Futuro senza figli… Italia senza futuro

Crisi economica e andamento demografico sono inscindibilmente collegati: se la popolazione non cresce, il paese si impoverisce, venendo a decrescere il prodotto interno lordo.

http://www.sardegnaoggi.it/fotografie/15505_600_300_dy_La_Sardegna_ai_primi_posti_per_il_tasso_di_denatalita.jpg

Intorno a questo rapporto Ettore Gotti Tedeschi, economista di area cattolica, da anni ha costruito le sue analisi sulla crisi italiana, arrivando a denunciare l’ideologia della denatalità e l’ambientalismo neomalthusiano, secondo cui  l’uomo sarebbe il cancro della natura e bisognerebbe ridurne la crescita.

Sulla stessa linea il premio Nobel, nel 1971, per l’economia Simon Kuznets, che ha studiato – già dagli anni Sessanta del ‘900 – il legame tra dinamica della popolazione e crescita economica. Ancora prima era stato un guru dell’economia del XX Secolo, John Maynard Keynes, a mettere in rapporto andamento del Pil e andamento demografico, arrivando ad affermare, nel 1937, in un discorso alla “Eugenics Society”: “Una popolazione crescente ha un’importante influenza sulla domanda di capitale. Non solo la domanda di capitale aumenta – al netto del progresso tecnico e del miglioramento delle condizioni di vita – in approssimativa proporzione alla popolazione. Ma poiché le aspettative degli imprenditori si fondano più sulla situazione attuale che su quella futura, un’èra di popolazione crescente tende a promuovere l’ottimismo, dato che la domanda tenderà a superare le aspettative, piuttosto che deluderle“.

A rafforzare, per l’Italia, questo connubio tra economia e demografia, è un’analisi del marzo 2018 (Il contributo della demografia alla crescita economica: duecento anni di storia italiana, “Questioni di Economia e Finanza”, n. 431) di tre economisti della Banca d’Italia, Barbiellini, Gomellini e Piselli, che hanno quantificato andamenti economici e crisi della natalità, collegandola alla decrescita del Pil nel periodo 2011-2016. In quegli anni il calo medio annuo del tasso di occupazione (-0,48%) sommato a quelli della popolazione in età di lavoro (-0,26%) e della produttività (-0,24%), non ha trovato adeguata compensazione nell’incremento della popolazione (0,41%) riflettendosi in una caduta del Pil al ritmo medio di 0,56% per anno.

Rispetto al “che fare” i tre economisti hanno individuato quali potenziali effetti compensativi per il caso italiano l’allungamento della vita lavorativa, l’aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro e l’evoluzione nella dotazione di capitale umano della forza lavoro (con un impatto sui tassi di occupazione e migliori livelli di efficienza dei lavoratori relativamente più elevati). Si tratta di “contromisure” tecniche, le quali però – visto il calo della popolazione  – appaiono insufficienti rispetto ad una crisi che ha ormai assunto caratteristiche epocali e motivazioni di taglio antropologico.

Come emerge da una recente ricerca, condotta dall’Istituto Noto Sondaggi per conto della Fondazione Carlo Donat-Cattin, dedicata alle “Analisi delle attese e dei bisogni dei giovani in relazione al futuro”, la maggioranza dei giovani italiani tra i 18 ed i 20 anni immagina il proprio futuro senza figli. Il 51% dei ragazzi interpellati non si immagina genitore. Tra questi il 31% stima che a 40 anni avrà un rapporto di coppia ma senza figli e un ulteriore 20% pensa che sarà single. Nel valutare i motivi per cui i giovani non vogliono avere figli gli intervistati indicano ragioni che riguardano sia  la sfera sociale (la carenza di lavoro in primis), cui segue l’assenza di politiche adeguate per la famiglia, sia una crisi delle relazioni stabili, mentre il  37% degli intervistati ritiene i figli un ostacolo, in quanto condizionano la vita.

Rispetto a questa volontà, i giovani possono essere divisi in tre categorie: chi ha un atteggiamento che si può definire “narcisista”, per cui un figlio, e più in generale, legami stabili, limitano la propria libertà; una motivazione più “realista” che riguarda la paura di non potersi permettere economicamente questa possibilità; una mancanza di fiducia nella società, quale indice di un atteggiamento “nichilista”, che evidenzia il pessimismo di questo target nel guardare al futuro.

Peraltro in rapporto al futuro si notano differenze nella percezione dei giovani, se si considera la dimensione personale o quella collettiva nazionale. Nel primo caso la maggioranza si sente ottimista; pensando invece al futuro dell’Italia, la quota degli ottimisti diventa minoranza (43%). Di fondo viè la percezione di sentirsi esclusi dalla società (55% degli intervistati) e dunque dalla possibilità di “scommettere” sul futuro, “immaginandosi” genitori.

https://www.beppegrillo.it/wp-content/uploads/2018/06/senzafuturo-1024x534.jpg

Al di là delle richiamate carenze sociali e lavorative del nostro Paese ad emergere è una mancanza di certezze che toccano l’animo profondo delle giovani generazioni, il senso del loro destino, l’idea stessa di costruire legami stabili e di mettere su famiglia (figli compresi).

Non è un bel vedere per il futuro (economico e non solo) dell’Italia. A decrescere non è solo l’economia ma la nostra stessa cultura, il senso di un’appartenenza e di un futuro. In gioco c’è la stessa identità nazionale, insieme alla tenuta del nostro sistema economico e sociale: una sfida non facile che va evidentemente ben al di là di qualche intervento tampone o di possibili aggiustamenti parziali (contributi alle famiglie, asili nido, forme di tutela della donna-madre), toccando le ragioni stesse del nostro essere Nazione, sintesi culturale ed identitaria pronta a scommettere su un destino comune. Un destino che, senza l’aspettativa dei  figli, è ben difficile da immaginare.

Fonte: https://www.ricognizioni.it/futuro-senza-figli-italia-senza-futuro/

RISCHI DI STAR BENE SE CURI LE INTOLLERANZE ALIMENTARI
Ogni essere umano è un'immensità racchiusa in un corpo: è impensabile omologare un sistema di cura per tutti. Esiste il malato, prima della malattia
di Massimo Citro

Rischi di Star Bene se Curi le Intolleranze Alimentari

Ogni essere umano è un'immensità racchiusa in un corpo: è impensabile omologare un sistema di cura per tutti. Esiste il malato, prima della malattia

di Massimo Citro

Hai mai notato una correlazione tra i tuoi dolori e quello che mangi? "Rischi di Star Bene se Curi le Intolleranze Alimentari" del Dottor Massimo Citro Della Riva, autore dei bestseller "Eresia" e "Apocallise" che hanno venduto migliaia di copie in tutto il mondo, ti aiuta a scoprire:

  • la vera causa di moltissime malattie è negli alimenti ai quali si può essere intolleranti;
  • come le intolleranze possono essere diagnosticate e curate.

Dalla trentennale esperienza di questo medico, finalmente un libro del tutto nuovo che, in maniera divertente e ironica, ma rigorosamente scientifica, racconta i trucchi del mestiere e tutta la verità che si deve sapere sulle intolleranze alimentari.

C'è una connessione tra la tua emicrania e il formaggio? Ti sei mai chiesto se la tua allergia ai pollini dipenda in realtà da qualche intolleranza alimentare?

Il Dottor Citro Della Riva ha trovato risposta a queste domande grazie a nuovo approccio scientifico che ha permesso a migliaia di pazienti di migliorare la propria qualità di vita, semplicemente curando le intolleranze.

Stiamo parlando di un metodo rivoluzionario, perfezionato sulla base teorie e pratiche ormai consolidate in Germania. Da più di trent'anni infatti in questo Paese è stato sviluppato un metodo d'indagine che consente d'individuare con certezza quali alimenti non sono tollerati.

Si tratta di un test per risonanza, che si fonda sulla relazione tra le frequenze elettromagnetiche emesse dall'alimento e quelle del corpo umano.

"Rischi di Star Bene se Curi le Intolleranze Alimentari" è un libro per medici, pazienti e tutti coloro che intendono approfondire la relazione tra alimenti e salute.

Quando si parla di intolleranza non si intende ovviamente un'allergia. L'intolleranza è un meccanismo di difesa dell'organismo nei confronti di qualcosa di ostile, come un alimento che, se ingerito, finisce per farci male.

Il corpo lo rifiuta e tenta di espellerlo. È il corpo che comanda, non la bocca né il piacere del palato. Ce lo dice a suo modo, creando sintomi che attirino la nostra attenzione.

Questo libro non solo ti permette di identificarli, ma anche di risolverli, curando le tue intolleranze.

...

Un commento

  1. Una cosa che noto da anni, ma soprattutto da quando è iniziata la farsa pandemica, è questa contrapposizione assoluta tra chi crede nel malthusianesimo e gruppi religiosi che vanno ostinatamente contro queste politiche.
    Insomma, non c’è mai un equilibrio.

    Quello che andrebbe compreso una volta per tutte è che questo pianeta non ha risorse infinite, e l’essere umano non può e non deve continuare a riprodursi in maniera indiscriminata, specie in quelle aree geografiche dove la religione ha sostituito lo stato di diritto.
    L’uomo è crudele verso i suoi simili e verso la Natura e le sue creature, non ha rispetto per la Vita, nemmeno la sua, e pensa solo a consumare ed esistere senza porsi il minimo problema delle risorse e di come evolvere e fare da cambiamento.

    Tutto questo è ormai insostenibile, ben venga quindi la decrescita della popolazione che porti ad una riproduzione più responsabile e consapevole.

    Ricordiamoci che il pianeta manda eventi catastrofici ciclicamente, onde alleggerire il carico su se stessa di una specie umana insensibile, arrogante e cattiva.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *