La Guerra Civile Vaticana

di Manlio Lo Presti

Infrangendo un impermeabile silenzio e la usuale segretezza totale, da qualche tempo il Vaticano è agli onori della cronaca. Questa esposizione mediatica non sta sfuggendo a nessuno.

Gli interrogativi sono numerosi. Partiamo da una serie di scandali e di casi non ancora chiariti. Tutto ciò che accade nella cittadella non è mai da sottovalutare, soprattutto per le ricadute che colpiscono la politica italiana da venti secoli.

Ricordate lo strano ritrovamento di ossa umane negli scantinati della nunziatura vaticana a Roma? (https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/18_novembre_01/caso-orlandi-palazzo-via-po-diventato-set-misteri-b2378706-ddb1-11e8-8216-3f7e282dea98.shtml). Una notizia che aveva il tenore di un avvertimento piuttosto che essere una informazione, come peraltro accade con gran parte delle notizie diffuse in Italia. Poi il silenzio subito dopo.

All’improvviso viene “lanciato” un grappolo di notizie frammentarie che riguardano anche il pluridecennale caso Orlandi. Si fanno domande, sorgono sospetti. Una nota trasmissione di giornalisti aggressivi corre dietro ai possibili pupari e/o esecutori materiali di oscure operazioni finanziarie, di rapimenti, di valorizzazione di persone, di minori prima abusati, di investimenti immobiliari speculativi poco evangelici.

Diciamo che opporre ancora una volta un riserbo troppo stringente incrementa un flusso incontenibile di illazioni e sospetti. Ma questa riflessione non modifica il livello ossessivo di silenziosa segretezza opposta sdegnosamente dai vertici del potentissimo staterello che si pretende religioso.

Nessun segreto è per sempre e, lentamente, qualcosa emerge grazie al lavoro di qualche “manina” che non condivide certe recenti scelte pontificie.

Assistiamo ad un guerra civile vaticana fomentata dall’interno, che non sarà né la prima né l’ultima… Sono molti i protagonisti eccellenti della sciarada in corso, che non si riconoscono in questo pontificato, ai quali si aggiungono gli insoddisfatti recenti. Il fronte dissidente in crescita comprende alcuni influenti Ordini religiosi che non hanno gradito il conferimento coatto dei loro beni allo IOR? Qualche loro criptica esternazione dopo il raggruppamento proprietario nello IOR lo lascia pensare (https://coscienzeinrete.net/cacciato-il-vicedirettore-dello-ior-gesuiti-e-opus-dei-continuano-a-darsele-di-santa-ragione).

L’energica “Costituzione” pontificale emessa verso settembre 2022 avrà fatto inasprire il dissenso che adesso si fa sentire con la diffusione di informazioni destabilizzanti? Se così fosse, la posta in gioco non è solamente lo strapotere dello IOR, ma tocca anche le linee guida di un pontificato che ha trasformato la Chiesa in una Ong.

Una Ong consegnata interamente nelle mani di esponenti di una potentissima Comunità. Una struttura possente e pervasiva che esprime l’attuale capo dei vescovi, che intermedia miliardi di euro ogni mese, che utilizza un proprio “corpo diplomatico” per tessere rapporti internazionali sopra e malgrado le ordinarie gerarchie vaticane.

Questi fatti possono essere considerati le basi di un dissenso trasversale che cerca di fermare il pontifex argentinus, che trascura le ragioni di milioni di cristiani uccisi, torturati, umiliati, offesi. Cristiani perseguitati considerati come problemi, mentre i migranti portano soldi. Che non accetta di sentire l’attuale pontifex parlare solo e ossessivamente dell’Ucraina, dimenticando conflitti antichi e ancora in corso nel resto del mondo.

Il caso ucraino e le cosiddette migrazioni, troppo concentrate per non pensare ad una precisa regia, producono soldi. Tanti soldi, più del traffico di cocaina affermava ripetutamente un altissimo esponente di Mafia capitale. L’oro non è tutto, c’è anche il platino!

Aspettiamo. Non mancheranno altre schegge.

Articolo di Manlio Lo Presti – scrittore, esperto di sistemi finanziari

Fonte: https://www.lapekoranera.it

PEDOFILIA E PRETI
Dal trauma degli abusi al bisogno di rinnovamento
di Giuseppe Crea

Pedofilia e Preti

Dal trauma degli abusi al bisogno di rinnovamento

di Giuseppe Crea

Il dramma della pedofilia nella Chiesa è tale da molti punti di vista: da quello delle vittime, in primo luogo, ma naturalmente anche da quello della Chiesa tutta, a motivo delle gravissime colpe di alcuni. Con provata competenza l'autore si addentra nella materia per aiutare a comprenderne le dinamiche, ma anche per prospettare vie da percorrere con profitto nel futuro.

Partendo da alcuni assunti di base relativi all'amore pastorale, come distintivo della missione del sacerdote, Crea mette in evidenza l'importanza di una maturità affettiva equilibrata perché centrata sul modello dell'amore trinitario e su un servizio disinteressato alla gente. Successivamente passa al dramma delle diverse forme di amore distorto, nei presbiteri che vivono dipendenze affettive e sessuali. Mette in evidenza gli aspetti patologici di un amore malato e autoreferenziale, con i relativi comportamenti devianti inerenti alle diverse parafilie e dipendenze sessuali, per giungere a trattare il trauma degli abusi e il devastante effetto sulle vittime.

Egli individua anche alcune possibili cause che caratterizzano lo specifico ambito della pedofilia e la sua attinenza con il contesto di un amore pastorale distorto e deviato. A questo proposito sottolinea il senso del doppio tradimento affettivo che caratterizza la pedofilia nel contesto dei preti: tradimento della paternità spirituale e della paternità di adulto educante. Per questo fa riferimento ai recenti interventi del Magistero e di Benedetto XVI in particolare, così come ad alcuni studi effettuati nell'ambito del clero cattolico.

Infine, partendo dalla preoccupazione educativa sollecitata dal papa nei recenti documenti, ricorda il nesso fondamentale tra perdono e giustizia, in particolare nei confronti delle vittime e quindi nei confronti della comunità dei credenti. L'emergenza educativa determinata dal grave problema della pedofilia nella Chiesa richiede certamente una chiara presa di posizione verso quanti commettono tali crimini, ma risveglia anche il bisogno di una formazione permanente della dimensione affettiva del clero, che non può essere affidata ad interventi sporadici ma deve investire l'intero stile di vita e la preparazione globale della personalità presbiterale.

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