di Geraldina Colotti
L’esercito siriano ha confiscato armi, munizioni e missili americani e israeliani nel campagna di Daraa, che appartenevano ai terroristi.
Le autorità siriane affermano che tra le armi scoperte figuravano avanzati sistemi di missili anti-carro “TOW”, fabbricati negli Stati Uniti e missili “LAW” di fabbricazione israeliana. Ci sono anche mitragliatrici “PKC “per uso generico, un cannone “B-10,” una mitragliatrice pesante “Dushka”, proiettili “RPG”, un fucile da cecchino e telecamere. Il rapporto specifica inoltre che ci sono armi medie e leggere e diversi tipi di munizioni e mortai di 23 mm e 14,5 mm.
La scoperta è arrivata durante un’operazione di ricognizione nella città strategica di Al-Yadodeh e nei suoi dintorni nel campagna occidentale di Daraa, nel sud-ovest della Siria. Il funzionario dell’esercito siriano ha dichiarato all’agenzia SANA che “le operazioni di ricognizione continuano a liberare l’area da ordigni esplosivi improvvisati, proiettili e mine lasciate dai terroristi”.
I militari siriani hanno scoperto un magazzino abbandonato da terroristi in un altro luogo, nelle fattorie tra Babila e Beit Saham, nella parte meridionale di Damasco. Tra gli oggetti confiscati in quest’ultima postazione, c’erano missili anti-carro guidati “TOW”, forniti dagli Stati Uniti. Il missile “TOW” è un’arma usata per distruggere veicoli corazzati e blindati, bunker, fortificazioni e praticamente contro qualsiasi obiettivo.
L’esercito siriano e i suoi alleati hanno spesso scoperto depositi di terroristi con armi, munizioni, carri armati, missili avanzati e materiali esplosivi prodotti dagli Stati Uniti e da Israele: sia gli Stati Uniti che il regime israeliano hanno sostenuto vari gruppi terroristici e i cosiddetti “ribelli”, come hanno confermato numerosi rapporti.
Tuttavia, nonostante il sostegno straniero alle bande terroristiche, l’esercito siriano è riuscito a recuperare decine di città nel centro e nel sud del paese, che erano cadute nelle mani dei gruppi armati e ripristinato la sicurezza per consentire il ritorno dei civili.
Articolo di Geraldina Colotti
Fonte originale: SANA
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