di WI
Sempre sulla scorta dell’invito alla coerenza, vorremmo ricordare a chi vota, voterà e ha votato in passato, che aderire alla logica elettorale e rappresentativa comporta aderire anche alle sue tare e ai suoi inconvenienti.
Di conseguenza chi vota secondo una determinata legge elettorale esprime la sua approvazione ad essa, con tutto ciò che comporta nei termini di manipolazione del risultato elettorale grezzo. Chi vota accetta la delega alla rappresentanza politica, che è delega all’arbitrio di una struttura di partito, e non impegno vincolante a un programma, tanto che eventuali scostamenti dalle promesse elettorali (alias tradimenti) non comportano alcun tipo di delegittimazione.
Chi vota accetta il principio dell’ “uno vale uno”, ossia che il peso di qualsiasi opinione è il medesimo, pertanto il risultato elettorale è frutto, per quanto artefatto, di una mera proporzione numerica, e non tiene conto alcuno dei fattori che intervengono nella costruzione del consenso e delle correnti di opinioni.
Infine, chi vota deve tener conto che, sulla scorta del punto precedente, anche il non voto è compreso nella possibilità elettorale, vale quanto il voto, e secondo la logica democratica ha medesima legittimità, altrimenti vi sarebbe un espresso divieto di praticarlo.
Tutto questo per dire che a non lamentarsi del risultato elettorale deve essere proprio chi vota, perché è, non solo chi ha accettato le regole che il sistema impone, ma chi vi ha acconsentito, le ha promosse, le ha sostenute.
Se giochi la partita, è perché ne approvi le condizioni, il campo e l’arbitrato. Chi si rifiuta di giocare, certo, secondo la federazione perde, ma non si può dire che abbia accettato le regole, né il risultato, né le condizioni. Non si è responsabili di ciò che viene imposto, solo di ciò che si sceglie.
Articolo di WI
Fonte: https://t.me/weltanschauungitaliaofficial