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Pensavo al Passato

di Mauro Vanzini

Pensavo al passato. Anzi, pensavo al pensare al passato.

C’è chi dice, e forse anche lo pensa, che non bisogna pensare troppo al passato, non dobbiamo ristagnare nei ricordi, ma invece proiettarci verso il futuro.

Io però vedo che i più, al passato ci pensano eccome, rimuginano, tornano indietro con la mente, ritoccano di continuo le scene, nell’assurda speranza di sistemare le cose: non avessi detto quella frase, quel giorno, non avessi comprato questa casa, non avessi sprecato tanto tempo in quegli anni… o ne avessi “sprecato” di più!

Lo ammetto, i miei pensieri, e la mia vita attuale, sono impregnati del mio vissuto, perché non ho altro. La mia esperienza è l’unica lezione che posso seguire, il resto sono solo parole, lette magari in un libro, o a loro volta esperienze di qualcun altro, ma comunque giunte a me solamente sotto forma di parole. Possono aiutarmi, possono incrociare per un tratto la mia vita, ma nel profondo sono io l’unico creatore della mia realtà e l’unico fruitore delle mie percezioni.

Attribuisco la massima importanza alle mie percezioni, e agli infiniti istanti del mio passato, li considero l’unica mia vera e concreta realtà.

Mi succede, a volte, che quando con la mente viaggio verso il passato, percepisco tutto con una completezza nuova, una visione ed anche una gioia, che allora non c’erano. Non credo si tratti semplicemente della distorsione di un ricordo, o della sua rimozione, o magari di una sapiente patinatura applicata dal futuro. Non è la versione distaccata e romanzata di un avvenimento. Credo anzi che sia proprio il completamento di quell’avvenimento, come se la mia presente percezione del passato, fosse in realtà parte del processo di acquisizione di quanto accaduto.

Ho sentito nella testimonianza di una NDE, che il tempo non è altro che la distanza che ci separa dalla piena coscienza del “qui e ora”, l’unico ed eterno punto dello spazio-tempo. Credo sia questo il cammino da percorrere: risalire la corrente delle percezioni, delle esperienze, e della vita intera, per arrivare un giorno, liberi da ansie, paure e gusci mentali, a vivere in piena coscienza una realtà dove il tempo e lo spazio non esistono più. Allora, torneremo ad ogni cosa bella del passato come se non fosse mai finita, e ad ogni bella persona come se non se ne fosse mai andata.

Ritorna ad esempio a quella volta di tanti anni fa, ti ricordi vero? Quell’incontro, quella sera… Se tu avessi piena lucidità, e memoria perfetta di ogni minimo dettaglio, relativamente a quanto vissuto, diresti ancora che quell’episodio è avvenuto tanti anni prima? Non sarebbe come se fossero solo pochi minuti? O pochi secondi… o zero!

Articolo di Mauro Vanzini

Fonte: www.conoscenzealconfine.it

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