La Maschera dell’Intelligenza Artificiale

L’AI ci aiuterà a svolgere compiti ripetitivi, aiutandoci a liberare energie creative per altre occupazioni. Tale affermazione, piuttosto diffusa tra gli “AI-fans”, è banalmente falsa: ad aiutare le persone nei loro calcoli, c’è già il computer. E soltanto il computer può avere questa funzione.

L’AI, è invece semplicemente – e molto più banalmente – il pensiero delle élites dominanti. È l’AI a darci le risposte “giuste” alle nostre domande, è l’AI a dire ad un medico “cosa deve fare”, “come si evolverà una malattia”, “quali terapie somministrare”. È sempre l’AI, dietro la maschera della maggiore efficienza, a “suggerire” ad un insegnante come impostare una lezione, di cosa parlare, quali temi affrontare, e soprattutto, come parlarne.

L’AI quindi non aiuta nessuno, ma – e questo è certo l’unico compito – si sostituisce al pensiero umano, affinché esso si strutturi nell’unica modalità possibile: quella della mafia tecnologica, meramente interessata alla mercificazione di ogni forma vivente.

L’elogio dell’AI, passa quindi per la mistificazione, del suo funzionamento: l’AI non fa calcoli, ma “pensa”, quello che “deve” essere pensato. È indubbio, che il suo successonella guerra contro l’uomo iniziata da banchieri affaristi e magnati vari in vena di filantropia – non può prescindere dallo scadimento della stessa capacità di pensiero.

A questo servono, media social e video, 24 ore su 24 proiettati sui nostri telefonini; non più lo schermo televisivo che si accendeva la sera, ma la televisione “permanente” che non si spegne più. A questo servono gli schermi giganti installati nelle nostre città, con giornalisti in primo piano a diffondere false informazioni, perché nessuno si sottragga al pensiero che tutti devono pensare.

L’uomo comandato dall’AI, sarà un uomo “felice”: come un bambino, gli sarà chiesto soltanto, di eseguire, e ripetere. Senza doversi più preoccupare di nulla. La vita – l’intera vita – nelle mani delle élites mondiali.

Fonte: https://www.weltanschauung.info/2024/05/la-maschera-dellintelligenza-artificiale.html?m=1

INTELLIGENZA ARTIFICIALE: ULTIMA TAPPA DELL'UMANITà
Una risposta scientifico-spirituale
di Nicanor Perlas

Intelligenza Artificiale: Ultima Tappa dell'umanità

Una risposta scientifico-spirituale

di Nicanor Perlas

Benché sia ancora in una fase iniziale, l’intelligenza artificiale (AI) sta radicalmente trasformando tutti gli aspetti della società. Di fronte all’attuale emergere della Super Intelligenza Artificiale (ASI) e alle tentazioni illusorie del transumanesimo, l’umanità è giunta a un bivio.

Nicanor Perlas fa un appello urgente. È imperativo, dice, che vengano adottate misure immediate per essere sicuri che la tecnologia digitalizzata sia allineata ai valori umani e alle priorità: in caso contrario, l’ASI ucciderà l’essenza della nostra umanità. Inoltre, se non la padroneggiamo ora, l’ASI trasformerà l’umanità a propria immagine e, alla fine, la razza umana.

Gli esperti di intelligenza artificiale non hanno offerto una sola soluzione convincente a questa minaccia esistenziale. Rudolf Steiner, invece, non solo aveva previsto questi sviluppi, ma aveva tornito delle chiare alternative.

Steiner, fondatore di un approccio scientifico alla spiritualità, adeguato al nostro tempo, ha fornito innovazioni filosofiche, ontologiche e sociali per salvare l'umanità dall'abisso. È compito del movimento antroposofico universale intraprendere questo lavoro che può salvare la nostra civiltà: inserire le idee scientifico-spirituali nella cultura tradizionale in modo da consentire all'AI di affermarsi in un contesto sociale più sana.

Perlas ci offre una panoramica del fenomeno dell'Ai, insieme con i concetti transumanisti di una «umanità perfettibile», e delinea le risposte critiche interne ed esterne necessarie per incontrarli con la coscienza. In particolare, si rivolge al movimento legato al lavoro di Rudolf Steiner, indicandone il compito fondamentale: cooperare con individui e movimenti progressisti, tra cui scienziati e attivisti della società civile per mobilitare le iniziative «figlie» dell'antroposofia all'azione; e, in ultima analisi, per cooperare con il potere spirituale che guida e sostiene l'umanità di oggi.

Questa, dice l'autore, è l'ultima possibilità dell'umanità, e non c'è posto per il fallimento.

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