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Informazione faziosa: a chi giova?

di Antonella Policastrese

Da quando in Italia è nato il Governo bicolore giallo-verde (Lega – Movimento 5 Stelle) fino alla sua recente fine o conclusione, non è più esistito un giornale o telegiornale, un talk-show, che non dicesse peste e corna di quella coalizione scelta dagli italiani attraverso libere elezioni. È come se giornali e televisioni rispondessero tutti a un editore unico, ancorché occulto.

Da “La Repubblica” sino a “Rakam mani di fata” passando da “Famiglia Cristiana” sino al “Messaggero di Sant’Antonio”, non c’è più stato un solo organo di informazione in grado di anteporre i fatti alle opinioni. Come se giornali e televisioni facessero tutti riferimento ad un unico editore, un unico soggetto occulto, concentrati in una imponente e inusitata campagna di persuasione di massa, peraltro capeggiata da una televisione di Stato, il cui azionista di maggioranza dovrebbe essere quella stessa coalizione di governo divenuta bersaglio quotidiano di contumelie e feroce discredito.

Ove non bastasse, alla nutrita schiera delle “prefiche” (nel mondo antico, donne pagate per piangere ai funerali) si sono aggiunte le reti televisive private di nuova generazione. Per esempio: il talk show “Piazza pulita” condotto da Corrado Formigli su “La 7”, trasformato in un tribunale d’inquisizione, laddove il Governo Salvini-Di Maio compariva, in contumacia o meno, da condannato, a prescindere dai “reati” commessi o ascrittigli nel corso della settimana.

Programmi e pubblicazioni “faziosi”, laddove questa caratteristica, la faziosità appunto, secondo alcuni, deriverebbe dal nome di un noto conduttore televisivo inviso a Matteo Salvini e che non è Bruno Vespa. Tutto questo non si era mai verificato, neppure ai tempi (recenti) in cui il governo tecnico prima e quello di Matteo Renzi poi, hanno fatto l’Italia a pezzi.

Forse all’epoca “l’editore” lasciava un accettabile margine di libera scelta a giornalisti e conduttori, quindi le critiche si alternavano agli elogi nei confronti del governo, rendendo quantomeno accettabili articoli di giornale, telegiornali e programmi televisivi. In qualche modo l’illusione di un bilanciamento esisteva e forse, addirittura, c’era. Sta di fatto che i giornali non si vendono più, e i telespettatori emigrano verso canali alternativi.

Stabilito che i proventi pubblicitari, i finanziamenti pubblici all’editoria ed il canone Rai rappresentano il sostentamento del cosiddetto “circo mediatico”; verificato che tale circo è a corto di attrattive (come quelli dove non ci sono esibizioni con animali), resta da chiedersi quale sia la sua vera fonte di sopravvivenza e quanto congrua essa debba essere per inglobare praticamente tutti i padroni di giornali e testate televisive.

La domanda da porsi è dunque una sola: chi è “l’editore unico” che in Italia ha guidato verso il tracollo l’ex maggioranza di governo; quanti capitali ha investito su questo “golpe mediatico” e, soprattutto, a chi giova questo tracollo, pur sapendo che esso rischia di travolgere anche l’intero sistema dell’informazione per eccesso di faziosità?

Vedremo adesso, col nuovo governo giallo-rosso come cambieranno le cose, probabilmente… tutto rose e fiori! Tutti ben allineati, in riga per due…

Articolo di Antonella Policastrese

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: https://www.aneddoticamagazine.com/it/informazione-faziosa-a-chi-giova/

FAKE NEWS
Come il potere controlla i media e censura l'informazione indipendente per ottenere il consenso
di Enrica Perucchietti

Fake News

Come il potere controlla i media e censura l'informazione indipendente per ottenere il consenso

di Enrica Perucchietti

"Noi siamo in gran parte governati da uomini di cui ignoriamo tutto, ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare". Così scriveva il padre della scienza delle Pubbliche Relazioni Edward Bernays nel 1928 nell'incipit del saggio Propaganda, spiegando che esiste un potere invisibile che dirige le opinioni e le abitudini delle masse nei sistemi democratici.

Che cosa è cambiato nei decenni e come si sono evolute le tecniche del controllo sociale? In che modo il potere fabbrica il consenso e orienta le scelte dei cittadini? Come si inserisce in questo meccanismo l'attuale battaglia sulle fake news? Si sta cercando di introdurre il reato d'opinione e di censurare l'informazione indipendente? Che cos'è la post-verità?

Dopo i successi di Governo globale, La fabbrica della manipolazione, Unisex, Enrica Perucchietti torna ad analizzare il rapporto tra i mezzi di comunicazione, il potere e le strategie del controllo sociale, mostrando come i primi a mentire all'opinione pubblica siano proprio i media mainstream.

Impoverire la lingua, distruggere la libertà, cancellare la Storia, manipolare l'informazione, distrarre l'opinione pubblica, abolire la verità, reprimere il pensiero critico: riprendendo e attualizzando le tematiche portanti del capolavoro di George Orwell, 1984, l'autrice mostra come l'attuale battaglia contro le fake news intenda censurare l'informazione alternativa, per orientare il consenso e garantire gli interessi delle élite.

L'emergenza sanitaria per il Covid-19 ha infatti permesso l'oscuramento di numerosi contenuti in Rete, legittimando la creazione di task force e l'approvazione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulle fake news che rievocano il Ministero della Verità orwelliano.

Questo è un libro 4D! LEGGI, GUARDA ASCOLTA, VIVI!

Che cos'è?

  • È un libro che va oltre la carta.
  • Contiene una serie di contenuti multimediali extra

A cosa serve?

  • Per immergersi nella realtà del libro
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I contenuti extra del libro:

  • Video di approfondimento con l'autrice
  • L'informazione ai tempi del covid-19 e la strategia della paura
  • La propaganda come ingegneria del consenso
  • Come difendersi dalla disinformazione
  • Le 10 regole della manipolazione sociale
  • Teoria dello shock: la strumentalizzazione dell'emergenza sanitaria e la censura della rete
  • Come fare? Il ruolo del giornalismo oggi

Documenti pdf

  • Jacques Attali sogna un mondo nuovo
  • Analisi del linguaggio di barack obama

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