I Wormholes ci porteranno davvero in un’altra galassia?

È possibile, ma estremamente improbabile che un giorno potremo attraversare un ‘wormhole’ e giungere in una nuova galassia. Ci vuole davvero tanta energia per creare un tunnel spaziale.

WormholeGli amanti della fantascienza hanno una certa dimestichezza con i tunnel spaziali, straordinari corridoi per giungere agevolmente nei più reconditi angoli dell’universo. Grazie al lavoro di Albert Einstein, i wormhole (letteralmente ‘buchi di verme’) sono usciti dal novero delle idee fantascientifiche per approdare nei libri di fisica teorica.

Secondo la Teoria della Relatività Generale di Einstein, il tessuto dello spazio-tempo può essere deformato e distorto dalla gravità, tanto da poter permettere la formazione di un cunicolo spazio-temporaleSi tratta di una vera e propria scorciatoia tra due punti nello spazio-tempo, che permetterebbe di viaggiare tra di essi più velocemente di quanto impiegherebbe la luce per percorrere la distanza attraverso lo spazio normale.

Immaginate due punti disegnati su un foglio di carta. La distanza minore tra i due punti sul piano bidimensionale è rappresentata dal segmento che li unisce. Ma se si piega il foglio, in modo da avvicinare i due punti nella ‘terza dimensione’, un wormhole sarebbe l’ipotetico nuovo segmento che unisce i due punti nello spazio piano.

Tunnel spaziale

I wormhole non sono mai stati osservati nel nostro universo, ma alcuni ricercatori pensano che, date le giuste circostanze, potrebbero tranquillamente funzionare. Il problema è che per piegare lo spazio-tempo fino a formare un wormhole ci vuole una quantità enorme di energia, come quella dei buchi neri.

Se l’ingresso di un cunicolo spaziale si trovasse solo all’interno dell’orizzonte degli eventi di un buco nero, allora non ci sarebbe modo di poterlo attraversare, come spiega il dott, Paul Sutter, astrofisico presso la Ohio State, in un editoriale per Live Science. Per poter attraversare un tunnel spaziale, secondo Sutter bisogna risolvere due problemi. In primo luogo, l’ingresso del tunnel spaziale dovrebbe essere al di fuori dell’orizzonte degli eventi, in modo da non venir schiacciati dalle immense forze gravitazionali. Poi, il tunnel dovrebbe essere abbastanza stabile da non collassare su se stesso nel momento in cui lo si sta attraversando.

Per risolvere questi due problemi, ci sarebbe bisogno di quella che viene definita ‘materia esotica’, una sostanza teorica che possiederebbe una densità di energia negativa. «La materia di massa negativa deforma lo spazio-tempo in un modo unico, ‘gonfiando’ l’ingresso del tunnel spaziale al di fuori dell’orizzonte degli eventi e stabilizzando l’interno del wormhole», spiega Sutter.

Sebbene i calcoli matematici ne rendano plausibile l’esistenza, tale sostanza esotica non è mai stata osservata dai ricercatori. Ci sono troppi fattori che ostacolano la possibilità di utilizzo dei wormhole, ammette Sutter: violerebbero così tanti aspetti della molto ben collaudata fisica classica, che forse è meglio lavorare su altri problemi.

«So che molte persone mi accuseranno di non essere abbastanza creativo, ma l’universo non si preoccupa della nostra creatività. Gli strumenti della scienza sono giudici duri ma leali; se un’idea non funziona, semplicemente non funziona.

Ci sono molti misteri vari e belli nel nostro universo, che certamente dobbiamo ancora comprendere. Ma i wormhole, probabilmente, non fanno parte di questi».

Fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it/2017/02/06/i-tunnel-spaziali-ci-porteranno-per-davvero-in-unaltra-galassia/

TELETRASPORTO
Viaggio nei Regni Quantistici e Relativistici e Oltre
di Massimo Teodorani

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Una guida divulgativa e ragionata sul misterioso meccanismo fisico che permette, sia sul piano teorico che sperimentale, il teletrasporto di oggetti e (in futuro) di persone.

Il metodo quantistico, con cui secondo l'Autore è possibile ottenere il teletrasporto, è l'unico metodo sperimentale conosciuto con il quale sia possibile monitorare lo spostamento istantaneo di particelle elementari da un punto all'altro dello spazio. Vengono presentati in grande dettaglio tutti i più importanti esperimenti effettuati negli ultimi 10 anni che riguardano il teletrasporto di particelle elementari come fotoni, elettroni e atomi.

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Massimo Teodorani è un astrofisico di Cesena. Dopo essersi laureato in astronomia con una tesi teorico-matematica sulla evoluzione fluidodinamica di un residuo di supernova, ha successivamente conseguito il dottorato di ricerca in fisica stellare con una tesi osservativa sulle stelle binarie strette di grande massa e relativi trasferimenti esplosivi di massa. Ha lavorato presso gli osservatori di Bologna e Napoli e al radiotelescopio del CNR di Medicina (BO). In parallelo alla ricerca astrofisica ha condotto ricerche in fisica dei plasmi atmosferici con particolare interesse per il "fenomeno luminoso di Hessdalen", dove come direttore scientifico ha svolto diverse missioni sul campo. Svolge tuttora ricerche teoriche nel campo del progetto SETI e prosegue la sua ricerca sulla fisica dei fenomeni luminosi anomali....

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