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I lupini, legumi dimenticati dalle straordinarie qualità terapeutiche

di Silvia Lazzerini

Il lupino è un legume molto antico, noto fin dall’antichità per le sue proprietà terapeutiche, utilizzato dagli Egizi e persino dai Maya. Secondo uno studio effettuato dall’Unità di metabolismo-nutrizione dell’Istituto scientifico universitario San Raffaele di Milano, il lupino sarebbe l’alternativa, tutta naturale, all’insulina.

LupiniProtagonista di questa scoperta, è una proteina vegetale presente in abbondanza in questi legumi, la conglutina-gamma. Secondo quanto dichiarato dal coordinatore della ricerca, il professor Livio Luzi, e in base ai dati raccolti “la conglutina-gamma, come l’insulina, facilita il reclutamento delle cellule muscolari giovani, incentivando la loro fusione in fibre muscolari mature promuovendo un incremento della loro lunghezza e diametro. Grazie a questo meccanismo di regolazione della crescita muscolare potrebbe essere impiegata anche come integratore alimentare e sportivo.

Ci viene spontaneo chiederci quanti lupini sia necessario assumere per avere l’effetto di una dose di insulina. Ileana Terruzzi, la ricercatrice che si è occupata del protocollo e della parte sperimentale dello studio, spiega che non è possibile stabilire una dose vera e propria. Perchè? Il seme di lupino è così composto: proteine per il 45% e di questa percentuale solo il 5% è formato dalla conglutina-gamma. E’ una concentrazione relativamente bassa, ma è stato appurato che l’effetto è come quello dell’insulina. Per condurre l’esperimento, ha spiegato Ileana Terruzzi, la conglutina è stata purificata e isolata dal lupino. La medicina tradizionale era a conoscenza di questa particolare proprietà, ma essa era attribuita a tutto il seme, mentre questo recente studio, ha avuto il merito di dimostrare che è la conglutina-gamma ad avere questo specifico effetto.

Lo scopo dello studio sarà quello di capire quale sia l’effetto di una miscela derivante dall’estratto di lupino, e servirà a capire se una somministrazione orale è in grado di agire nello stesso modo, in parole povere, ingerendola e non inettandola. In base ai dati raccolti durante lo studio, sembra che la conglutina sia in grado di resistere agli enzimi, superando praticamente intatta lo stomaco e quindi mantenendo la sua attività dopo l’assorbimento. Sarebbe dunque guerra aperta al diabete. Ma le proprietà del lupino non finiscono qui: è un alimento in grado di ridurre il colesterolo, ottimo nel prevenire le malattie cardiovascolari, tanto che l’Unione Europea ha finanziato un progetto di ricerca chiamato Healthy-Profood.

I risultati della ricerca del San Raffaele sono stati pubblicati sulla rivista “Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseasesas” e sostengono l’ipotesi che la conglutina-gamma abbia un ruolo determinante nella regolazione dei processi di sintesi delle proteine. In pratica, “mimando” l’azione dell’insulina, questa sostanza incrementa la concentrazione di proteine in grado di attivare il ‘trasportatore di glucosio del muscolo’ (GLUT-4) e di regolare il metabolismo energetico muscolare.

Per ciò che concerne le proprietà anti-diabete, il team dello studio definisce la conglutina-gamma del lupino “molto interessante per il potenziale trattamento del diabete di tipo 2 con dei vantaggi rispetto la terapia tradizionale”. La conglutina-g, come gli insulino mimetici, non stimola la secrezione insulinica, evitando così crisi ipoglicemiche acute. E poi, non meno importante, essendo un derivato naturale è potenzialmente scevro da effetti indesiderati. A questo punto non resta che sfruttare le sue qualità in veste di composto insulino-sensibilizzante e dar vita al percorso che porterà alla sua applicazione come farmaco, come integratore alimentare nell’obesità, e anche in altre condizioni insulino-resistenti, come la sindrome metabolica.

I lupini, le cui proprietà erano conosciute ben 4.000 anni fa, dopo un lungo periodo di oscurantismo tornano prepotentemente nella nostra dieta. E a benficiarne è anche il suolo su cui i lupini vengono coltivati, poichè lo fertilizzano, e non solo… del lupino nulla va perduto: dai semi tostati si può ottenere un surrogato del caffè, in fitoterapia la farina dei semi secchi è utile contro malattie della pelle ed eczemi. Inoltre la farina di lupino è utile in cucina perchè colora in modo naturale biscotti e fette biscottate, ed è un ingrediente decisamente particolare per le formule alimentari dei neonati che soffrono di particolari allergie. Largo dunque ai lupini e al loro ritorno sulle nostre tavole e in medicina!

Articolo di Silvia Lazzerini

Fonte: http://www.improntaunika.it/2014/06/i-lupini-legumi-dimenticati-dalle-straordinarie-qualita-terapeutiche/

VIDEO CORSO - LA VERITà SUL DIABETE — DIGITALE
Prevenire, Curare, Guarire
di Gudrun Dalla Via, Marcello Pamio, Francesco Oliviero, Gabriel Cousens, Roberto Antonio Bianchi (Medico), Joel Fuhrman, Domenico Battaglia, Neal D. Barnard

Video Corso - La Verità Sul Diabete — Digitale

Prevenire, Curare, Guarire

di Gudrun Dalla Via, Marcello Pamio, Francesco Oliviero, Gabriel Cousens, Roberto Antonio Bianchi (Medico), Joel Fuhrman, Domenico Battaglia, Neal D. Barnard

Il diabete, insieme a cancro e disturbi cardiovascolari, è la principale pandemia dei nostri tempi, in grado di colpire milioni di italiani fin dall’infanzia.

I massimi esperti, le scoperte più recenti

Il Dr. Neal Barnard, uno dei massimi esperti mondiali sul diabete, e altri autorevoli ricercatori italiani e d’oltreoceano si sono riuniti appositamente per confrontarsi ed esporre i risultati ottenuti.

Oggi abbiamo la certezza che il diabete di tipo 2 (che riguarda oltre il 90% dei pazienti afflitti) può essere curato e guarito in poche settimane, in maniera naturale, senza farmaci né interventi chirurgici.

Cos’è il diabete?

Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dall’aumento della concentrazione di glucosio nel sangue, causata da un difetto nella produzione o nell’azione dell’insulina, un ormone secreto dal pancreas e indispensabile per il metabolismo degli zuccheri.

Il diabete mellito di tipo 1 riguarda il 10% dei malati e si verifica quando il pancreas non è più capace di produrre insulina.
Nel diabete di tipo 1 si parla di “insulino-dipendenza”.

Il diabete mellito di tipo 2 è la forma più comune di diabete, con milioni di malati in Italia, e rappresenta oltre il 90% dei casi.
L’eccesso di proteine animali, zuccheri, carboidrati raffinati e altri alimenti e bevande “spazzatura” stimola una smisurata produzione di insulina da parte del pancreas, fino a tre volte superiori alla norma, rendendo l’organismo incapace di assorbirla e sviluppando così l'“insulino-resistenza”.

Diabete e Alzheimer

Il diabete e la demenza senile sono strettamente collegate, al punto che alcuni autori e ricercatori definiscono l’Alzheimer Diabete 3.

L’insulina e le terapie farmacologico-sanitarie sono superate?

L’insulina e i farmaci di sintesi chimica possono davvero curare il diabete? Oppure si limitano ad abbassare artificialmente il livello glicemico del sangue senza intervenire sulle reali cause della malattia? Siamo fermi al 1920.

La cura del diabete è ancora ferma a un secolo fa, quando nel 1922 i premi Nobel Frederick Banting e John Macleod normalizzavano i livelli glicemici di un cane diabetico con un estratto pancreatico acqueo.

“Somministrare insulina farmaceutica a un malato di Diabete di tipo 2 è come somministrare alcool ad un alcoolizzato”
Dr. Jason Fung 

L’insulina artificiale farmaceutica è l’equivalente di una droga: crea dipendenza, non risolve il diabete, non lo cura, non lo guarisce, tiene basso l’indice glicemico in maniera artificiale e, dopo un miglioramento di pochi mesi, si rendono necessarie dosi sempre più elevate.

Cosa contiene: informazioni sui contenuti

  • Guarire si può: scoperte e risultati scientifici
  • Cos’è il diabete
  • Da cosa è causato
  • I numeri dell’epidemia
  • Gli effetti
  • Cos’è l’insulina
  • Come funziona
  • Prevenire, curare, guarire
  • Testimonianze
  • Intervista esclusiva a Neal Barnard

Gli esperti

  • Neal D. Barnard
  • Francesco Oliviero
  • Gabriel Cousens
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