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Nuovo Lockdown? Gli italiani amano i loro aguzzini!

di Marco Gervasoni

Il lockdown stile “rana bollita”, una chiusura per volta per poi trovarci come ad aprile, piacerebbe agli italiani: addirittura al 73% secondo il sondaggio Emg Adn Kronos.

Coronavirus, la vignetta scettica di Zangrillo che scatena il web - Corriere.it

Possibile? Non solo possibile, ma probabile e soprattutto non sorprendente. L’uomo, diversamente da quanto credeva Benedetto Croce, non è spinto dalla ricerca della libertà ma da quella della sicurezza, ed è pronto a barattare la prima in cambio della seconda. Su questo dato antropologico, come tale ineliminabile, gioca il potere politico in ogni epoca e in ogni sua forma.

Del resto, non occorre essere esperti della storia del comunismo per sapere che esso è crollato, in Europa orientale, non perché le masse volessero libertà ma perché non potevano più sopportare che alla sua privazione non corrispondesse più la sicurezza economica garantita dai regimi. E, in questo caso, non parliamo solo di sicurezza economica ma propria di sicurezza del corpo e della salute. Chi ritiene, come me, e come tanti in questa sede, che il lockdown anche a rana bollita sia un errore e che peraltro serva a poco a combattere la “pandemia”, deve sapere che conduce una battaglia di minoranza e di testimonianza eretica e quasi sovversiva.

Il partito del lockdown è forte, ed è quasi un blocco sociale: parte di impiego pubblico, di imprenditoria sovvenzionata e assistita, di percettori di reddito di cittadinanza, di pensionati. A questi, rigorosamente, che l’Italia vada in malora forse definitiva dal punto di vista economico e che si avvii verso un tragico declino, importa veramente poco, perché ad assicurare i loro bisogni c’è la mano protettrice dello Stato.

L’Italia dei produttori dovrebbe invece insorgere, perché è quasi certo che un nuovo lockdown daràloro il colpo di grazia. Perché non lo fa? Perché fatica a trovare una propria rappresentanza politica, che l’opposizione (vile e collaborazionista) sembra “timida” a incarnare. E perché la pressione psicologica della massa che chiede lucchetti è enorme. Ma se i produttori non si faranno sentire, la via è segnata. Anche in Venezuela è cominciato così.

Articolo di Marco Gervasoni

Fonte: https://www.nicolaporro.it/nuovo-lockdown-gli-italiani-amano-i-loro-aguzzini/2/

SULLA NOSTRA PELLE
Mercato globale o movimento globale?
di Noam Chomsky

Sulla Nostra Pelle

Mercato globale o movimento globale?

di Noam Chomsky

Il neoliberismo è il sistema economico-politico oggi imperante in tutto il mondo. L'autore concentra la propria attenzione sulle contraddizioni e le conseguenze spesso negative di questo modello economico.

"Il neoliberismo è il paradigma economico-politico che definisce il nostro tempo: indica l'insieme delle politiche e dei processi che consentono a un gruppo relativamente ristretto di controllare il più possibile la vita sociale allo scopo di massimizzare i propri profitti". Questo è un passo tratto dal libro "Sulla pelle viva. Mercato globale o movimento globale?" di Noam Chomsky.

Nel volume Noam Chomsky analizza il neoliberismo, pone in luce le distorsioni dell'interpretazione della stessa dottrina liberale classica che caratterizzano teoria e prassi degli alfieri postmoderni della deregulation, denuncia lo storico dominio americano (spesso reso possibile da generosi contributi pubblici alle industrie nazionali) e il disegno della Organizzazione Mondiale del commercio come longa manus di questo grande imperialismo globale che crea nuove povertà in termini di vita umana e di ambiente naturale tanto al Sud quanto al Nord del mondo.

Ormai, dice Noam Chomsky, tutto diventa globale ed il "pensiero unico" occidentale si materializza come intreccio di poteri e forme di dominio, di nuove forme di povertà, sfruttamento ed omologazione

Il problema, secondo Noam Chomsky, è che anche le cosiddette forze della sinistra di governo sembrano rassegnarsi all'ineluttibilità della ricetta liberista; inizialmente associato a Reagan e alla Tatcher, negli ultimi due decenni il neoliberismo è stato il credo economico-politico dominante a livello globale, adottato non solo dai partiti politici di centro e di destra, ma anche da buona parte della sinistra tradizionale.

Questi partiti e le politiche adottate rappresentano gli interessi diretti di investitori estremamente ricchi e di meno di un migliaio di grandi imprese. Al centro dell'analisi di Noam Chomsky ci sono il ruolo storico degli Stati Uniti nell'informare secondo un modello funzionale ai propri interessi politici ed economici l'intero equilibrio dei rapporti mondiali. Uno dei messaggi centrali del pensiero di Noam Chomsky è che la manipolazione delle coscienze, il gioco della distorsione dell'informazione, determina le condizioni ideali per il dominio sulla società da sfruttare. Noam Chomsky sostiene che stati e governi - tanto vituperati dai fautori del libero mercato - sono sostegni fondamentali per il sistema capitalistico al quale servono per la difesa degli interessi delle grandi imprese (sotto forma di sovvenzioni, fisco, ecc.) e sempre meno per tutelare i singoli cittadini, soprattutto i più deboli.

"I principi fondamentali del liberalismo classico trovano la loro naturale espressione moderna non nel dogma neoliberista, ma nei movimenti indipendenti dei lavoratori, nonché nelle idee e nell'azione di quel socialismo libertario espresso talvolta anche da grandi esponenti del pensiero del Novecento, come Bertrand Russel e John Dewey", scrive Noam Chomsky invitandoci a guardare oltre il confine che qualcuno vuole imporre al nostro immaginario.

Noam Chomsky è un noto linguista statunitense di origine russa e polemista politico.

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