Il Tempo è scaduto!

di Adriano Tilgher

Dobbiamo assolutamente impedire, anche se è molto difficile, quello che sta per accadere.

Stavo scrivendo come editoriale un appello a costruire una dimensione umana e politica nuova che potesse rappresentare un freno all’assurda decadenza attuale, ma mi sono reso conto che non c’è più il tempo. Non c’è più tempo per costruire alternative credibili, la mossa di Renzi di uscire dal PD lo ha posto in posizione di assoluto controllo di questo esecutivo “inconcepibile”, la cui unica funzione sarà quella di liquidare in modo definitivo le ultime risorse dell’Italia.

Quando parliamo di “risorse” non ci riferiamo a quelle che Zingaretti, Renzi e sodali considerano tali, ovvero gli emarginati della terra… di quelli ne arriveranno tantissimi, ma ci riferiamo alle nostre ultime industrie, al nostro enorme patrimonio immobiliare, alle nostre stupende coste, al nostro incommensurabile patrimonio artistico, al grandissimo risparmio degli Italiani, costruito con il lavoro ed il sacrificio dei nostri padri.

Ormai si parla di “grecizzazione” dell’Italia, rimarremo senza più nulla e la nostra stupenda terra sarà gestita da altri, con mano d’opera a basso costo fornita dalle più disparate etnie sradicate dalla loro terra. È un attacco massiccio alla nostra storia ed alla nostra cultura che fanno paura al pensiero unico dominante.

Svenderemo tutto e, siccome ci pagheranno con moneta a debito (euro o dollari non importa, sono sempre soldi che non possediamo né controlliamo), il nostro debito pubblico aumenterà esponenzialmente ed il nostro PIL crollerà definitivamente, aumenterà la disoccupazione e perderemo tutti i benefici sociali dovuti alla nostra profonda cultura del lavoro.

Ecco il baratro di cui parlavano, è alle porte e ce lo regalerà proprio questo governo, se noi come popolo non daremo una grande spallata. Occorre correre ai ripari e sostenere, con tutti i mezzi, anche se non ci piacciono, tutti coloro che si oppongono a questo governo.

Così come Monti rappresentò il governo di liquidazione dell’Italia, il governo Conte ne rappresenta l’atto finale. L’Italia la più bella nazione del mondo, con un popolo dalle grandi capacità creative, con un patrimonio culturale inestimabile per la sua vastità ed importanza, rischia seriamente di scomparire. Impediamolo!

Dobbiamo solo essere messi in condizione di lavorare e di utilizzare al meglio le nostre risorse, con una moneta di nostra proprietà, gestita da una banca di stato, che a sua volta deve tornare efficiente per poi costruire un’Europa reale. Si può ancora fare, ma dobbiamo correre ai ripari. Mandiamoli a casa subito o sarà troppo tardi.

Articolo di Adriano Tilgher

Fonte: http://www.ilpensieroforte.it/cultura/2625-il-tempo-è-scaduto

GLEBALIZZAZIONE
La lotta di classe al tempo del populismo
di Diego Fusaro

Glebalizzazione

La lotta di classe al tempo del populismo

di Diego Fusaro

Un nuovo ordine mentale....

Oppressi e oppressori: categorie che esistono in pratica da sempre, e che da sempre sono in conflitto. Eppure, oggi di lotta di classe si legge solo sui libri di storia.

Com’è possibile?

Guardandoci intorno, possiamo dire davvero che quella frattura in apparenza insanabile sia stata invece sanata?

Di certo, qualcuno vorrebbe farcelo credere.

Infatti la caduta del Muro di Berlino non ha segnato solo la sconfitta del socialismo reale, ma anche il passaggio dal pensiero dominante al pensiero unico: il nuovo ordine mondiale ha imparato a inoculare nelle masse un paradigma mentale concepito a propria immagine e somiglianza.

Alla fine, il Servo ha fatto sua la visione del Signore.

Il trionfo dell’élite sulle classi popolari è stato reso possibile dall’operato degli intellettuali, che hanno glorificato la tirannia dei mercati; è grazie a questi imbonitori se i signori del global order dominano oggi a livello materiale e culturale.

Ma quella che ci hanno insegnato a chiamare “mondializzazione” è, in realtà, una rimozione dei diritti su scala planetaria, una glebalizzazione: la produzione seriale di nuovi servi sfruttati, sottopagati e precarizzati.

Come spezzare, allora, le catene di questa nuova sudditanza?

Rimettendo il popolo al centro di un progetto politico e sociale internazionalista ma non mondialista, teso a creare un nesso solidale tra nazioni sovrane, democratiche e socialiste.

Lucido nell’analisi e sempre controverso nelle conclusioni, uno dei filosofi più attenti alla modernità ci guida alla scoperta delle disastrose conseguenze della mondializzazione – incarnata nel pensiero unico politicamente corretto ma eticamente corrotto – e del suo solo antidoto: la rivolta del populismo sovrano.

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Un commento

  1. ecco! ma PRATICAMENTE dimmi.. cosa possiamo fare?

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