I Simboli parlano più delle parole…

I Simboli parlano più delle parole, basta saper guardarli dalla giusta prospettiva.

Bergoglio scomunica chi difende Gesù Cristo e il Vangelo. Su chi lo oltraggia, tace - Samuel Colombo

Di parole su Bergoglio ne sono state dette tante, ma ancora i fedeli spesso non si arrendono all’amara evidenza che questo pragmatico individuo non può essere considerato il Papa della cristianità. Tanti sono gli evidenti atteggiamenti, ma oggi vi mettiamo sotto la lente d’ingrandimento i quattro simboli fondamentali per chi siede sul soglio petrino, simboli che vengono consegnati al momenti dell’elezione: la Croce Pettorale, l’anello del pescatore o “piscatorio”, la ferula e la mitra.

Tutti questi sono simboli preziosi della Fede e segni tangibili del legame con Cristo, per chi è credente. Non sono ornamento, ne tanto meno gioielli per abbellimento.

La “Croce Pettorale” solitamente è in metallo prezioso, a volte con delle gemme incastonate, e all’incrocio dei bracci può presentare una cavità dove alloggiano delle reliquie di Santi o frammenti della Vera Croce. Già questa spiegazione porta il lettore a comprendere il grande valore spirituale di questo oggetto. Sorretta da una catena o da un cordone che a seconda della carica deve avere un determinato colore: Oro per il papa.
Lo studio scientifico che è stato fatto sulla croce pettorale scelta da Bergoglio, ha evidenziato la sua totale mancanza di fede, se non addirittura esaltato l’ideologia massonica. Osserviamola assieme nei dettagli:

1) Occhi bui, smorfia di tristezza sulla bocca. È un demone di morte e tristezza, che porta sulle spalle una pecorella. Le braccia sono incrociate, al contrario esatto del modo in cui Gesù morì sulla croce con le braccia aperte per offrire e abbracciare tutto il mondo dei redenti.

2) Immagine di un uccello in picchiata. Nell’occultismo, è una rappresentazione di satana. Totalmente opposta all’icona dello Spirito Santo, che scende come una colomba.

3) I piedi del personaggio camminano in direzione opposta al corpo. Nell’occultismo è il simbolo dell’inganno. La sua missione è indicare un cammino, ma condurre ad un altro. Ambiguità è infatti tutto ciò che manifesta concretamente il suo magistero, differente dalla professione di Fede che ci impone che il sì sia sì!, il no sia no!.

4) Immagini di maiali e capre. Animali impuri, che non entreranno nel Regno di Dio (nella cultura Biblica), sostituiscono le pecorelle che sono state salvate da Gesù.

Inoltre va detto che questo cimelio non è altro che la vecchia croce che Bergoglio portava quando era arcivescovo. Si aggiunge un altro motivo che rafforza l’idea bergogliana di non volersi dichiarare papa, ma rimanere ancorato alla sua carica di arcivescovato, che dal Brasile lo instaura a Roma. Lui stesso dopo l’elezione del 13 marzo dichiarava al mondo: “Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo”.

Moltissime sono le fantomatiche croci del buon pastore che sono state vendute in questi anni, solo perché identificate come “la croce del papa”. Considerato che così facendo abbiamo tolto Dio-figlio dall’emblema cristiano per elevare un amuleto bergogliano, pochi o rari, sono quei cristiani che hanno osservato questo cimelio. Dopo questa spiegazione ci auguriamo che i possessori di queste croci le gettino in un fiume d’acqua corrente, che provvederà a conservare nei propri gretti questo orribile amuleto.

Un altro simbolo è l’Anello del pescatore o piscatorio (latino: Anulus piscatoris) che è una delle insegne del papa, che egli riceve durante la messa solenne di inizio del suo pontificato e che indossa all’anulare della mano destra. L’anello oggi è diventato solo un simbolo, ma un tempo, fino al 1842, aveva una funzione ben precisa: veniva, infatti, utilizzato come sigillo per i documenti della Santa Sede. Tanto che, alla morte del pontefice, doveva essere distrutto per evitare la creazione di documenti falsi.

Ad avvalorare questa informazione resta il fatto che l’anello piscatorio di Benedetto XVI, è stato sgraffiato con due incisioni, subito dopo la sua abdicazione, ciò sottolinea l’importanza di questo simbolo. Deve il suo nome all’immagine di San Pietro che vi è raffigurato mentre getta le reti dalla sua barca. Lungo il bordo dell’immagine è inciso il nome del pontefice.

Nel Vangelo secondo Luca (5,1-11), Gesù interviene nel corso di una battuta di pesca scarsamente prolifica e permette miracolosamente ai futuri discepoli di riempire di pesci le proprie reti. Quando Simon Pietro si getta ai piedi di Cristo, viene investito dell’autorità apostolica e invitato a divenire “pescatore di uomini”.

Questo è il richiamo evangelico all’anello, ecco perché Bergoglio ritiene doveroso, nei confronti di chi lo ha voluto sul soglio petrino, adottare l’anello che era stato realizzato per Paolo VI, che non raffigura Pietro che pesca, ma Pietro con le chiavi del Regno, con la differenza che non lo ha voluto in oro come di prassi, ma in argento dorato. Sottolinea così che la sua vocazione non è essere pescatore di uomini, ma colui che con le chiavi in mano può aprire al mondo intero la Casa del Signore. Ed è quello che ha tentato di fare nel suo magistero così palesemente massonico.

Comunque sia, Francesco I, lo ha indossato per breve tempo, perché tutt’ora indossa l’anello che gli è stato consegnato nel 1992, quando è stato nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires. Un banale anello d’argento con incisa una croce.

La Ferula non ha una propria identità per Francesco I, che a seconda di come si ispira ne adotta una diversa dall’altra. Dovrebbe essere un bastone con all’estremità una palla dove poggia una croce. Paolo VI, in occasione della chiusura del Concilio Vaticano II, commissiona una ferula dove la croce viene sostituita dal crocifisso. Quest’ultimo mostra un Cristo piegato sotto il peso delle sofferenza, svuotato da un mondo che non lo ha voluto, dando un’idea sbagliata dell’enorme patimento che Gesù ha voluto patire per la salvezza delle anime. Portata da Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II, viene dismessa da Papa Benedetto XVI in occasione delle Palme nel 2008. Benedetto XVI ha ripreso a usare (prima in originale, poi in una copia) il bastone con la croce d’oro donata a Pio IX nel 1877 e usata dai pontefici fino al Concilio. Bergoglio la rispolvera in più occasioni alternandola con altre di dubbia validità.

Un papa che non da valore a ciò che rappresenta non ha vocazione. E noi sappiamo bene che il suo compito è quello di distruggere la cristianità, come la massoneria gli ha ordinato, parole e simboli sono esaustivi. Di fatto Bergoglio sta facendo il suo lavoro… a noi invece il compito di non far dimenticare la Verità di Cristo.

Fonte: https://labattagliafinale.blogspot.com/2018/12/i-simboli-parlano-piu-delle-parole.html

MIGRAZIONE GLOBALE - LA TRATTA DEGLI SCHIAVI
Chi governa l'immigrazione e perchè?
di Jeffrey Kaye

Migrazione Globale - La Tratta degli Schiavi

Chi governa l'immigrazione e perchè?

di Jeffrey Kaye

Un reportage giornalistico che ci permette di portare alla luce tutte le ombre del "fenomeno immigrazione" e di dar voce a coloro a cui è stato negato il diritto di esistere.

Il mondo sta sperimentando un esodo globale di dimensioni mai viste finora, ma motivato dalle stesse antiche ragioni di sempre: la ricerca di nuove opportunità e risorse. Il mondo degli affari e della finanza sfruttano in modo interessato i flussi migratori, che di conseguenza continuano, sanguinosi e incessanti. 

E' un sistema globale che possiamo definire "capitalismo predatore", perché basato sul traffico di esseri umani.

Questo libro intende riempire il vuoto esistente nel dibattito sul tema prendendo in considerzione gli aspetti economici della vicenda – spesso volutamente trascurati – esaminando le relazioni tra migrazione e globalizzazione e le varie attività che incoraggiano, facilitano e traggono profitto dalle migrazioni, sia quelle legali che quelle illegali.

Da parte dei politici viene utilizzata spesso la retorica per nascondere le reali motivazioni che incancreniscono il "problema immigrazione".

L'autore indica invece la strada su cui ci si dovrà muovere se si vorrà davvero comprendere e risolvere questo problema sociale ormai fuori controllo: perché solo tenendo conto anche delle ragioni dei migranti, i legislatori saranno finalmente in grado di elaborare delle politiche per una immigrazione razionale e umana.

E questa sarebbe davvero una nuova storia.

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