Rivoluzionari Confusi

di Andrea B. Nardi

In ogni parte del pianeta ci sono dei rivoluzionari, peccato che la confusione che hanno in testa impedisca loro di ottenere risultati politici.

Dappertutto abbiamo movimenti anti-sistema, partiti contestatari, gruppi e associazioni contro il potere, grida, urli, comizi, cortei e manifestazioni, però, inevitabilmente, nessuno di questi riesce a ottenere l’appoggio decisivo e duraturo dei popoli: perché?

Il motivo è semplice: sbagliano a scegliere il problema contro cui lottare.

Se non si conosce il problema sarà impossibile risolverlo e, tanto meno, farlo conoscere alle masse, convincendole a lottare per esso. È la scelta della corretta strategia – ossia l’individuazione dell’obiettivo da colpire – a dare un senso alla guerra, mentre la tattica si limiterà a utilizzare mezzi e modi atti a raggiungere quel fine.

La Gran Bretagna, per esempio, ha, sì, vinto la battaglia per uscire dalla UE e liberarsi della BCE – di cui, peraltro, non aveva adottato l’euro – ma ha perso la guerra restando comunque sotto lo scacco della Bank of England, ossia il lievito madre del peggior morbo che abbia mai colpito l’umanità, fin dal 1694, regina e artefice dell’associazione a delinquere di stampo mafioso chiamata circuito bancario privato internazionale.

Una rivoluzione, questa inglese, abortita sul nascere, e un’ottima occasione persa, con gran piacere dei dominanti. D’altra parte, il potere criminale finanziario, che da trent’anni è riuscito a vincere la sua lotta contro la democrazia, assoggettando tutte le repubbliche occidentali e non – corrompendone governi, media, politici – resta timoroso della rivoluzione, dacché sappiamo che, nella Storia, anche il più assurdo, iniquo, crudele, forte e duraturo sistema liberticida può essere abbattuto (col feudalesimo medievale ci abbiamo messo mille anni, ma poi ci siamo riusciti, salvo poi buttare tutto alle ortiche).

Pertanto, per eliminare dalla propria strada ogni tendenza sovversiva, è lo stesso regime a indicare ai popoli gli obiettivi insulsi con cui giocare alla rivoluzione: l’ambiente, l’ecologia, il riscaldamento globale, diritti individuali diversi a seconda della sessualità delle persone, l’educazione transgender per i bambini, l’eliminazione del maschile e del femminile nel linguaggio, l’abbattimento dei monumenti, l’imbrattamento delle opere d’arte, la distruzione delle auto di lusso e dei piccoli negozi privati durante la finta guerriglia urbana.

Tutto ciò non è rivoluzione, ed è, invece, perfettamente funzionale al regime, che non ha nulla da temere da queste idiozie isteriche e infantili.

Le nuove generazioni, che per una questione biologica sarebbero, a quell’età, naturalmente portate a combattere il regime, in una sorta di parricidio edipico, anche per la disponibilità di tempo nullafacente che attanaglia i giovani, loro malgrado disoccupati, sono distratte dai golem che il regime stesso getta loro in pasto, facendogli rincorrere le battaglie stupide di cui sopra, al seguito, per esempio, di una bambina psicotica e ignorante che sproloquia cretinate prive di senso, fantoccio di una messinscena mediatica il cui business frutta miliardi al suo entourage, o di innumerevoli bloggers e cantanti, i quali convincono i ragazzi che essere ribelli significhi coprirsi di tatuaggi, piercing, vestirsi da deficienti, e urlare luoghi comuni ai concerti.

Sull’altro lato, pure i partiti e i movimenti politici anti-sistema sbagliano completamente le loro lotte: Podemos, Cinque Stelle, Syriza, Italexit, Occupy Wall Street, Verdi/Destre/Sinistre anti-governative di ogni compagine nazionale, ognuno di loro ha avuto un seguito popolare riottoso, e ognuno, immancabilmente, l’ha perso.

Qual è il motivo? La risposta è che nei loro programmi anti-regime c’era dentro di tutto, in un minestrone confuso, la cui assenza di precisione ha impedito alle popolazione di capire per cosa, effettivamente, stessero lottando e quale fosse il vero nemico da combattere.

Il mondo degli adulti, impegnati a non affondare nella propria vita, non può permettersi di perdere tempo dietro nonsense e proteste farraginose, e lo stesso dicasi per quella classe media di lavoratori, già troppo tradita dai politici.

A queste masse nazionali, per poterle far arrivare ad appoggiare, anima e corpo, una causa di lotta, occorre chiarire in modo assolutamente esatto il problema da risolvere, denunciarlo, insegnarlo, e spiegarne la soluzione, senza mischiarlo con mille altre questioni. Solo così si può sperare di conquistare la popolazione alla lotta.

Finché si fanno programmi politici generalizzati, dove si incita all’uscita dalla UE, al sovranismo, contro i mercati, contro la corruzione, contro la dittatura sanitaria, contro le ideologie (liberismo, capitalismo, statalismo, welfare…), oppure troppo particolaristici, come le battaglie contro una determinata imposta o provvedimento governativo, contro la privatizzazione di quel determinato ente, contro il bancomat o la raccolta differenziata… L’uomo della strada, il popolo, la stragrande maggioranza dei cittadini non verrà coinvolta nella rivoluzione, poiché, per quanto favorevole a detti provvedimenti, non li capirà a pieno.

Perché, in fondo, devo uscire dalla UE? Cosa me ne viene? E che significa, poi, sovranismo? E se tornassimo alla lira non sarebbe un casino? E le tasse ci sono sempre state, quindi? I politici diventano corrotti appena eletti, non c’è da aspettarsi che questi siano diversi. E se poi non faccio il vaccino e muoio? E che significa liberalismo? E ancora a parlare di comunismo…?

Ecco, quindi, la disillusione borghese, la rassegnazione, la tanto amata – dal regime – resilienza.

La rivoluzione, invece, si fa dichiarando un obiettivo unico, chiaro, comprensibile a chiunque, spiegando come esso sia l’origine di tutti i problemi e il suo raggiungimento sia l’inizio della soluzione di tutti i suddetti.

Se si insistesse fino alla nausea a denunciare un preciso obiettivo da colpire, insegnando quali tragedie esso abbia provocato e quali miglioramenti ne sorgerebbero una volta eliminato, allora il popolo prenderebbe coscienza. Coscienza di classe, coscienza del problema, coscienza di lotta.

E nessuno può fermare un popolo che abbia capito quant’è stato ingannato per generazioni.

Ora, qual è il problema primordiale che affligge l’umanità, la tragedia fondamentale che aleggia sui popoli? La continua penuria di denaro da parte degli Stati.

Ciò è stato causato in passato dall’idiozia di ancorare il denaro a un qualche materiale scarso e limitato e, oggigiorno, all’ulteriore follia di aver delegato la creazione della moneta alle banche private, esautorando gli Stati sovrani dalla sacrosanta prerogativa di emettere da sé moneta fiat, ossia creata dal nulla come semplice unità di misura del valore del lavoro.

Viviamo in un’epoca in cui gli Stati piangono miseria, martoriano i cittadini di tasse inique e li abbandonano in balia delle privatizzazioni e delle proprie rovine, mentre le banche centrali private elemosinano ai Governi denaro da esse creato dal nulla, imprestandoglielo col contagocce dietro interessi e ricatti, salvo poi trovare, d’incanto, mille miliardi di dollari per salvare le banche private nel 2008, e centinaia di miliardi di euro per sostenere un presidente ucraino sanguinario e cialtrone.

Nessuna compagine politica che voglia sovvertire il criminale sistema di potere finanziario che attualmente governa il mondo può prescindere dall’individuare come suo primo obiettivo, suo capitale, essenziale, basilare obiettivo, l’abbattimento del meccanismo delle banche centrali private, la messa fuorilegge delle stesse, la riappropriazione della sovranità statale nell’emissione di moneta, e la creazione di un parallelo circuito di risparmio e prestiti totalmente pubblico, estraneo ai mercati privati.

Confiscare, espropriare, condannare e neutralizzare i banchieri privati dalla gestione del denaro pubblico dev’essere emblema e bandiera di qualsiasi progetto politico che voglia restituire libertà e benessere ai popoli, ed è un obiettivo facile da comprendere, con un nemico facile da far odiare alle masse, ben definito nella lotta di classe, e determinante per le sorti della prospettiva politico-economica.

Essendo le banche, da oltre un secolo – almeno dal 1913, anno di fondazione della sciagurata FED – la causa principale dei mali del mondo, guerre mondiali comprese, “Morte ai banchieri!” potrebbe essere il provocante e colorito, quanto interessante slogan di questa lotta.

Senza questo, tutti gli altri propositi politici sono fuffa.

Tratto da: “Lo Stato senza tasse” di Andrea B. Nardi – Robin Edizioni

Fonte: https://giornalismolibero.com/rivoluzionari-confusi/

TECNOSCHIAVI
Controllo totalitario: comprenderne il meccanismo per restare liberi
di Marco Della Luna

Tecnoschiavi

Controllo totalitario: comprenderne il meccanismo per restare liberi

di Marco Della Luna

Nell'era del controllo totale, il nuovo libro di Marco Della Luna "Tecnoschiavi" ti aiuta a difenderti dalle manipolazioni alle quali, consapevolmente o meno, sei sottoposto da parte dei poteri forti, che spesso agiscono in forma nascosta.

Nel corso della storia, la politica "profonda", di lungo termine, lavora a porte chiuse, porta avanti i suoi piani in forma coperta, cioè non dichiarata all'opinione pubblica.

Essa sta procedendo lungo cinque esigenze primarie:

  • concentrazione e privatizzazione della sovranità monetaria con indebitamento inestinguibile, quindi sottomissione della società alle oligarchie finanziarie sovranazionali;
  • trasformazione culturale e morale delle popolazioni mediante la dissoluzione delle figure e dei valori di riferimento antropologici e biologici;
  • migrazione e mescolamento etnico con eliminazione delle sovranità nazionali e delle identità sto­rico-culturali;
  • controllo elettronico e modificazione biologica della popolazione per dichiarate esigenze di sicu­rezza, integrazione sociale e fiscale mediante farmaci, alimenti, droghe, vaccini;
  • relativizzazione e svalutazione giuridica della specie umana mediante la ibridazione/sostituzione con la macchina (cyborg, intelligenza artificiale) e con gli animali (chimere).

Tutto questo è sostenuto dall'elaborazione e imposizione di un'ideologia e di un lessico che distor­cono la realtà in atto impedendo un modello diverso: il pensiero unico e il suo linguaggio "politi­camente corretto".

È quindi urgente svelare le modalità con cui la tecnocrazia finanziaria reagisce alla destabilizzazione socioeconomica ed ecologica che essa stessa ha provocato nel mondo.

Fino ad ora, anche i pensatori più critici hanno omesso di additare gli autori e gli strumenti concreti della trasformazione dell'umanità in corso.

Anche per questo, al giorno d'oggi è fondamentale porsi le seguenti domande:

  • Quali sono le vere cause dell'indebitamento globale, che si rivela essere un fenomeno non solo inestinguibile, ma persino programmato?
  • Quali sono gli effetti politici di misure di sicurezza e monitoraggio sempre più invasive?
  • Quale impatto avrà l'impiego dell'Intelligenza Artificiale sul mondo del lavoro?

Che aspetti a cercare tutte le risposte tra le pagine di "Tecnoschiavi"?

"Tecnoschiavi è una summa theologica del pensiero di Marco Della Luna: un testo illuminante e che mette a nudo le strategie del sistema, un libro destinato a essere una delle macchine ossidionali che abbatteranno le fortezze politico-economiche che una ridotta èlite è riuscita a costruire con una tecnica insidiosa e crudele, irretendoci in un incubo apparentemente senza fine."
Gian Mario Ferramonti, nella Prefazione al libro

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2 commenti

  1. Alessandro Dalu

    Questo articolo è da prendere in seria considerazione. Le convergenze di interessi poco nobili a livello nazionale e sovranazionale unite ad una propaganda martellante, stanno incanalando i popoli ad accettare questa realtà becera costruita a tavolino. Concordo sul fatto che la sovranità monetaria potrebbe essere un buon grimaldello per iniziare a scardinare questo sistema. Intanto chi può sostenga la libera informazione, proprio per aiutare la crescita di consapevolezza

  2. Lo insegnava anche Enrico Caldari ♥️, ma ahimè lo hanno suicidato!

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