La Libia mette nel mirino le Ong e il nostro Paese rifinanzia i suoi campi di detenzione

di Marco Dotti
Il Governo libico vara un decreto che criminalizza le ONG che operano in area Sar, mentre fra pochi giorni, senza un preciso intervento, assisteremo al rinnovo automatico dell’accordo Italia-Libia. Altri 50 milioni di euro l’anno finanzieranno i campi di detenzione al centro di documentate denunce di autorità internazionali e organizzazioni umanitarie.
“È un dittatore, ma è il nostro dittatore” si diceva di Gheddafi. Il lavoro sporco, le democrazie, se tali vogliono restare almeno nella forma, lo devono appaltare. Così, in Turchia, dove Erdogan riceve circa 6 miliardi dall’Europa per la “gestione dei profughi”, salvo poi minacciare: “vi manderemo 3 milioni di migranti, se ostacolerete le nostre operazioni” in Kurdistan (dichiarazione del 10 ottobre scorso).
Ma la Libia? La Libia non è diversa eppure, al tempo stesso, lo è. Non c’è un uomo forte al comando (blanda consolazione immorale), ma una serie di bande parastatali e un quasi-Stato che per molti versi ha il profilo di un anti-Stato…

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