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La Norvegia spende quasi 1 miliardo in strade ciclabili

di Michela Dell’Amico

Il solito Nord sta facendo impallidire di vergogna il resto d’Europa.

Piste ciclabili in NorvegiaMentre noi italiani (60 milioni) siamo ancora in attesa di capire se e come saranno spesi i 33 milioni di euro promessi per la mobilità cittadina dalla Legge di Stabilità 2016, la Norvegia (5 milioni di abitanti) annuncia lo stanziamento di 8 miliardi di corone – udite udite, circa 840 milioni di euro – da dedicare esclusivamente alle biciclette, più precisamente a una rete di superstrade veloci chiuse alle auto e a doppio senso, che dovrebbe collegare le periferie alle città e anche fra loro le principali 9 città del Paese, in modo da facilitare i collegamenti per i pendolari e incentivarli all’uso della bici.

La cosa garantirebbe una sicurezza senza precedenti e anche una notevole velocità di movimento per chi sceglie le due ruote, potenziando l’uso del mezzo pulito al di là dei tragitti cittadini. Eppure la Norvegia non ha una vocazione per la bici così estrema (compie il 4% di tutti gli spostamenti in bici, contro ad esempio il 17% della Danimarca), per via di un clima e di un’orografia difficili. Ma dietro a questa scelta c’è più di un buon motivo.

Non si parla solo di fare qualcosa per l’ambiente e compiacere un elettorato sensibile al tema. Non si tratta solo del dovere di rispettare quei tagli alle emissioni che noi non rispettiamo neppure sotto l’accetta delle sanzioni stabilite in sede comunitaria. La scelta del governo norvegese è anche una scelta di interesse economico, dovuta all’esigenza di diversificare le sue entrate . Come stanno facendo anche ad esempio gli Emirati Arabi, che investono in energia pulita, la Norvegia – il 15esimo produttore di petrolio al mondo – si prepara a costruire la più vasta centrale eolica europea e punta su nuove infrastrutture (ciclabili ma anche ferroviarie) per risollevare un’economia che soffre molto il calo del prezzo del greggio.

Come molti altri Paesi produttori, vuole minimizzare il consumo interno per massimizzarne l’export verso Paesi che mantengono (e a quanto pare manterranno anche in futuro) un alto consumo di idrocarburi, come il nostro.

Noi, con i nostri ridicoli investimenti in mobilità sostenibile, con il mancato rispetto delle poche piste ciclabili presenti, e con la nostra affezione per l’auto, nonostante un clima mite (la Norvegia è un Paese ricco, ma per sostenere i suoi nuovi progetti vuole anche tassare gli automobilisti, cosa che da noi solleverebbe le masse), arriviamo al punto di investire in idrocarburi, proprio nel momento in cui gli altri disinvestono anche per motivi economici, trivellando le coste più amate del Mediterraneo.

Fonte: www.wired.it

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