L’Ideona di una Picologa: Bambini Virtuali da allevare nel “Metaverso”

di Cristina Gauri

Perché allevare una prole reale quando presto nel Metaverso si potrebbero crescere bambini virtuali, alla stregua dei “Tamagotchi” tanto di moda negli anni ’90?

È quanto suggerisce la psicologa ed esperta di intelligenza artificiale Catriona Campbell, nel suo nuovo libro “AI by Design: A Plan For Living With Artificial Intelligence”.

Del resto i bimbi piangono, sporcano, fanno baccano, necessitano di attenzioni continue, costano e inquinano pure. E la Terra è sovrappopolata, le risorse per tutti non bastano. Meglio allevare una discendenza fatta di pixel, no?

Bambini Virtuali a pagamento: perché la Terra è sovrappopolata

Un’idea del genere fa quasi più orrore dell’utero in affitto. Li chiama proprio “bambini Tamagotchi” la Campbell, secondo quanto riportato dal Sun, perché prendersi cura di loro significherebbe avere a che fare con piccoli animaletti virtuali. In questo modo, prosegue, gli esseri umani potrebbero ancora soddisfare il loro istinto di crescere una famiglia, ma in un modo che non abbia un impatto negativo sull’ambiente, a “zero emissioni”, o quasi. Economici e puliti.

La Campbell pensa che entro mezzo secolo i bambini virtuali saranno una realtà diffusa e condivisa da tutti, e che per allora passeremo gran parte della nostra vita quotidiana nel Metaverso. Come diceva il patron di Meta, Mark Zuckerberg: “Molte persone pensano che il Metaverso riguardi un luogo, ma una definizione di questo riguarda un momento in cui mondi digitali fondamentalmente immersivi diventano il modo principale in cui viviamo le nostre vite e passiamo il nostro tempo”.

Verso l’Estinzione

I bambini virtuali nasceranno con un click, godranno di una crescita accelerata secondo i tempi selezionati dai genitori e daranno “risposte emotive simulate” molto verosimili. Il Tamagotchi umanoide non sarà gratis: per possederne uno si dovrà pagare un abbonamento mensile sulle venti sterline. Perché non dimentichiamolo, vivere nel Metaverso costerà comunque agli umani e dovremo acquistare beni per esistere lì, proprio come nella vita reale.

C’è chi “tifa estinzione”, dunque, e chi l’estinzione la teorizza e la programma.

Articolo di Cristina Gauri

Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/scienza-e-tecnologia/bambini-virtuali-allevare-metaverso-inquinano-troppo-235328/

2084. LA FINE DEL MONDO
di Boualem Sansal

2084. La Fine del Mondo

di Boualem Sansal

Nell'Abistan – un impero cosí vasto da coprire buona parte del mondo – 2084 è una data presente ovunque, stampata nel cervello di ognuno, pronunciata in ogni discorso, impressa sui cartelli commemorativi affissi accanto alle vestigia dello Shar, la Grande Guerra santa contro i makuf, i propagandisti della "Grande Miscredenza".

Nessuno sa a che cosa corrisponda davvero quella data. Qualcuno dice che ha a che fare con l'inizio del conflitto, altri con un suo particolare episodio. Altri ancora che riguardi l'anno di nascita di Abi, il Delegato di Yölah, oppure il giorno in cui Abi fu illuminato dalla luce divina, al compimento del suo cinquantesimo anno di età. In ogni caso, è da allora che l'immenso paese, che era detto semplicemente il "paese dei credenti", fu chiamato Abistan, il mondo in cui ci si sottomette gioiosamente alla volontà di Yölah e del suo rappresentante in terra, il profeta Abi.

La Grande Guerra santa è stata lunga e terribile. Le sue tracce sono religiosamente conservate: edifici sventrati, muri crivellati, interi quartieri sepolti sotto le macerie, enormi crateri trasformati in immondezzai fumanti. Tuttavia, l'armonia piú totale regna ora nelle terre dell'Abistan. Nessuno dubita delle autorità – gli Onorevoli e gli Adepti della Giusta Fraternità e i membri dell'Apparato – cosí come nessuno dubita che Yölah abbia offerto ad Abi di imprimere un nuovo inizio alla storia dell'umanità. L'abilang, una nuova lingua, ha soppiantato tutte le lingue precedenti, considerate stolti idiomi di non-credenti. Le date, il calendario, l'intera storia passata dell'umanità non hanno ormai piú alcuna importanza e senso nella Nuova Era, e tutto è nella mano di Yölah. Yölah sa le cose, decide del loro significato e istruisce chi vuole. Agli uomini non resta che "morire per vivere felici", come recita il motto dell'esercito abistano.

Perché, però, dubbi e sospetti si insinuano nella mente del trentacinquenne Ati al ritorno a Qodsabad, la capitale dell'impero, dopo anni trascorsi in un sanatorio arroccato su una montagna? Perché nel suo cuore si fa strada la tentazione di attraversare la Frontiera, al di là della quale, si dice, vivano i Rinnegati, i makuf, i propagandisti della Grande Miscredenza capaci di tutto?

Ispirato alla celebre opera di George Orwell 1984, "2084. La fine del mondo" narra di un mondo futuro dove tutti gli incubi del presente sembrano realizzati nella forma di una feroce teocrazia totalitaria.

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