Istruzione Parentale, fuori dalla “Guantanamo” scolastica. C’è tempo fino al 28 gennaio

di Debora Billi

Le scuole italiane sono ormai diventate campi di battaglia ideologici. Oltre a DAD a singhiozzo, quarantene, chiusure, supplenze a rotazione che impediscono la normale didattica, si verificano continue vessazioni e soprusi ai danni dei ragazzi.

Qualcuno è più fortunato, ma in gran parte i bambini subiscono continue costrizioni e rimproveri relativi a mascherina, gel lavamani, distanziamento, da parte di insegnanti ormai completamente terrorizzate dal martellamento televisivo. Lezioni a gennaio con le finestre aperte (e poi ci si meraviglia che abbiano la febbre), continui predicozzi ed intimidazioni sul “rispettare le regole” stanno trasformando i nostri figli in spaventati robottini che vivono nella paura di sgarrare.

La “caccia alle streghe”, ormai sdoganata, contro i novax, ha dato poi il colpo di grazia alla situazione nelle scuole. I bambini divergenti vengono additati, inseriti in “liste”, messi pubblicamente tra i “cattivi”, discriminati e umiliati da insegnanti e compagni in una sorta di Guantanamo per disobbedienti. Ogni legge sulla privacy, ma anche le normali norme di umano rispetto, sono finite definitivamente nel dimenticatoio. A questo punto la domanda è: ma ha senso mandarli ancora a scuola? Cosa può offrire di meglio una situazione a tal punto deteriorata rispetto alla scuola parentale, ad opera dei genitori o di un insegnante bravo e corretto?

La socializzazione, è la risposta più comune. Vero: meglio una cattiva scuola che la solitudine, per qualsiasi bambino. Ma qui non è più questione di scuola “normalmente” disastrata: si tratta di scegliere fra traumi continui, lavaggio del cervello e persino pubbliche umiliazioni, oppure starsene a casa. Qualsiasi genitore non avrebbe dubbi. Inoltre, non è detto che debbano stare da soli, è possibile radunare un gruppetto di 4 o 5 bambini, pagare un bravo insegnante dividendo la spesa, e godersi la serenità riacquistata.

Moltissimi genitori lo stanno già facendo, almeno per quest’anno. Chi desiderasse farlo anche per il successivo, deve ricordare che sono state cambiate le norme di recente (manco a dirlo) e che il termine per la comunicazione agli istituti è ora il 28 gennaio. La scuola dell’obbligo parentale è un diritto garantito dalla Costituzione, come sottolinea l’ottimo sito dell’associazione LAIF a cui ci si può rivolgere per ogni domanda. Su Telegram, invece, si trovano i gruppi organizzati per quasi tutte le province e città.

Articolo di Debora Billi

Fonte: https://visionetv.it

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