di Michele Crudelini
L’inchiesta di Bergamo continua. Le testimonianze dei protagonisti e i documenti inediti confermano i nostri sospetti: le autorità sanitarie preposte alla gestione della diffusione del Covid erano nel migliore dei casi completamente impreparate, nel peggiore soltanto attente alla conservazione del potere.
Sileri, il Pentito
Prendiamo il caso Sileri. Il sottosegretario al ministero della Salute, eletto in quota Movimento 5 Stelle con un programma che prevedeva la piena libertà di scelta in ambito sanitario, è stato uno dei principali sponsor mediatici di tutte le decisioni prese dal suo dicastero. Nelle testimonianze rilasciate alla Procura di Bergamo Sileri ha invece il tono impaurito di chi è sopravvissuto per miracolo ad un centro di detenzione.
Ecco cosa pensava realmente Sileri dei suoi colleghi della gestione dell’emergenza: “Ho sin da subito notato un comportamento poco professionale. Mancava in modo assoluto la programmazione e i rappresentanti andavano aumentando di giorno in giorno. Oltre a ciò, i verbali delle sedute della task force sono sicuramente parziali, stante l’assenza di numerose dichiarazioni mie“.
L’ex sottosegretario sostiene poi di aver tentato di mettere a verbale questi rimproveri, ma con poco successo, perché: “Il 6 marzo, Goffredo Zaccardi – capo di gabinetto di Speranza – diceva a me e a Friolo che dovevamo stare tranquilli, altrimenti avrebbe usato contro di noi dei documenti che aveva nel cassetto”.
Squallidi ricatti animavano quindi decisioni che avrebbero avuto ripercussioni su tutta la popolazione e niente ci impedisce di pensare che tali dinamiche si siano ripetute per tutte le fasi dell’emergenza. Domanda: perché Sileri rivela queste cose con tre anni di ritardo?
Le Omissioni dell’AIFA
Nell’inchiesta di Bergamo c’è poi anche spazio per l’AIFA, l’ente pubblico teoricamente preposto all’autorizzazione dei medicinali in Italia. Le chat dell’ex direttore generale dell’AIFA, Nicola Magrini, e dei suoi collaboratori testimoniano anche in questo caso un clima di paura e omissioni volontarie. Si parla per esempio dei famosi contratti sottoscritti tra le multinazionali del farmaco e l’Unione europea.
Ed ecco quello che pensava, realmente, Magrini sulla questione: “Ritieni sia normale che i contratti che abbiamo firmato per farmaci e vaccini nessuno li abbia letti? Io non mi faccio prendere in giro su cose come queste. Sto capestro sembra scritto come una presa in giro per analfabeti con l’anello al naso”.
In privato Magrini nutriva quindi molti più dubbi rispetto alle esternazioni pubbliche, quando, per esempio, ancora nel gennaio 2023, a emergenza finita, incitava alla vaccinazione contro il Covid. Ed è poi piuttosto esplicativa la risposta del collaboratore di Magrini ai dubbi espressi sui contratti: “Non trascurare che la trattativa UE ci mette abbastanza al riparo”. AIFA poteva quindi riporre i dubbi sotto un tappeto, tanto in ogni caso la responsabilità sarebbe stata dell’Unione europea.
Come per i bambini piccoli quindi l’aspetto fondamentale per le autorità sanitarie era su chi sarebbe dovuta ricadere la responsabilità, mentre nessuno si preoccupava di concetti un po’ più rilevanti come la salute pubblica. Non finisce però qui…
Nessuno Studio sui “Fragili”
Perché secondo i documenti inediti pubblicati dalla trasmissione “Fuori dal Coro”, l’AIFA avrebbe tentato di nascondere sotto la sabbia alcuni dati sulle reazioni avverse.
Per esempio, nella bozza del quarto report sulla farmacovigilanza le reazioni avverse segnalate per il vaccino Astrazeneca erano 2011 su 100.000 dosi inoculate. Nel report pubblicato questo numero è poi magicamente sparito, a seguito di un commento di un revisore dell’AIFA che così scriveva: “Forse questo dato non lo riporterei nemmeno”.
E poi il caos sulle vaccinazioni ad anziani a fragili, quelli che più di ogni altra categoria sono stati richiamati a sottoporsi alla somministrazione. Per questi AIFA scriveva internamente: “Attenzione! I pazienti fragili rientrano nelle popolazioni non studiate”. E ancora: “La probabilità di osservare un decesso in un anziano vaccinato da poco è elevata”.
Affermazioni che poi pubblicamente scomparivano per lasciare spazio alla noiosissima litania del vaccino sicuro ed efficace.
Ora l’aspettativa è che tutta questa documentazione non vada a riempire l’archivio di qualche ufficio giudiziario, ma sia utilizzata per aprire nuovi filoni dell’inchiesta.
Articolo di Michele Crudelini