I Veneratori del Sistema

La smania di sopprimere la verità e altri eventi organizzati, così come la cospirazione in generale, ha favorito la nascita di una bella combriccola che annovera tra le sue fila, la classe dirigente del mondo: banchieri, lobbysti, politici (di sinistra o di destra), accademici, giornalisti.

Questi raggruppamenti apparentemente concorrenti si sono riuniti insieme per mettersi al servizio del sistema e per programmare la loro personalissima visione del mondo. Il requisito essenziale all’instaurazione di ogni genere di tirannia, è il controllo dell’informazione e la tirannia globale dei nostri giorni lo conferma. I media più conformisti sono di proprietà delle multinazionali, più media le lobby riescono a possedere, più cospicuo diventa il loro sostegno politico e di conseguenza, maggiore è l’influenza sui governi.

Per correttezza bisogna dire che persino per i giornalisti onesti è quasi impossibile dire la verità dovendo sottostare ai pregiudizi e alle restrizioni su ciò che può essere riportato, e comunque vengono passati al vaglio e scartati. I padroni dei media vogliono chi è stupido e ignorante, e chi ritiene che la carriera e la fama siano più importanti della verità.

Siamo indotti a credere che ci siano media di destra e di sinistra, ma queste sono semplicemente espressioni differenti di uno stesso culto al sistema, la politica è quella di dare impiego soltanto a coloro che non mettono in discussione il sistema. Così come in politica, non importa che siano di destra o di sinistra, stanno comunque servendo lo stesso padrone. Possono anche desiderare di scendere ogni tanto a compromessi con il sistema, per soddisfare i propri punti di vista leggermente diversi, ma non parlano mai di demolire il sistema e trasformare la mentalità di chi lo tiene in piedi.

Sono come i cattolici e i protestanti che venerano la stessa divinità, lo stesso Dio, anche se in modo leggermente diverso, impiegando rituali leggermente diversi. Proprio come cattolici e protestanti discutono sulla maniera di venerare lo stesso Dio, così la sinistra e la destra discutono su come venerare lo stesso sistema. Ed ecco la chiave: entrambi maltrattano chiunque metta onestamente in discussione il sistema in sé. Un cattolico e un protestante possono anche discutere sul cristianesimo, ma non appena un buddista o un induista iniziano a mettere in discussione il cristianesimo in sé, il cattolico e il protestante dimenticheranno immediatamente di essere in disaccordo e uniranno le forze per difenderlo.

È questo che accade con la destra e la sinistra quando un outsider, qualcuno al di sopra delle parti, cerca di smascherare il sistema su cui entrambi fanno affidamento. Chi è di sinistra invocherà una tassazione maggiorata per i ricchi, mentre chi è di destra dirà che i ricchi devono essere tassati di meno. Ciò su cui però sono entrambi d’accordo, è che la gente debba pagare una imposta, quando invece, se il sistema funzionasse efficientemente ed equamente, non ci sarebbe alcun bisogno di tasse, di cui peraltro, la parte più cospicua finisce dritta dritta nelle tasche delle banche. Le tasse sono le fondamenta su cui poggia il sistema, quindi non vengono mai messe in discussione.

La destra e la sinistra possono anche discutere sul fatto che i tassi d’interesse debbano salire o scendere, ma entrambe ritengono che sia giusto pagare gli interessi su… aria fresca, denaro inesistente, soltanto una serie di cifre sullo schermo di un computer. Gli interessi sul denaro sono ulteriori fondamenta su cui poggia il sistema, quindi non vengono mai messi in discussione. La lista degli esempi è infinita. Entrambe le parti sono in disaccordo sui dettagli inerenti al “funzionamento” del sistema, ma non sul sistema in sé.

“Il modo più astuto per mantenere passive e obbedienti le persone, consiste nel limitare rigorosamente la gamma di opinioni accettabili, ma all’interno di quella gamma, permettere un dibattito molto acceso” (Noam Chomsky). È così che funziona il sistema.

Se si presentasse una vera indagine sulle versioni ufficiali per scoprire che si tratta di grandi menzogne, vorrebbe dire cambiare una intera visione del mondo, divisa in destra e sinistra e in fazioni politiche. Ma rivelerebbe anche un programma volto ad instaurare, attraverso la manipolazione, una dittatura fascista globale. E tutti i sistemi di convinzioni perderebbero il loro potere a favore di un foglio di carta bianco, mentre le persone inizierebbero a guardare il mondo in cui pensano di vivere in un’ottica completamente nuova. Il sistema permetterebbe mai una cosa del genere? Neanche per sogno.

Politici e media non lo faranno. Rimaniamo noi…

Fonte: http://www.cogitoergo.it/veneratori-del-sistema/

SCHIAVI DI UN DIO MINORE
Sfruttati, illusi, arrabbiati: storie dal mondo del lavoro di oggi
di Loredana Lipperini, Giovanni Arduino

Schiavi di un Dio Minore

Sfruttati, illusi, arrabbiati: storie dal mondo del lavoro di oggi

di Loredana Lipperini, Giovanni Arduino

Gli schiavi di un dio minore vivono tra noi, anche se non li vediamo. Ne rimangono tracce sui giornali: il trafiletto su un bracciante morto di stenti in un campo di raccolta, l'editoriale sui magazzinieri che collassano a fine turno. Quelli che invece vivono lontani sono ridotti a numeri, statistiche: il tasso di suicidi nelle aziende asiatiche dove si producono a poco prezzo i nostri nuovi device, la paga oraria delle operaie cinesi o bengalesi che rendono così economici i nostri vestiti. D'altra parte si sa, l'abbattimento dei prezzi, senza intaccare i guadagni, si ottiene sacrificando i diritti e a volte la vita dei lavoratori, a Dacca come a Shenzhen o ad Andria. 

Ma non si tratta solo di delocalizzare o impiegare manodopera immigrata. La schiavitù si insinua nelle pieghe della modernità più smagliante: non c'è in fondo differenza tra i caporali dei braccianti e i braccialetti elettronici, i microchip, le telecamere e le cinture GPS, strumenti pensati per la sicurezza ma votati al controllo. Per non parlare della mania del feedback, del commento con le stellette, l'ossessione per il costumer care che mentre coccola il cliente dà un altro giro di vite alla condizione dei lavoratori. 

E dove manca il padrone, c'è lo schiavismo autoinflitto dei freelance, che sopravvivono al lordo delle tasse, senza ferie pagate, contributi, tempo libero. Indipendenti, sì, ma incatenati alle date di consegna e al giudizio insindacabile dei committenti, ai loro tempi biblici di pagamento. 

Nella trionfante narrazione dell'oggi, tutta sharing economy, start up e "siate affamati, siate folli", non c'è spazio per questi schiavi moderni. Ed è proprio raccogliendo le loro storie, le loro voci soffocate, che Giovanni Arduino e Loredana Lipperini smascherano gli inganni del nostro tempo, in cui la vita lavorativa si fa ogni giorno più flessibile, liquida, arresa: se la struttura legislativa del lavoro si smaterializza, tornare a parlare di corpi, a far parlare le persone, è un modo per non rassegnarsi e resistere.

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