Casa: se passa la Direttiva UE sarà un Disastro…

di Leopoldo Gasbarro

Attacco al cuore ed alle Case degli italiani.

L'Ue vuole vietarci di vendere e affittare le case non

La nuova direttiva europea che imporrebbe il raggiungimento di determinate categorie energetiche per poter vendere o affittare le case di nostra proprietà, rischia di creare un danno economico pesantissimo per le famiglie, e di stimolare forti speculazione da parte degli “avvoltoi” del settore. 

Che gli italiani siano legatissimi alle proprie case, agli immobili più in generale, lo sanno anche le pietre, anzi anche i mattoni. Il patrimonio immobiliare nazionale, tenendo conto anche di quelli commerciali, è stimato, da Banca d’Italia, molto più al di sopra dei 6.300 miliardi di euro. In pratica il patrimonio immobiliare degli italiani rappresenta oltre il 65% della ricchezza nazionale.

Si tratta di una condizione unica, introvabile in qualsiasi altra nazione del mondo e quello degli italiani con la casa è sempre stato un rapporto ancestrale, forte. Talmente forte che gli italiani hanno sempre visto nel mattone il primo punto di riferimento delle loro vite. Metter su casa… per l’italiani, vuol dire mettere su famiglia, vuol dire progettare il futuro, vuol dire crearsi certezze che altre dimensioni finanziarie, in questo paese, non hanno mai garantito: non è un caso infatti che ci siano quasi 2.000 miliardi sui conti correnti, immobilizzati come fossero mattoni anche quelli per la costruzione di un futuro su cui gli italiani hanno parecchie incertezze.

La Nuova Direttiva Europea

In questo quadro tutto italiano di massima attenzione agli immobili, piomba come un fulmine a ciel sereno la proposta, o quello che sembrerebbe più di una proposta, della nuova direttiva europea che imporrebbe degli adeguamenti di classi energetiche sempre più importanti per consentire la realizzazione di contratti di vendita o di affitto degli immobili stessi.

Ma perché questo rappresenterebbe un problema? Ci sono vari aspetti da considerare:

1. Il patrimonio immobiliare degli italiani è tra i più importanti al mondo. Le stime di Banca d’Italia ci dicono che il patrimonio immobiliare del nostro paese vale circa 6.300 miliardi di euro, ben oltre la metà della ricchezza della nazione. Questo è molto importante perché ci racconta come la casa rappresenti per gli italiani un punto di riferimento essenziale, anche finanziariamente parlando.

2. La carta d’identità. Su questo tema si apre una considerazione importante riguardo alla carta d’identità di questo patrimonio immobiliare costruito quasi esclusivamente nel dopo guerra e che quindi è stato realizzato con parametri che nulla avevano a che vedere con le attuali urgenze, emergenze e considerazioni energetiche.

3. Purtroppo anche l’edilizia negli anni 70-80 non è stata molto attenta ai temi energetici. Così ci si ritrova con un quadro in cui la stragrande maggioranza delle nostre abitazioni avrà bisogno di importanti rivisitazioni strutturali ed energetiche con costi non indifferenti per ciò che concerne le attività di realizzazione delle stesse.

4. L’incidenza della situazione demografica. il nostro paese e tra i più vecchi al mondo. La popolazione sta spostando sempre di più la sua età in avanti. I dati statistici ci dicono che ci sono sempre meno giovani, e che le nostre famiglie hanno sempre meno figli. Tuttavia il patrimonio immobiliare come abbiamo detto è sempre più importante. Così, nel tempo, ricadrà su sempre meno proprietari.

5. Facciamo un esempio: una coppia ha un solo figlio. Quella coppia ha ricevuto, proprio per i temi demografici di cui trattavamo prima, un appartamento in eredità lui, un appartamento in eredità lei. Questi appartamenti sono stati messi a reddito affittandoli. Poi avranno comperato anche la casa in cui vivere e crescere loro figlio. Domani il loro unico figlio sarà un piccolo immobiliarista. Ricevendo in eredità ben tre appartamenti, non potrà che essere così.

Niente vendita o affitto per case a bassa classe energetica

6. Cosa succederà alla proprietà immobiliare? I nostri ragazzi, i nostri giovani, pur ricevendo appartamenti in eredità, (così come al ragazzo dell’esempio appena citato) entrano nel mondo del lavoro sempre più tardi e guadagnano sempre meno dei loro genitori. Spesso per parecchio tempo sono proprio i genitori a doverli sostenere economicamente. Così questi ragazzi potrebbero non avere le possibilità economiche per affrontare le spese necessarie a sistemare gli appartamenti ereditati. Non potranno contare sui redditi da affitto, ne su quelli da vendita. Per cui cosa faranno? Come gestiranno una condizione che da ricchezza ricevuta rischia di trasformarsi in un peso, un onere dal punto di vista fiscale ed economico? Dove prenderanno i soldi per le migliorie dell’alloggio. Ecco perché sarebbe un disastro!

7. Il valore degli immobili precipiterebbe ed in pochi potrebbero approfittarne per effettuare grosse speculazioni. E cosa si può pensare che succeda? Che compratori e venditori potrebbero mettersi d’accordo, prima del contratto stesso, di affitto o di vendita, per la risistemazione delle classi energetiche. Magari il compratore si impegnerebbe a fare lui i lavori necessari ad arrivare ai parametri utili per l’alienazione; ma questo a che prezzo per il venditore? Di quanto scenderebbe il valore degli immobili stessi? E quanto le condizioni di “necessità” del venditore, di realizzare un risultato economico, accelererebbe questa pressione negativa da parte del compratore? Quanta speculazione ne nascerebbe?

8. Gli effetti del covid 19. Prima dello scoppio della pandemia, la casa stava diventando sempre di più uno strumento di servizio. Viaggiavamo tanto, vivevamo molto al suo esterno, era diventata quasi, in alcuni casi, una sorta di dormitorio. La vivevamo con il giusto distacco, rispetto al passato, la consideravamo un punto su cui costruire qualcosa d’importante ma senza essere vincolati a quel punto per rilanciare tutto il nostro percorso personale. Sembrava esserci sempre maggior distacco dalla fisicità dell’immobile in quanto rappresentazione di una vita stanziale, in considerazione della dinamicità delle vite che vivevamo.

9. Poi è arrivata la pandemia ed ha cambiato tutto. Tutto. Ci ha riportati ad essere più stanziali dei nostri nonni. Ci siamo ritrovati chiusi nelle nostre case. Così ne abbiamo avvertito tutta l’inadeguatezza in termini di spazi esterni ed interni. Abbiamo ripreso a ripensare il nostro rapporto con le nostre case e a nuove considerazioni sul valore dei nostri immobili che rischiano di cozzare violentemente con il dictat della nuova iniziativa e direttiva europea.

Tutto questo porterà davvero ad una diminuzione della ricchezza accantonata, anche se in mattoni, ma soprattutto porterà alla concentrazione di ricchezza in poche mani, anche quella immobiliare. Volendo però una scappatoia ci sarebbe…

I Bonus sulla Casa

Vista la nuova direttiva europea, sarebbe importante approvare al più presto, magari con ulteriori incentivazioni, i bonus sulla casa. Potrebbe essere l’unico, valido modo di portare la gente a risistemare le proprie case e ad incrementare invece che disperdere, il valore della loro ricchezza (ed è per questo che non faranno… -ndr)

Articolo di Leopoldo Gasbarro

Fonte: https://www.nicolaporro.it/economia-finanza/finanza/casa-se-passa-la-direttiva-ue-sara-un-disastro-i-nove-punti-che-ci-spiegano-perche/

LA GLOBALIZZAZIONE DELLA NATO
Guerre imperialiste e globalizzazioni armate
di Mahdi Darius Nazemroaya

La Globalizzazione della Nato

Guerre imperialiste e globalizzazioni armate

di Mahdi Darius Nazemroaya

"Questo libro è obbligatorio da leggere per coloro che si sono impegnati a invertire la rotta della guerra e della conquista imperialista da parte della più imponente macchina bellica del mondo" Michel Chossudovsky - Direttore del Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione

Originata dalla Guerra Fredda, l’esistenza della North Atlantic Treaty Organization era giustificata quale argine di difesa nei confronti di ogni minaccia sovietica nei confronti dell’Europa Occidentale.

Tale ragion d’essere è da lungo tempo svanita con il collasso dell’Unione Sovietica e la fine della Guerra Fredda. Nonostante ciò la NATO ha continuato a espandersi senza sosta proprio verso Est, in direzione del suo antico nemico.

La Jugoslavia in particolare ha costituito un punto di svolta per l’Alleanza Atlantica e il suo mandato. L’organizzazione ha mutato il proprio quadro strategico da difensivo in offensivo sotto il pretesto dell’umanitarismo.

Proprio partendo dalla Jugoslavia la NATO ha intrapreso il proprio cammino verso la globalizzazione, andando a interessare un’area di operazioni più estesa al di fuori del continente europeo.

Assurta via via sempre più a simbolo del militarismo statunitense e della diplomazia dei missili, la NATO ha agito come braccio del Pentagono ed è stata dislocata nelle zone di combattimento dove sono stati impegnati gli Stati Uniti e i loro alleati.

Dov’è finito l’originario scopo difensivo per cui la NATO è stata creata?
Quali sono i progetti occulti che sottendono a questa organizzazione?

Scopri la Globalizzazione della Nato,
tra Guerra imperialista e colonizzazione armata

Indice

Ringraziamenti

Prefazione. Le avvertenze di un consigliere del Segretario generale dell'ONU, di Denis J. Halliday

1 Uno sguardo d'insieme sull'espansionismo della NATO: prometeismo?
2 L'UE, l'espansionismo della NATO e il Partenariato per la Pace
3 La Jugoslavia e la reinvenzione della NATO
4 La NATO in Afghanistan
5 Il Dialogo Mediterraneo (DM) della NATO
6 La NATO nel Golfo Persico. L'Iniziativa per la sicurezza nel Golfo
7 La penetrazione nello spazio postsovietico
8 La NATO e gli alti mari. Il controllo delle rotte marittime strategiche
9 Il progetto dello scudo missilistico globale
10 La NATO e l'Africa
11 La militarizzazione del Giappone e dell'Asia-Pacifico
12 L'avanzata nel cuore dell'Eurasia: l'accerchiamento di Russia, Cina e Iran
13 Le controalleanze eurasiatiche
14 La NATO e il Levante: Libano e Siria
15 L'America e la NATO rapportati con Roma e gli alleati peninsulari
16 Militarizzazione globale: alle porte della terza guerra mondiale?

Note
Appendice. La strada per Mosca passa da Kiev

Fonti delle Illustrazioni

La NATO in Afghanistan - Anteprima di "La Globalizzazione della Nato"

La collocazione dell’Afghanistan ha sempre avuto un particolare significato.

Questa Nazione priva di sbocchi sul mare si trova esattamente in una posizione mediana all’incrocio tra Asia centrale, subcontinente indiano e Medio Oriente. Il Paese è importante per diverse ragioni geo-strategiche ed economiche.

Per prima cosa, l’Afghanistan costituisce uno snodo geo-strategico che va a lambire l’Iran, la ex Unione Sovietica e la Cina, rendendolo parecchio appetibile. Nel corso della sua intera storia quest’area geografica è servita da cuscinetto tra Iran, India e Cina. Più tardi, dopo essersi reso indipendente dall’Iran, l’Afghanistan ha rivestito la stessa funzione tra l’Iran, la Russia (e poi l’URSS) e l’India, a quel tempo ancora sottoposta al dominio coloniale britannico, successivamente divisa tra Repubblica dell’India e Pakistan. L’Afghanistan è il luogo ideale per inserire un cuneo tra le grandi potenze eurasiatiche e per stabilire una presenza militare permanente da cui lanciare future operazioni in tutto il continente.

In secondo luogo, esso rappresenta la porta di ingresso ai Paesi dell’Asia centrale ricchi di materie prime, che permette di bypassare i territori dell’Iran, della Federazione russa e della Cina. Ciò costituisce un fattore di notevole importanza poiché consente a forze extra-regionali come Stati Uniti o Gran Bretagna di usare questo Paese allo scopo di aggirare tali potenze rivali della regione. Per anni uno dei progetti più importanti per Washington e le sue corporation è stato un corridoio energetico che passasse in territorio pakistano e afgano, partendo dai campi petroliferi e dalle riserve di gas naturale dell’Asia centrale.

Le missioni di combattimento della NATO si sono concentrate in gran parte nel sudovest e nel nord-ovest dell’Afghanistan, proprio dove era stato progettato il percorso di una pipeline strategica che trasportasse petrolio e gas naturale dall’Asia centrale fino all’Oceano Indiano. Prima dell’11 settembre 2001 Washington era stata coinvolta in negoziati infruttuosi col governo talebano al fine di garantire la sicurezza per questo corridoio energetico in progettazione.

Per continuare a leggere, clicca qui: > La NATO in Afghanistan - Anteprima di "La Globalizzazione della Nato"

...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *