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Nella triste realtà della vita moderna serve il “Ministero della solitudine”

di Paolo Ermani 

In Inghilterra, il motivo di questa clamorosa scelta, lo ha spiegato la stessa May, dicendo che: “Per troppe persone la solitudine è una triste realtà della vita moderna”.

Il suo è un epitaffio, l’ammissione di una sconfitta totale su tutta la linea. Si certifica in questo modo ufficialmente nella maniera più istituzionale possibile, addirittura con un Ministero, che il nostro sistema, la nostra società non producono affatto benessere, ma solitudine e depressione e il problema è così grave che si deve istituire pure un ministero apposta. Una delle nazioni più potenti della terra che influenza il mondo intero, la cui lingua è diffusa ovunque, con la sua ricchezza, la sua cultura, la sua magica e scintillante London, le sue mode, il suo Jet set, è disperatamente sola.

La Croce Rossa britannica fa riferimento a un esercito di 9 milioni di persone che sostengono di essere sempre o spesso sole. Ma ciò non può che essere la diretta conseguenza di tre fattori determinanti: il distacco dalla natura, le relazioni sempre più virtuali e la vita sacrificata al Dio denaro.  Ma nonostante il fatto che siamo nell’era della iperconnessione e ipercomunicazione, finchè saremo sangue e carne avremo bisogno di contatto fisico, vicinanza, calore, condivisione che è assai difficile ottenere da uno schermo, che sia esso un computer, un cellulare o una televisione.  C’è infatti qualcosa che non torna, che non quadra nella società dove siamo tutti connessi e attraverso il mondo digitale possiamo fare cose fantastiche e inimmaginabili. Sembra che tutto ciò non sia sufficiente a fornire le risposte esistenziali di base e a esigenze che sono innate in noi.

Ma cosa fa un Ministero della Solitudine? Ti manda a casa delle persone che ti leggono delle storie o ti tengono la mano? E perché ci dovrebbe essere bisogno di questo? I figli non ci sono, gli amici non ci sono, i parenti non ci sono? O sono forse tutti troppo indaffarati a comprare, a guadagnare, a chattare con altri soli come loro? Se non costruiremo una società che recuperi la relazione diretta con gli altri, il rapporto con la natura e dove la vita non sia sprecata a comprare e vendere, dopo il Ministero della solitudine avremo quella dell’assistenza ai suicidi, poi quello della mancanza di senso e poi quello della fine dei valori.

Molte persone, oggi, vogliono ritrovare gli altri e la natura, perché non capiscono e non riconoscono  più il senso di quello che stanno facendo. Dopo la sbornia tecnologica e avendo esaurito tutte le risorse nella folle corsa verso il niente, se non ci saremo autodistrutti completamente, ritorneremo ad abbracciarci, parlarci e a ridere della follia di un Ministero della solitudine, nell’epoca in cui eravamo tutti connessi e lontanissimi.

Articolo di Paolo Ermani 

Fonte: http://www.ilcambiamento.it/articoli/nella-triste-realta-della-vita-moderna-serve-il-ministero-della-solitudine

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