giornata il dialogo definisce la natura delle esperienze di IADC, il significato della vita terrena e il tema del nostro confronto col male.
  • Nella quarta si disegna la bussola con cui orientare la nostra difficile navigazione esistenziale e si propongono strumenti utili a riconoscere i venti e le correnti che possono farci perdere la rotta, mettendo a repentaglio il senso e lo scopo del nostro viaggio.

Per chi è questo libro?

"Dialogo sulle Esperienze di IADC" è una guida illuminante per chiunque cerchi risposte al mistero della morte e strumenti concreti per elaborare il lutto.

Un libro che trasforma la prospettiva sul confine tra la vita e ciò che potrebbe esistere oltre.

Scopri come la frontiera tra i mondi sia più sottile di quanto immagini e come questa consapevolezza possa illuminare ogni aspetto della tua esistenza.

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