Una Grande Stanchezza…

di Pietro De Angelis

Una grande stanchezza. Come un’onda che è arrivata all’improvviso, e che tutto ha travolto, ma che in realtà è nata da lontano.

È nata nei giorni in cui tutti i punti di riferimento sono caduti, uno dopo l’altro, e ci siamo ritrovati persi e liberi.

Scrittori, intellettuali, politici, giornalisti, divulgatori, colleghi, amici, persino familiari; tutti ci hanno tradito, smascherando un volto ottuso e volgare, o spaventato e irrazionale, o violento e assetato di potere, o apatico e conformista.

È nata da una moria di intelligenze e una strage di affetti. È nata nel momento in cui tutti gli argini di etica, deontologia, civiltà, buon senso sono crollati, ed è stato possibile affermare che il cielo era verde e i prati blu.

È nata nella scoperta sconvolgente che tutto, sempre, è possibile; da un momento all’altro anche l’assurdo, l’impensabile, possono essere legittimati, giustificati, approvati. È nata quando ci siamo ritrovati in una solitudine che è come un deserto, popolato di tenui miraggi, dove l’unica realtà è una natura arida, ostile, nella quale non cresce nulla; dove ognuno si è messo alla ricerca di una sua propria oasi privata, per respirare qualche secondo, tornare a vivere e a sognare.

È nata quando diritti intangibili, sacri, costituzionali perché naturali, sono stati calpestati e azzerati tra il plauso generale. È nata quando ci siamo accorti che i nostri corpi ci appartengono solo se siamo disposti al martirio, altrimenti possono essere invasi senza ritegno.

Una stanchezza che ha colpito tutta insieme, e che non è possibile neanche elaborare fino in fondo. Perché in questo futuro senza domani, fatto solo di un oggi dopo l’altro, in cui non ci è più dato di desiderare e programmare, ora sappiamo che tutto può succedere. Ancora, e sempre.

È già successo, sta ancora succedendo, proprio sotto i nostri occhi, proprio accanto a noi. Se solo si potesse chiudere gli occhi, e dimenticare. Ma ormai siamo dannati; chi ha visto, chi ha voluto vedere, chi ha avuto il coraggio di vedere, non potrà più dimenticare. Sarà condannato a testimoniare la verità fino all’ultimo dei propri giorni: qualunque maestro può trasformarsi in un mostro.

Siamo soli. E siamo liberi.

Articolo di Pietro De Angelis – Docente di scuola elementare, a suo tempo sospeso poiché non vaccinato

Fonte: https://t.me/lealidelbrujo

DIMMI DOVE TI FA MALE E TI DIRò PERCHé
I richiami del corpo sono i messaggi dell'anima
di Michel Odoul

Dimmi Dove Ti Fa Male e Ti Dirò Perché

I richiami del corpo sono i messaggi dell'anima

di Michel Odoul

Nulla è dovuto al “caso”, spiega Odoul, bensì ogni squilibrio fisico è un messaggio che il nostro inconscio ci dà riguardo a qualcosa che non va nella nostra vita, qualcosa che ci limita, ci ferisce, ci ostacola. (A.A.)

Secondo la medicina orientale, la malattia indica un ostacolo alla realizzazione del “cammino di vita” e la coscienza esprime ciò che ne impedisce il compimento attraverso squilibri energetici che generano disturbi di salute.

La malattia non insorge all’improvviso; siamo noi che abbiamo ignorato o non ci siamo resi conto dei segnali che l’organismo ci aveva inviato in continuazione. Per ritrovare lo stato di buona salute, è fondamentale comprendere i meccanismi psicoenergetici insiti nella malattia.

Allergie, anoressia, bulimia, vertigini, obesità, cisti, tumori, stati febbrili, sciatica e infiammazioni indicano che al nostro interno vi sono delle tensioni profonde che cercano di esprimersi.

Per riguadagnare uno stato di benessere, dunque, è importante non solo affrontare la malattia, ma anche andare alle cause che l’hanno scatenata, cercando di risolvere o di dare libero sfogo a queste tensioni.

Questo manuale pratico, giunto a una seconda edizione dopo numerose ristampe, è stato ideato a beneficio di tutti coloro che cercano la chiave per decodificare il linguaggio del corpo.

Odoul offre un nuovo modo di considerare la malattia, presentandola come un messaggio della coscienza, del nostro essere interiore, per scoprire che dietro alla sofferenza possiamo trovare una “malattia creativa”, ossia un mezzo per progredire nella nostra evoluzione.

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Un commento

  1. Vogliono “invadere” i nostri corpi? Ci provino, siamo qui ad attenderli.

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