La Consulta vuole il Pentobarbital per legge: così si potrà sopprimere un essere umano!

Gaetano Quagliariello, leader di ‘Idea’: “La Consulta vuole il Pentobarbital per legge: così si potrà sopprimere un essere umano”.

“Tutto avremmo potuto pensare fuorché dover leggere un giorno un’ordinanza della Corte Costituzionale che sostanzialmente dà un ultimatum al legislatore, affinché sia consentito nel nostro Paese sopprimere con il Pentobarbital un altro essere umano, ancorché consenziente”, dichiara il senatore Gaetano Quagliariello, leader di ‘Idea’.

“Ciò che si sta verificando con sempre maggiore evidenza – prosegue – è il perseguimento di una via ipocrito-giudiziaria per l’imposizione di regole che scardinano la nostra civiltà. Di “utero in affitto” ufficialmente non si parla, però si introduce con il comma 20 della ‘legge Cirinnà’, una clausola di incoraggiamento alle sentenze creative che di fatto lo legittimano. E i risultati si vedono.

Di eutanasia ufficialmente non si parla, però si approva una legge sul ‘biotestamento’ che autorizza la sospensione di idratazione e alimentazione. L’ordinanza appena depositata dalla Consulta dimostra che, una volta aperto il varco, da lì all’eutanasia attiva per mezzo di farmaci letali, il passo giudiziario è breve. C’è da chiedersi cosa di questa deriva discende da conseguenze inintenzionali e cosa invece – conclude Quagliariello – è frutto di una strategia consapevole alla quale ci opporremo con tutte le forze”.

Alberto Zangrillo sul “suicidio assistito”

Alberto Zangrillo, vate della rianimazione, è un’autorità scientifica di prim’ordine e in oltre trent’anni di vita in terapia intensiva e in sala operatoria, non è mai entrato in conflitto con l’articolo 32 della Costituzione (diritto al rifiuto alle cure) cercando di salvare una vita. Stimatissimo nel mondo scientifico e noto alle cronache per essere il medico di Silvio Berlusconi, Zangrillo è un gigante della competenza e di etica professionale.

Afferma Zangrillo: “Chi pensa di dover decidere in base ai codici o alle sentenze, per me, è bene che faccia un altro mestiere”, “i soloni mediatici prima di mettere in scena la loro opera, vengano in terapia intensiva o in pronto soccorso a parlare con la madre e il padre di un ragazzo che sta perdendo la vita”. “Come medico ho tutti gli strumenti per sapere quando è opportuno ed etico intervenire nel rispetto del mio mandato, che è salvaguardare la vita”, ha ribadito Zangrillo al Corriere, il 20 aprile scorso.

Nessun medico serio, preparato e competente mette in atto terapie afinalistiche col solo scopo di prolungare la vita senza salvaguardarne la qualità. In altre parole, l’accanimento terapeutico, se sussiste, è figlio dell’incompetenza e va combattuto. Altro è lo sforzo quotidiano di migliorare la prognosi del paziente. In 34 anni di lavoro in terapia intensiva, non ho mai conosciuto un malato autodeterminato a sospendere le cure. Il mio dovere è non mollare mai, fino a quando si intravede una ragionevole prospettiva positiva”.

L’idratazione e l’alimentazione di un malato devono essere sempre garantiti per evitare la sofferenza inumana che deriverebbe dalla loro sospensione. Un malato non può morire di sete o di fame. I medici sono in grado di assistere con dignità la fase terminale di una patologia maligna”.

“Comunque, penso, che tra un’esecuzione capitale, stile prigione dell’Arkansas e un suicidio assistito nella clinica svizzera, non c’è una differenza sostanziale”.

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonti:

https://www.loccidentale.it/articoli/146821/dj-fabo-quagliariello-idea-consulta-vuole-pentobarbital-per-legge-cosi-si-potra

Intervista di ad Alberto Zangrillo: www.tempi.it

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