New York Times: “Alieni, reali o no, se ne parla a Washington”

New York Times: "Alieni, reali o no, Se ne parla a Washington"E’ stranoto lo scetticismo dei media ufficiali su qualsiasi notizia riguardi anche solo vagamente gli Ufo, e ancor più la possibilità che alieni provenienti da chissà dove si divertano a svolazzare, magari perfino a scendere sul nostro pianeta. L’argomento è da sempre tabù per l’informazione “seria”, chi osa parlarne si espone automaticamente all’irrisione, più che trattando di fantasmi o del mostro di Lockness. Roba da film, o da blog molto alternativi, e cospirazionisti.

Date queste premesse, sorprende non poco leggere proprio sul New York Times, principe dei giornali, un resoconto della recente audizione-maratona al National Press Club. Non solo. Un articolo/post dai toni tutto sommato seri, collocato addirittura nella sezione “Politica”. Probabilmente per via  della presenza – inedita o quanto meno rara – di ben sei ex parlamentari – che hanno reso la faccenda una cosa degna di nota. Una sorta di evento, “di cui si è tranquillamente discusso nei corridoi del potere, a dispetto del ridicolo che di solito accompagna i dibattiti sugli U.F.O”, racconta il NYT.

Il tono della cronaca è più che mai distaccato, e (per fortuna) un po’ di ironia non manca, a cominciare dall’attacco: “Mentre il presidente Obama in Messico stava promuovendo un’ispezione sull’immigrazione, sei ex parlamentari si radunavano a pochi passi dalla Casa Bianca per valutare quel che considerano un segreto imposto dal governo intorno a un altro tipo di visitatori: quelli che vengono da molto più lontano”.

Il racconto è però preciso, e condito da dichiarazioni, nella tradizione dell’autorevole foglio. Anche se ovviamente meno dettagliato della cronaca – addirittura quotidiana, con video, links, interviste e collegamenti live – proposta dall’Huffington Post Usa, tra i pochi altri media a parlarne, insieme al Toronto Chronicle e alla tv MSNBC. E al Wahington’s Post che però, fedele alla tradizione irridente, ne fa un racconto di puro divertimento ma invero un po’ crtiptico. Tralasciamo blog e siti vari.

Racconta il NYTimes: “Per cinque giorni gli ex legislatori hanno presieduto a dibattiti con accademici e funzionari pubblici, agenti segreti, militari – ovviamente ex – che riferivano sulle loro ricerche o dirette testimonianze degli oggetti non identificati e degli extraterrestri che si presumibilmente li occupavano”.

A organizzare il tutto, il Paradigm Research Group, che si dice impegnato a mettere fine all’embargo del governo sull’esistenza della vita extraterrestre. “I legislatori erano lì nella speranza che la loro presenza e la loro credibilità politica sarebbe stata sufficiente a persuadere il Congresso americano a prendere sul serio la faccenda”.

“L’evento, chiamato Citizen Hearing on Disclosure (Audizione dei cittadini per la divulgazione), può aver fatto erroneamente pensare a un appoggio a favore della trasparenza del governo”, si aggiunge tuttavia.  Pur osservando che alcuni dei partecipanti sono stati molto nettamente a favore.

“Qualcosa sta monitorando il pianeta, e lo stanno facendo con molta cautela perché siamo un pianeta molto guerresco/portato alla guerra”, dice Mike Gravel, già senatore Dem dell’Alaska, che ha corso alle primarie presidenziali del 2008 sia dei Democratici che dei Libertari.

“Ho esplorato come potremmo far uscire questo tema fuori dalle ombre delle stranezze marginali”, dichiara a sua volta Roscoe Bartlett, parlamentare repubblicano del Maryland fino all’anno scorso. “Noto per aver suonato l’allarme sulle minacce poste all’infrastruttura energetica americana dagli impulsi elettromagnetici, o EMP, l’onda d’urto che deriva da armi nucleari fatte esplodere fuori dall’atmosfera terrestre”(sic).

“Sono arrivato a capire e ad apprezzare l’importanza di un governo aperto e trasparente e del potere della verità. Non siamo soli nel cosmo”, ha detto l’89enne Paul Helleyer, ministro della Difesa del Canada negli anni 60, (ingegnere, politico e scrittore visionario, convertitosi da tempo a fan di Ufo & alieni, ndr).

(L’HuffPost aggiunge altre battute di Gravel che, già agente speciale per il controspionaggio, essendosi a suo tempo battuto dal Senato per il diritto di sapere la verità dietro la guerra del Vietnam, oggi la penserebbe allo stesso modo per quel che riguarda Ufo e dintorni. “Non so se ci siano piccoli uomini verdi o purpurei, o altri esseri del genere. Quel che so è che nel mondo ci sono migliaia e migliaia di avvistamenti. Alcuni possono essere allucinazioni, ma a un esame più approfondito altri appaiono reali. C’è qualcosa di cui non siamo a conoscenza”. E ancora: “Essendomi opposto in tutta la mia carriera al complesso militar-industriale e al fatto che abbiamo un’eccessiva segretezza, non è un buon servizio ai cittadini avere un esercito che,  convinto che questa roba debba rimanere segreta, rifiuta di aprire i suoi files”.)

Ma torniamo al NYT che si chiede cosa può aver spinto i parlamentari a partecipare all’audizione e a porre domande. Forse la curiosità, risponde. “Il nostro paese ha sempre preso in giro questi temi, scherzando sugli esseri verdi con le antenne. Ora scopro che c’è molto di più, e che non è uno scherzo. Ci sono dati scientifici da qualche parte”, dichiara Carolyn Kilpatrick, democratica del Michigan che ha perso il seggio nel 2010.

Un’altra ragione, ipotizza però ironico il NYT, può essere il fatto che gli organizzatori hanno detto di aver pagato ogni partecipante $20.000. (Il WPost più sarcastico parla di partecipanti “stipendiati”). Eppure c’è chi è rimasto scettico. “Solo perché il governo può aver avuto dei documenti su come gestire gli extraterrestri, non vuol dire che ve ne siano” dubita Merril Cook, repubblicana eletta due volte alla Camera dei rappresentanti.

Quanto agli studiosi della materia, alcuni pensano che questi incontri non aiutino gran che. Per esempio Leslie Kean, giornalista autrice di “U.F.O.: Generali, Piloti e Funzionari pubblici al registratore” – interviste di prima mano a personaggi convinti di averli visti, quegli oggetti alieni – sostiene che “vi sia realmente qualcosa di importante su questo tema e un lato molto serio della questione, ma non è quel che è stato presentato in questo evento”.

Tra i più convinti sostenitori della causa alcuni partecipanti citano un personaggio di primo piano come John Podesta, già capo staff del presidente Bill Clinton alla Casa Bianca (e membro del Transition Team di Obama nel 2008, nonché docente universitario) a causa del suo ruolo nel preparare l’Executive Order 12958, che chiede la declassificazione della maggior parte dei documenti del governo vecchi almeno di 25 anni.

Ma la possibile esistenza di vita extraterrestre non è esattamente il motivo per cui Podesta crede nella trasparenza: “Alla fine ci saranno persone che diranno che ci sono comunque altri files che non sono stati divulgati”, ha detto in un’intervista, citata dal NYT. Mostrando una certa dose di scetticismo.

Gli oggetti volanti però avevano attirato la sua attenzione. Anni dopo, nel giugno del 2011, il Center for American Progress, pensatoio liberal di ricerca politica fondato tempo addietro da lui stesso, ha ospitato funzionari pubblici del Pentagono, della Nasa e del Dipartimento dei Trasporti, nonché personale del Congresso e ex funzionari di vari organismi di intelligence, per un briefing tenuto dalla signora Kean (vedi sopra) e da esperti, ricercatori universitari e militari stranieri.

Il briefing del tutto privato era organizzato per discutere una proposta: che il governo americano istituisca un piccolo ufficio con due addetti per investigare i misteriosi avvistamenti e cercare di capire cosa nascondono applicando un metodo scientifico. La proposta non si riferiva agli U.F.O., ma agli U.A.P., fenomeni aerei non identificati, come se coloro che hanno stilato la proposta fossero ben consapevoli di come il loro obiettivo potesse essere percepito (data la cattiva fama degli U.F.O. negli ambienti “alti” ndr).

“C’erano persone interessanti e credibili che avevano osservato fenomeni aerei rimasti inspiegati, che avevano bisogno di un ulteriore seguito di indagine”, aveva spiegato Podesta. “Andare indietro, guardare e declassificare qualsiasi documento pubblico esistente è una cosa importante da fare”, aveva concluso.

Per maggiori informazioni sul progetto: http://www.citizenhearing.org/

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