Sabino Cassese: “La pandemia non è una guerra. I pieni poteri al governo non sono legittimi”

Intervista di Paolo Armaroli a Sabino Cassese

Intervista al giudice emerito della Corte Costituzionale: “Da palazzo Chigi continuano ad arrivare norme incomprensibili, scritte male, contraddittorie, piene di rinvii ad altre norme”.

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Colloquio con piacere con il professor Sabino Cassese. Ma più che una intervista è un dialogo su tematiche molto delicate che l’emergenza Coronavirus ha evidenziato.

Caro Sabino, se siamo in guerra, sia pure anomala, allora vale quanto meno per analogia l’articolo 78 della Costituzione: le Camere conferiscono al governo i poteri necessari. E non, si badi, i pieni poteri. È così?

“Nell’interpretazione della Costituzione non si può giocare con le parole. Una pandemia non è una guerra. Non si può quindi ricorrere all’articolo 78. La Costituzione è chiara. La profilassi internazionale spetta esclusivamente allo Stato ( art. 117, II comma, lettera q).

Lo Stato agisce con leggi, che possono delegare al governo compiti e definirne i poteri. La Corte costituzionale, con un’abbondante giurisprudenza, ha definito i modi di esercizio del potere di ordinanza “contingibile e urgente”, cioè per eventi non prevedibili e che richiedono interventi immediati. Le definizioni della Corte sono state rispettate a metà.

Il primo Decreto legge era ‘fuori legge’. Poi è stato corretto il tiro, con il secondo Decreto legge, che smentiva il primo, abrogandolo quasi interamente. Questa non è responsabilità della politica, ma di chi è incaricato degli affari giuridici e legislativi. C’è chi ha persino dubitato che abbiano fatto studi di giurisprudenza.

Bene. Il Parlamento ha conferito quei poteri al Governo con un Decreto legge. Ma è sufficiente quel tipo di provvedimento? Senza contare che quel Decreto legge è andato oltre. Ha consentito che le predette autorità possano adottare misure ulteriori rispetto a quelle dell’articolo 1. Ma, in punto di diritto, è legittimo tutto questo? Non si tratta di una sorta di delega in bianco?

Il primo Decreto legge era illegittimo: non fissava un termine; non tipizzava poteri, perché conteneva una elencazione esemplificativa, così consentendo l’adozione di atti innominati; non stabiliva le modalità di esercizio dei poteri.

A palazzo Chigi c’è un professore di diritto: avrebbe dovuto bocciare chi gli portava alla firma un provvedimento di quel tipo. Poi si è rimediato. Ma continua la serie di norme incomprensibili, scritte male, contraddittorie, piene di rinvii ad altre norme. Non c’è fretta che spieghi questo pessimo andamento, tutto imputabile agli uffici di palazzo Chigi incaricati dell’attività normativa”.

Andiamo avanti. Sui Dpcm il capo dello Stato non ha voce in capitolo. A suo avviso, quell’oggetto misterioso che è il Consiglio supremo di difesa potrebbe avere una qualche voce in capitolo? O questo vale solo per il caso di guerra?

“Mi chiedo: perché evocare il Consiglio supremo di difesa, se non c’è un evento bellico, e specialmente se c’è lo strumento per far intervenire uno dei tre organi di garanzia, il presidente della repubblica? Bastava, invece di abusare dei decreti del presidente del Consiglio dei ministri, ricorrere, almeno per quelli più importanti, a decreti presidenziali.

Aggiungo che, per la legge del 1978 sul Servizio Sanitario Nazionale, competente a emanare più della metà di quegli atti era il ministro della Salute. Abbiamo, quindi, assistito, da un lato, alla centralizzazione di un potere che era del ministro, nelle mani del presidente del Consiglio. Dall’altro, a una sottrazione di un potere che sarebbe stato ben più autorevole, se esercitato con atti presidenziali. È forse eccessivo parlare di usurpazione dei poteri, ma ci si è avvicinati”.

Sabino, si può dire che Dpcm a gogò in qualche misura rappresentano un correttivo della forma di governo parlamentare per i poteri che acquista il presidente del Consiglio nei confronti degli altri ministri? Per non parlare del presidente della Repubblica e, soprattutto, del Parlamento, che non tocca palla. E la funzione di indirizzo e di controllo è andata a farsi benedire.

Coronavirus, firmato il Dpcm 8 marzo 2020 | www.governo.it

Gli organi di garanzia più diretti sono il presidente della Repubblica, il Parlamento e la Corte costituzionale. Quest’ultima, salvo casi eccezionali, interviene necessariamente ex post. Parlamento e Presidente della Repubblica, invece, collaborano nella funzione normativa, in modi diversi. Ma ne sono sembrati esclusi, per ragioni e con modalità diverse, senza neppure il motivo dell’urgenza, perché l’uno e l’altro organo hanno corsie preferenziali o di emergenza”.

Tu non sei pregiudizialmente contrario a che per qualche tempo limitato il Parlamento lavori da remoto. Ma ci sono attività informali che solo a Montecitorio e a Palazzo Madama funzionano a dovere. Come i contatti tra leader di partito, tra capigruppo, tra parlamentari dei vari partiti eccetera.

Senza dubbio. Tanto che ho ritenuto errata l’espressione votazione telematica. Infatti, il lavoro a distanza è possibile a due condizioni. La prima che le Camere siano attrezzate (e pare che non lo fossero). La seconda che in via telematica si possa ascoltare, intervenire, discutere, dibattere, replicare, e solo alla fine votare”.

Per finire. Si può capire che i Costituenti ebbero orrore a parlare di stato di emergenza. Ma con il senno di poi, alla luce della guerra contro il virus, non fu un errore questa omissione? E come colmare, a tuo avviso, questa lacuna?

Non la ritengo una lacuna. E chi abbia letto gli articoli 48 e seguenti della Costituzione ungherese sa quali pericoli si annidino in norme costituzionali di quel tipo. C’è poi l’esperienza negativa della Costituzione di Weimar. L’unica positiva mi pare quella dell’articolo 16 della Costituzione della V Repubblica francese. La Costituzione non ha peraltro ignorato la questione, solo che ha considerato la possibilità di disporre limiti dettati dalla urgenza e dal pericolo caso per caso, per singole libertà”.

Intervista di Paolo Armaroli a Sabino Cassese – Giudice emerito della Corte Costituzionale

Fonte: https://www.ildubbio.news/2020/04/14/cassese-la-pandemia-non-e-una-guerra-pieni-poteri-al-governo-sono-illegittimi/

ANIME CORAGGIOSE
Come programmiamo le nostre vite prima di nascere
di Robert Schwartz

Anime Coraggiose

Come programmiamo le nostre vite prima di nascere

di Robert Schwartz

Anime coraggiose racconta la storia di dieci persone che, come voi, hanno programmato le proprie sfide maggiori prima di nascere. Con l’aiuto di quattro esperti medium e channeler, Robert Schwartz scopre cosa è stato deciso da queste dieci anime e perché.

In queste pagine l’autore descrive delle vere e proprie sessioni di programmazione prenatale, durante le quali emergono le speranze che le anime ripongono nella vita imminente. Così facendo egli apre una finestra sull’aldilà, facendoci scoprire che noi, in quanto esseri eterni, programmiamo sia le nostre difficoltà sia i nostri potenziali successi.

Grazie a queste incredibili e commoventi storie, potrete capire:

  • perché ognuno di noi decide di passare attraverso esperienze come la malattia o la perdita della persona amata e di affrontare dolorose sfide come la sofferenza di figli disabili, la sordità, la cecità, la tossicodipendenza o l’alcoolismo;
  • in che modo voi, in quanto anime, programmate quello che vi succederà in vita;
  • come usare in modo consapevole le avversità della vita per stimolare la crescita spirituale.

Grazie a quest’opera meravigliosa le sofferenze che prima sembravano prive di senso acquisteranno un significato. Sarete più saggi e consapevoli e i sentimenti di rabbia, colpa, vergogna e vittimismo saranno sostituiti da accettazione, perdono, pace e gratitudine.

Nessuno è vittima impotente del destino: ognuno di noi è l’autore della propria evoluzione.

Nel 2003, durante una sessione individuale con una medium, lo scrittore Robert Schwartz comprese che sapere ciò che decidiamo prima di nascere avrebbe aiutato le persone a raggiungere la guarigione e la comprensione del senso delle proprie difficoltà.

Per questo, l’autore di Anime Coraggiose, ha dedicato tre anni a studiare i piani prenatali di decine di persone. La comprensione che ne ha ricavato appaga la nostra profonda, universale aspirazione a conoscere… il perché. Prima del suo risveglio spirituale, Schwartz era un giornalista freelance per riviste come Life e US News & World Report, con esperienze nel campo del marketing e della comunicazione aziendale.

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