L’Orsa JJ4 ha 3 Cuccioli: Ora che è stata Catturata la loro Mamma, che Fine faranno?

di Francesca Capozzi

Nei giorni scorsi l’orsa JJ4 è stata catturata nei boschi e trasferita al centro faunistico del Casteller in una gabbia, ma i suoi cuccioli? Che fine faranno i piccoli di Gaia?

Anche loro erano presenti al momento della cattura, come confermato durante la conferenza stampa della Provincia autonoma di Trento.

Nel cuore della notte mamma Gaia, l’orsa JJ4 responsabile dell’aggressione al runner Andrea Papi, è stata catturata con la trappola a tubo e portata al centro del Casteller, il tutto davanti ai suoi cuccioli. Sono 3 i piccoli con cui l’orsa si aggirava nel bosco nell’area del Torrente Meledrio, come confermato dalla Provincia autonoma di Trento, durante la conferenza stampa.

Allontanata dalla natura e dalla sua famiglia per finire in una gabbia in attesa di essere giustiziata. Finora non vi era stata conferma che l’orsa JJ4 si spostasse con i cuccioli a seguito, ma in tanti lo ipotizzavano. Ora non possiamo che chiederci che fine faranno i piccoli di Gaia.

Raffaele De Col, Dirigente generale del Dipartimento protezione civile, foreste e fauna, ha reso noto che i 3 giovani orsi erano presenti al momento della cattura della loro mamma. Due sono finiti nella trappola tubo assieme a Gaia.

I piccoli sono stati rilasciati mentre mamma orsa è stata portata via. Hanno sui 2 anni di vita, sono in fase di svezzamento e pesano tra i 35 e i 45 kg. Dopo la cattura, si sarebbero dispersi mentre il terzo sarebbe rimasto distante, all’esterno.

Come De Col ha tenuto a precisare, i 3 piccoli orsi sarebbero totalmente autosufficienti e autonomi e “tranquillamente” – cosa difficile da immaginare – si sarebbero allontanati dalla loro madre, salutandola forse per l’ultima volta. Sarà il Tar a pronunciarsi ora sulle sorti di JJ4.

Per l’orsa è stato richiesto l’abbattimento, ma il Tar ha accolto il ricorso degli animalisti e l’ordinanza tanto voluta da Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento, è stata temporaneamente sospesa. Ora anche mamma Gaia è in rinchiusa nell’area faunistica del Casteller, in una delle due minuscole gabbie di acciaio e cemento vuote fino ad adesso. Nel centro vi sono infatti 3 recinti, uno è occupato dal povero orso M49 – Papillon recluso a vita, l’altro è per JJ4, mentre l’ultimo sarà per MJ5 o M62.

La presenza dei cuccioli spiegherebbe dunque la reazione dell’orsa Gaia a Caldes. Come il dottor Maurilio Calleri, medico veterinario ed ecologo, ha spiegato a greenMe, in questo periodo dell’anno le femmine hanno i cuccioli a seguito e devono difendere la prole come qualunque altra specie animale. Anche un animale inoffensivo difenderà i propri piccoli se qualcuno si avvicina a loro”. 

E per questo mamma Gaia pagherà e pagheranno anche i suoi piccoli e tutti gli altri orsi bruni reintrodotti sulle Alpi per poi andare incontro a questo orribile destino.

 

Al momento l’ordinanza di abbattimento è stata sospesa dal TAR. L’Ordine dei Veterinari della Provincia di Trento si è “chiamato fuori” da questa crudele ipotesi, dichiarando che non sia affatto necessari: “Si precisa a tutela e a garanzia delle figure professionali della categoria dei medici veterinari della provincia, e contrariamente a quanto lasciato intendere in occasione della conferenza del presidente Fugatti – si legge nel comunicato – che non vi è stato alcun confronto né con il presente Ordine, né con altri professionisti veterinari delegati in materia, e pertanto non può esserci stata alcuna condivisione sul parere espresso dal governatore“.

Quindi no, i veterinari di Trento non hanno in alcun modo detto o lasciato intendere che l’orsa debba essere abbattuta. (Roberta De Carolis)

Articolo di Francesca Capozzi

Riferimenti: Maurizio Fugatti/Facebook

Fonte: https://www.greenme.it/animali/animali-selvatici/lorsa-jj4-ha-3-cuccioli-e-confermato-ora-che-e-stata-catturata-la-loro-mamma-che-fine-faranno/

LA CIVILTà DELL'ORTO
La Coltivazione Elementare
di Gian Carlo Cappello

La Civiltà dell'Orto

La Coltivazione Elementare

di Gian Carlo Cappello

Cosa significa “non fare” in agricoltura? E come può un orto coltivato senza fatica rendere a tal punto da avere tutto il cibo di cui si ha bisogno?

Gian Carlo Cappello, agrotecnico con decenni di esperienza sulle spalle, ci spiega questa apparente contraddizione in un libro che è a metà tra un manuale agricolo e una riflessione sulla società di oggi.

Il libro racconta l'idea del progetto “Civiltà dell’Orto”, natoe per la sussistenza alimentare dei/delle partecipanti.

Ogni persona che contribuisce, sia con il lavoro sul campo sia con beni e/o servizi, può accedere al raccolto condiviso. Il Non-metodo di Coltivazione Elementare sviluppa il principio definito del «non fare».

Cosa non viene fatto:

  • nessuna lavorazione del terreno, neppure superficiale e neppure all'inizio della coltivazione;
  • nessun uso di fertilizzanti, antiparassitari, ammendanti e diserbanti (né chimici né organici né omeopatici) né E.M.;
  • nessuna rotazione colturale, consociazione varietale, compostaggio, sovescio, progettazione, calendarizzazione;
  • riduciamo al minimo l'apporto di acqua irrigua;
  • nessun intervento contro le cosiddette “malattie” né contro l'erba spontanea poiché considerate parte dei processi naturali di ripristino dell'equilibrio non comprensibili alla mente razionale;
  • non scegliamo dogmaticamente sementi antiche

Cosa viene fatto:

  • preserviamo il naturale equilibrio della terra e del contesto di coltivazione;
  • consideriamo la crescita delle coltivazioni come conseguenza dell’equilibrio della biosfera;
  • cerchiamo di rendere le piante coltivate quanto più «selvatiche» possibile;
  • promuoviamo il cambiamento e la crescita interiore, affiniamo l'intuito, il sentire, la saggezza innata e l'intrinseca capacità creativa di risoluzione dei problemi;
  • sosteniamo l'autosufficienza alimentare e il superamento dell'economia capitalista.
  • favoriamo l’inserimento di nuovi/e partecipanti che condividano questi principi.

Il cambiamento è possibile!

Perché leggere questo libro:

  • Per scoprire perché in agricoltura "non fare" è meglio di "fare".
  • Per sentire la voce di un esperto agrotecnico con oltre 30 anni di esperienza nel campo.
  • Perché non si tratta solo di un manuale di agricoltura, ma anche di un'inaspettata riflessione sulla società e sui comportamenti comunemente accettati, talvolta inspiegabili, dell'essere umano.

Le parole dell'autore

La Coltivazione Elementare è la realizzazione più avanzata della filosofia del «non fare», concepita ormai mezzo secolo fa dal contadino giapponese Masanobu Fukuoka. Essa rivisita con creatività ed estemporaneità nel contesto di per sé perfetto della Natura l'esperienza di una ruralità tramandata di generazione in generazione.

Se la tecnologia ci rende dipendenti dalla razionalità allontanandoci dalla nostra vera dimensione naturale, la Coltivazione Elementare ci può affrancare dai disastrosi tentativi dell'umanità di controllare la vita.

Nei processi naturali c'è già la ricchezza per ottenere con ottimi raccolti l'autosufficienza alimentare delle comunità. La nostra esistenza si può allineare alla perfezione imperscrutabile che è dentro di noi.

Ciò che ho scritto non è e non vuole essere soltanto un manuale, ma ripercorre i miei cinquant'anni di esperienza sul campo ed è rivolto ai lettori e alle lettrici che già coltivano o coltiveranno e ai borderline desiderosi di liberarsi dal peso della città e della società capitalista.

...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *