Il Ministro Valditara: “Sull’Istruzione ci adeguiamo alle Richieste dell’Ue”

Saranno le scuole in quanto istituti giuridici, invece, a subire un calo di circa 700 istituti in due anni.

“Lo abbiamo fatto nel modo più indolore possibile”, assicura in un’intervista a La Stampa, Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, da giorni al centro di una nuova ondata di polemiche per una misura inserita nella manovra di bilancio che provocherà la riduzione di 700 scuole in due anni.

Era dai tempi del governo Monti che la parola dimensionamento non risuonava nelle stanze della politica e in quelle degli istituti scolastici. Sarà il governo Meloni a ridurre le scuole ma il ministro rassicura famiglie, insegnanti, dirigenti e chiunque abbia a cuore il sistema scolastico italiano. Il dimensionamento avverrà “nel modo più indolore possibile”, appunto.

Il ‘modo più indolore’ prevede una riduzione graduale nei prossimi dieci anni e — parola di ministro – si interviene solo sulle strutture giuridiche, cioè sulle dirigenze scolastiche, non sulle strutture fisiche. I plessi attuali sono 40.466 e rimarranno 40.466. Gli studenti continueranno ad andare negli stessi luoghi fisici con gli stessi laboratori, le stesse aule, le stesse strutture”.

Saranno le scuole in quanto istituti giuridici, invece, a subire un calo di circa 700 istituti in due anni. Il ministro, quindi, smentisce la principale delle accuse e delle paure emerse in questi giorni da parte dei sindacati e dei genitori e prova a spiegare quali saranno gli effetti positivi, invece, del ridimensionamento. Al ministero hanno operato una media tra il minimo e il massimo e sono arrivati alla cifra di 900 alunne e alunni per garantire alla scuola un’autonomia giuridica. Per arrivare a questa soglia sarà quindi necessario accorpare più scuole.

Un provvedimento necessario per “rispettare” una delle condizioni poste dal Pnrr per l’erogazione dei fondi, si giustifica il ministro. Entro il 31 dicembre l’Italia deve “adeguare la rete scolastica all’andamento anagrafico della popolazione studentesca”, quindi la riforma inserita nella manovra “si pone l’obiettivo di armonizzare la distribuzione delle Istituzioni scolastiche a livello regionale con l’andamento della denatalità”.

Le scelte del ministero, quindi, spiega Valditara, “vanno nella doppia direzione di mitigare gli effetti delle normative precedenti e di osservare i vincoli dell’Europa in attuazione del Pnrr: non si può essere europeisti a corrente alternata, solo quando non costa alcuno sforzo, ha concluso il ministro.

Visto su: https://www.imolaoggi.it

Fonte: https://www.agenzianova.com/news/il-ministro-valditara-sullistruzione-ci-adeguiamo-alle-richieste-dellue/

QUANDO INIZIA LA FELICITà
Di domande, nascite e rinascite
di Gianluca Gotto

Quando Inizia la Felicità

Di domande, nascite e rinascite

di Gianluca Gotto

Cosa stai facendo per farti trovare? E se le cose andassero bene così come sono?

"Quando inizia la felicità” tra le tante cose, è un libro di domande.

Una per ogni capitolo, e poi decine sparse tra le pagine.

In mezzo a racconti di viaggi, esperienze e incontri nel mondo.

"Ce n'è una per chi si sente in ritardo nella vita. C'è la domanda che mi scosse quando stavo per rinunciare a partire per l'Australia perché avevo paura.

E poi c'è quella che ascoltai su una spiaggia di Puerto Escondido e innescò un lungo processo interiore che mi ha portato a superare la mia più grande fobia. C'è la domanda che aiutò me e Claudia a capire che per una volta la scelta giusta era restare e non partire.

E quella che ci aiutò ad andare avanti in un periodo di grande fragilità e tristezza.

C'è una domanda per chi vuole sempre di più, senza rendersi conto di avere già tutto.

Una per chi vuole troppo bene agli altri, e troppo poco a se stessa/o.

C'è una domanda che serve a non dimenticare mai cosa sognavamo, perché i sogni ci dicono chi siamo veramente.

Ci sono tante domande che riguardano il mondo buddhista. Le ho ascoltate dai monaci oppure sono emerse dentro di me osservandoli.

Ce n'è una che mi è stata molto utile nel mio primo anno da papà. Un'altra per guardare con occhi diversi al senso di colpa.

E ce n'è persino una per chi teme di non trovare mai l'anima gemella.

C'è la domanda che dà il titolo al libro: quando inizia la felicità?

Ogni mia grande rivoluzione personale, che fosse professionale, relazionale o spirituale, è iniziata non da una certezza assoluta, ma da una domanda.

La ricerca di una risposta era l’unico modo per conoscere la verità. E quando non la trovavo subito, ero costretto a partire per cercarla. Nel mondo, dentro me stesso, nelle altre persone.

Questo libro è una raccolta delle domande che più di tutte hanno smosso qualcosa di profondo nel mio cuore e nella mia mente. Sono domande inusuali, talvolta molto specifiche, in altri casi bizzarre.

Portano alla riflessione, ma anche al desiderio di agire per cambiare le cose. Spesso risultano scomode, addirittura impertinenti, ma sono necessarie per far emergere dal caos interiore uno spunto, una consapevolezza, un frammento appuntito di verità da maneggiare con cura.”

In Quando inizia la felicità, Gianluca Gotto condivide le domande che lo hanno accompagnato nel corso della sua crescita personale per raccontare senza reticenze le esperienze vissute in questi ultimi anni.

I momenti difficili e le fragilità, ma anche la sua rinascita, i sogni realizzati, la consapevolezza acquisita attraverso il buddhismo, i tanti incontri che hanno illuminato la sua strada, l’amore smisurato per Claudia e la gioia, immensa, della paternità.

Un libro pieno di consigli e spunti per vivere al meglio la propria vita, ma anche rassicurante come una tazza di tè in un freddo pomeriggio di pioggia, il primo abbraccio dopo molto tempo, una chiacchierata con quell’amico che ti ascolta senza giudicare.

Un diario di viaggio scandito da domande su cui tornare più e più volte, per trovare un segnale, un’ispirazione, una motivazione a smettere di aspettare o inseguire la felicità, ma cercarla dove già siamo: qui e ora.

Crederci. Crederci sempre

"Io la sognavo una vita così. Una vita in cui poter girare per l'Asia per mesi, per poi svegliarmi una mattina a Bali e decidere su due piedi di voler tornare in Europa.

Passare un paio di giorni a Bangkok per mangiare pad thai e salutare l'Oriente. Andare a trovare mia nonna a Torino, poi salire a bordo della mia casa su ruote e ripartire.

E alla prima sera on the road, guardando le stelle, discutere con la mia anima gemella della prossima meta. Oppure viaggiare e basta, senza meta, inseguendo solo ed esclusivamente le coordinate della felicità.

Sognavo di poter fare della stanza di una guest-house o della hall di un aeroporto il mio ufficio e del mondo intero la mia casa.

Poter lavorare in remoto da qualsiasi punto del pianeta e guadagnarmi da vivere facendo ciò che più amo. La sognavo una vita così: libera. E vi dico la verità, da qualche parte tra la testa e il cuore sentivo di potercela fare per davvero, fin dal primo giorno.

Forse è quello che ha fatto la differenza: crederci.

Crederci sempre."

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