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Sacra Sindone: Storia, Veridicità e Significato di questa Affascinante Reliquia

di Daniele 9 (Daniele Penzo)

La Sacra Sindone, è il lenzuolo di lino che mostra l’immagine di un uomo compatibile con Cristo, che porta i segni dei maltrattamenti e delle torture inflitti ad un condannato a morte per crocifissione.

Secondo la Cristianità, questo è il sudario dove dopo essere stato cosparso di aloe e di mirra, fu avvolto il corpo di Gesù prima di essere deposto nel Santo Sepolcro, e nel quale dopo tre giorni è miracolosamente risuscitato.

Per la Fede Cristiana, la Sindone è dunque il sudario che avvolse il corpo di Cristo nel suo sepolcro, e durante la Risurrezione.

La Sacra Sindone è conservata nel Duomo di Torino, ed è stata oggetto di numerosi studi scientifici, storici e teologici, che hanno cercato di stabilirne l’origine e l’effettiva autenticità. In questo articolo, vi parlerò della veridicità storica e scientifica della Sindone, ed infine (ma non in ordine di importanza) del suo significato mistico e teologico.

La Datazione della Sacra Sindone

Per determinare l’epoca alla quale risale la Sacra Sindone, sono stati usati diversi metodi di datazione. L’autenticità della Sindone, è stata oggetto di dibattito e controversia per secoli. Nel 1988, un test di datazione al radiocarbonio eseguito da tre laboratori indipendenti, ha datato la Sindone a un periodo compreso tra il 1260 e il 1390. Il test avrebbe dunque suggerito trattarsi di un falso, uno dei tanti prodotti in un tempo in cui le reliquie, più che al giorno d’oggi garantivano credibilità e potere alle istituzioni religiose.

Questo risultato tuttavia, è stato vigorosamente contestato da alcuni studiosi, che hanno sollevato dubbi sulla validità del campione utilizzato, ed attribuito un errore di datazione a possibili fattori di contaminazione. In seguito, sono stati adottati altri metodi di datazione basati sull’analisi chimica, fisica e biologica del tessuto, delle macchie di sangue, della formazione dell’immagine, e delle tracce polliniche, che hanno ribaltato i precedenti risultati fornendo stime più antiche e compatibili con l’epoca del Gesù storico.

Ad esempio, un recente studio ha usato la diffrazione dei raggi X per misurare l’invecchiamento naturale della cellulosa di lino, ed ha effettivamente ottenuto una datazione risalente a circa 2000 anni or sono.

La Veridicità Storica della Sindone

Non vi è una risposta univoca a questa domanda. In mancanza di prove o testimonianze storiche incontrovertibili, gli studiosi che dovrebbero basarsi soltanto sui fatti, si lasciano invece andare ad ipotesi lacunose e contrastanti. In generale, gli storici che credono al risultato dell’esame del carbonio-14 del 1988, ritengono che la sindone sia un falso medievale particolarmente ben realizzato. Mentre gli storici che ritengono la Sacra Sindone un’autentica reliquia di Cristo, si basano sui test successivi e contestano i risultati del test del carbonio-14, cercando anche di ricostruire una storia antica della sindone, il più possibile supportata da fonti letterarie, artistiche ed archeologiche.

Una delle ipotesi più accreditate, è quella che identifica la sindone con il Mandylion, un’immagine miracolosa del volto di Cristo venerata a Costantinopoli fino al 1204. Altre ipotesi coinvolgono i crociati, i templari o i catari come possibili custodi o trasportatori della Sindone. Tutte queste ipotesi, attesterebbero una storia della Sindone antecedente alla datazione del carbonio-14, sconfessandone il risultato e portando acqua al mulino di chi la reputa autentica. Ma queste ricostruzioni non sono totalmente provate, e presentano alcune lacune ed incongruenze.

La Verità è che a tutt’oggi, non è possibile affermare con certezza che la Sacra Sindone sia un falso, così come non è possibile affermare che sia autentica, dato che non esistono prove fisiche unanimemente accettate dalla scienza, e neppure ricostruzioni temporali condivise dalla maggioranza degli storici, che siano davvero in grado di far risalire la storia della Sacra Sindone ad un’epoca antecedente al XII secolo d.C.

La Sindone e la sua Storia più Moderna

Come detto in precedenza, la storia del lenzuolo di lino che ricoprì il corpo di Cristo non è del tutto documentata, ma inizia ad essere tramandata con espliciti riferimenti alla Sacra Sindone (e non al Telo di Mandylion), solo a partire dalla metà del XIV secolo d.C. La prima testimonianza storica sulla Sindone, risale infatti al 1353, quando fu esposta a Lirey (in Francia) da Geoffrey de Charny, un cavaliere che affermava di averla ricevuta in dono da un nobile, ma non vi è certezza da quale nobile Charny abbia ricevuto la Sindone.

Secondo la tradizione, Geoffrey l’avrebbe ricevuta in dono da un suo cugino, Oddone di La Roche, duca di Atene e signore di Tebe, che l’aveva portata con se dalla Grecia dopo la quarta crociata. Tuttavia, non esistono prove documentate di questo passaggio. Altri storici ed autori, ipotizzano che Charny l’abbia semplicemente acquistata o ricevuta da altri nobili italiani o francesi, ma neppure in tal senso nulla può essere affermato con assoluta certezza.

Data la mancanza di prove, riferimenti storici certi, e l’incongruenza dei test scientifici, ciò che più di tutto gioca a favore dell’autenticità della Sacra Sindone, è proprio la credibilità di Geoffrey de Charny, valoroso cavaliere Cristiano, membro del Consiglio del Regno e portatore dell’Oriflamme, lo stendardo reale di Francia. Fu amico e biografo del re di Francia Luigi IX (canonizzato come santo nel 1297). Fondò una chiesa a Lirey, dove fece dono della Sindone ai canonici, e scrisse un libro sulla cavalleria, ed altri scritti in cui esprimeva i suoi ideali religiosi e morali. Partecipò infine a diverse battaglie nella guerra dei cent’anni, venendo catturato due volte dagli inglesi, e morì nel 19 settembre 1356 difendendo il re nella battaglia di Poitiers.

La storia della Sindone, dopo che Geoffroy de Charny la consegnò alla Chiesa, è segnata da diversi trasferimenti, incendi e ostensioni. Secondo le fonti storiche, la Sindone fu ceduta ai Savoia nel 1453 dai discendenti di De Charny. Inizialmente, i Savoia la custodirono nella loro capitale di Chambery, dove divenne reliquia dinastica e segno di legittimazione della dinastia, ma nel 1532, la Sindone subì un grave incendio nella Sainte-Chapelle du Saint-Suaire, che lasciò delle bruciature sul lenzuolo ripiegato in una cassetta d’argento.

Nel 1578, il duca Emanuele Filiberto trasferì la Sindone a Torino, dov’è tuttora custodita nel famoso Duomo. La Sindone fu fotografata per la prima volta nel 1898, ed esposta pubblicamente in diverse occasioni, chiamate ostensioni, soprattutto a partire dal XX secolo, le ultime nel 1978, 1998, 2000, 2010, 2013 (solo teletrasmesse), 2015 e 2020 (anch’esse solo televisive).

La Posizione della Chiesa sull’Autenticità della Sacra Sindone

La posizione della Chiesa riguardo l’autenticità della Sindone, è estremamente prudente, nessun Papa infatti si è mai espresso con un giudizio definitivo sulla veridicità di questa reliquia. I vertici ecclesiastici, considerano la Sindone un simbolo legato al mistero della Passione e Risurrezione di Cristo, ma non la confermano come autentica e non la pongono come fondamento della Fede.

La Chiesa Cattolica ha permesso gli studi scientifici sulla Sindone, ma in definitiva non ne ha mai accettato né rifiutato i risultati, invitando i fedeli a venerare la Sindone come un’immagine sacra, che richiama alla memoria il sacrificio supremo dell’amore di Cristo per l’umanità intera.

Conclusioni sulla Fede e sull’Autenticità della Sindone

La Sacra Sindone che sia un falso oppure no, rimane una reliquia estremamente carismatica, perché legata alla figura di Gesù Cristo, Figlio di Dio e salvatore del mondo per miliardi di Cristiani. Testimonianza dell’immagine misteriosa e suggestiva del Cristo, tramandata in modo estremamente realistico attraverso un lenzuolo di lino, che tra mille vicissitudini permane nei secoli ad immagine della passione della crocifissione.

Vi è da dire inoltre, che non è mai stato chiarito come l’immagine del Cristo possa essersi formata, e che questo assieme a tutti gli studi che hanno cercato di stabilirne l’autenticità, contribuisce ad alimentare l’alone di mistero che avvolge la Sacra Sindone, aumentandone il fascino e mantenendo alto l’interesse.

Ricordate comunque, che l’autentica Fede non è questione di lenzuola di lino, né di altre reliquie come il sangue, le mummie ed i teschi, che sono cose morte e che sono fuori di voi. Perché Cristo vi aspetta nei vostri Cuori, ed attende soltanto di essere riconosciuto come il Dio Vivente.

Articolo di Daniele 9 (Daniele Penzo)

Fonte: https://iosonolavia.it/sacra-sindone/

Guida: https://iosonolavia.it/attivazione-christos-solare/

IL MISTERO DEL SUDARIO DI OVIEDO
Ha davvero scoperto il volto di Gesù?
di Mark Guscin

Il Mistero del Sudario di Oviedo

Ha davvero scoperto il volto di Gesù?

di Mark Guscin

Il mistero del Sudario di Oviedo è un libro che appassionerà tutti coloro che, credenti o scettici, desiderano avvicinarsi senza convinzioni aprioristiche, ma con un corredo di analisi ponderate e corrette, a un argomento sempre al centro di accesissime dispute.

La Sindone di Torino gode di una fama planetaria, che le ricorrenti discussioni riguardo alla sua origine non hanno fatto che incrementare. Lo stesso non si può dire di un'altra reliquia, anch'essa tradizionalmente collegata alla sepoltura di Cristo, di cui avrebbe avvolto il capo: il Sudario custodito nella cattedrale di Oviedo, nel Nord della Spagna.

Le sue macchie di sangue rivelano corrispondenze sorprendenti con l'immagine impressa sulla Sindone. Eppure le due reliquie dovrebbero appartenere a epoche diverse: la datazione al radiocarbonio ha attribuito il lino torinese al '300, mentre il Sudario si trova a Oviedo dall'XI secolo. Tutto ciò non fa che alimentare i molti dubbi sulla correttezza della datazione sindonica.

Mark Guscin esamina le rivendicazioni di autenticità, sia scientifiche che storiche, del Sudario, e, partendo dalla testimonianza offerta da esso, formula nuove e interessanti ipotesi sulla Sindone. L'autore si sofferma anche sulle implicazioni che queste potrebbero avere per la Chiesa di oggi, e sulle dichiarazioni controverse e sensazionalistiche di alcuni testi che negli ultimi anni hanno trattato il problema della reliquia conservata a Torino.

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