“I soldi ci sono”: il governo salva le banche venete

Gianni Alemanno: “Il salvataggio delle banche venete non è nient’altro che l’ennesimo regalo di soldi pubblici a una banca privata, in questo caso il gruppo Intesa-San Paolo”.

Il Presidente del Consiglio Gentiloni parla nell'orecchio al Ministro dell'Economia e delle Finanze Padoan

Il Presidente del Consiglio Gentiloni parla nell’orecchio al Ministro dell’Economia e delle Finanze Padoan

L’ok è arrivato dopo che il Cda di Intesa ha approvato l’acquisizione della ‘good bank’. Esborso dello Stato di 5 miliardi di euro. Il ministro Padoan assicura: “Le somme non impattano sull’indebitamento”. Alemanno: “Ancora fondi pubblici regalati ad istituto privato”.

Salve come il Monte dei Paschi di Siena. Possono tirare un sospiro di sollievo Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Infatti, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che crea la cornice normativa per la cosiddetta “liquidazione ordinata” e con il conseguente passaggio della parte sana dei due istituti ad Intesa San Paolo.

Si tratta di “un esborso per lo Stato che ammonta a circa 5,5 miliardi di euro” e “complessivamente sono mobilizzate risorse a favore dell’operazione fino ad un massimo di 17 miliardi di euro”, ha precisato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, aggiungendo anche che le “somme non impattano sull’indebitamento”.

Padoan ha aggiunto che il decreto mette subito a disposizione anche “un rimborso di circa 400 milioni a copertura di garanzie” e che le due banche venete “continuano a operare di fatto come componenti del gruppo Banca Intesa: non c’è nessuna interruzione, a partire da domani, dell’attività normale di sportello”.

Ovviamente il via libera è arrivato dopo che il Cda di Intesa ha approvato l’acquisizione della “good bank” e conferito il mandato all’amministratore delegato Carlo Messina per chiudere l’operazione.

Esulta il premier Paolo Gentiloni, affermando che: “Il dl consentirà di rassicurare e stabilizzare la situazione”, ricordando che la crisi delle banche venete “ha raggiunto livelli che hanno reso necessario un intervento di salvataggio, per evitare i rischi evidenti a tutti di un fallimento disordinato”.

Inoltre, secondo il premier il decreto “va a favore della buona salute del nostro sistema bancario, della sua efficienza. Da ciò, in particolare in un Paese come il nostro dove il sistema bancario è così importante per gli investimenti, dipende anche la possibilità di incoraggiare e non ostacolare la ripresa economica in atto. Risaniamo il sistema in un momento in cui il suo stato di salute è cruciale per la ripresa”.

Un salvataggio che non è stato digerito da Gianni Alemanno, segretario del Movimento Nazionale per la Sovranità, per il quale sono stati “regalati ancora soldi pubblici ad una banca privata”.

Il salvataggio delle Banche venete non è nient’altro che l’ennesimo regalo di soldi pubblici a una banca privata, in questo caso il gruppo Intesa-San Paolo. Immediatamente con 5,2 miliardi, ma in un rapido futuro arrivando oltre i 10 miliardi, lo Stato e quindi i cittadini si faranno carico di tutte le sofferenze e di tutti gli esuberi per permettere ad Intesa di comprare con un euro la parte sana delle banche venete“, è l’analisi di Alemanno, secondo cui “questo è il risultato del rispetto delle ‘regole europee’, culminate con il Bail-in, che impediscono allo Stato italiano di acquisire una banca in crisi, lasciando come unica alternativa quella di continuare a turare le falle del sistema bancario, facendo straordinari regali ai più grandi gruppi privati.

Il Governo Gentiloni, come tutti i precedenti governi non votati dai cittadini, non ha neppure preso in considerazione l’idea di forzare i diktat di Bruxelles, per fare una volta tanto gli interessi della collettività, acquisendo il controllo delle banche che entrano in crisi. Su questa strada non ci sarà più nessun freno, alle pretese di pochi grandi gruppi di acquisire il controllo del sistema bancario, ai danni di tutta la comunità nazionale“.

Fonte: http://www.ilgiornaleditalia.org/news/primopiano/889054/-I-soldi-ci-sono-.html

Gentiloni parla segretamente nell'orecchio anche a Renzi

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