Istruzione Parentale, fuori dalla “Guantanamo” scolastica. C’è tempo fino al 28 gennaio

di Debora Billi
Le scuole italiane sono ormai diventate campi di battaglia ideologici. Oltre a DAD a singhiozzo, quarantene, chiusure, supplenze a rotazione che impediscono la normale didattica, si verificano continue vessazioni e soprusi ai danni dei ragazzi.
Qualcuno è più fortunato, ma in gran parte i bambini subiscono continue costrizioni e rimproveri relativi a mascherina, gel lavamani, distanziamento, da parte di insegnanti ormai completamente terrorizzate dal martellamento televisivo. Lezioni a gennaio con le finestre aperte (e poi ci si meraviglia che abbiano la febbre), continui predicozzi ed intimidazioni sul “rispettare le regole” stanno trasformando i nostri figli in spaventati robottini che vivono nella paura di sgarrare.
La “caccia alle streghe”, ormai sdoganata, contro i novax, ha dato poi il colpo di grazia alla situazione nelle scuole. I bambini divergenti vengono additati, inseriti in “liste”, messi pubblicamente tra i “cattivi”, discriminati e umiliati da insegnanti e compagni in una sorta di Guantanamo per disobbedienti…

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Il “Mostro” Pandemico chiede in sacrificio i nostri Figli

di Elisabetta Frezza
Sono loro le vittime designate. Da tempo i padroni hanno messo le mani sui bambini, per manipolare la loro psiche, omologare i loro pensieri, sfregiare la loro innocenza. E sui ragazzi più grandi, per conformarli, indottrinarli, lobotomizzarli, e conquistarli così alla sequela del nulla.
Partiamo da un aspetto collaterale, almeno in apparenza: è stato abrogato il diritto al raffreddore, che fino a ieri, e da che mondo e mondo, gli scolari potevano liberamente esercitare nella stagione autunno-inverno, per definizione quella dei malanni.
Al primo starnuto bisogna stare a casa, e fino a qui tutto bene. Ma poi, scomparsi i sintomi, uno che pensi di rientrare a scuola con la solita vecchia giustificazione, si scontra con una realtà ben più complicata. La guarigione clinica, oggi, è condizione non necessaria (si può essere legittimamente malati di tutto il resto, tranne che del virus universale) né sufficiente per tornare in aula. Secondo la corrente di pensiero che va per la maggiore, occorre, prima, completare una gimkana di prove del tutto sproporzionate all’entità dell’accadimento e alla sua prevedibile frequenza. Si parla sempre di un naso che cola, o simili, giusto per ricordare…

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Scuola: La Follia non ha limite. Chi si allinea a queste Pazzie è Complice!

Un genitore che manda un bambino piccolo, si parla di scuola materna, in queste condizioni a scuola, ha problemi psicologici gravi.
Un bambino che già normalmente a quell’età deve subire il distacco dalla mamma, da casa sua, dai suoi giochi e dalla sua quotidianità, secondo voi dovrebbe subire traumi come questi, con delle insegnanti “mascherate “che neppure possono abbracciarlo o consolarlo in caso di momenti di sconforto? Insegnanti a cui il bambino non può nemmeno vedere il viso?
Stessa cosa vale per le elementari. La scuola dovrebbe contemplare vicinanza fisica e psicologica, e soprattutto non dovrebbe veicolare paura costante… che anche non volendo, gli insegnanti – mascherati come sono e dovendo attenersi a direttive ridicole e disumanizzanti, degne di una setta – trasmettono ai bambini…

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“No a troppi Tamponi per bimbi, rischio di lesioni e traumi psicologici”. L’allarme dei pediatri

di Cristina Gauri
I tamponi orofaringei non sono caramelle, e non essendo tali non vanno prescritti ed eseguiti con leggerezza, soprattutto ai bambini. Perché fanno male. E in questo inizio scuola all’insegno del coronavirus vi è il rischio che a qualcuno sfugga un po’ troppo la mano.
Questa la denuncia del professore Gian Vincenzo Zuccotti, del Dipartimento di Scienze biomediche e cliniche Sacco e direttore della Clinica pediatrica dell’ospedale Buzzi di Milano. Zuccotti ha parlato delle ripercussioni di un eccessivo uso dei tamponi sui minori, anche da un punto di vista – decisamente da non sottovalutare – psicologico.
Risvolti decisamente negativi, che comprendono l’eventualità di creare traumi seri nei più piccoli. A tal punto da indurli ad associare l’ambiente scolastico alla “tortura” dell’esame che determina la positività o meno al coronavirus…

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