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Come sarebbe la nostra Vita senza telefono…

di Clarissa Valia

Il fotografo statunitense Eric Pickersgill ha rimosso gli smartphones dagli scatti, per mostrare quanto il nostro mondo sia ormai triste e solitario.

Come sarebbe la nostra vita senza telefono? Il fotografo statunitense Eric Pickersgill con il suo progetto artistico “Removed”, ha cercato di documentare in che modo è cambiata la nostra realtà dopo l’arrivo degli smartphone.

Riproducendo alcune scene di vita quotidiana, l’artista ha tolto dalle mani dei soggetti fotografati cellulari, iPad e ogni altro tipo di tecnologia portatile. Senza tecnologia saremmo diversi e forse più arretrati, ma a volte il progresso può avere effetti negativi.

Eric Pickersgill racconta come l’idea sia nata in una mattina qualsiasi nel bar Illium Cafè di Troy, una cittadina dello stato di New York. Il fotografo era rimasto colpito dal comportamento di una famiglia seduta vicino a lui: “Tutti erano così disconnessi tra loro. Non parlavano molto. Il padre e le due figlie guardavano i loro cellulari. La madre, senza telefono, osservava fuori dalla finestra, sola, accanto alla sua famiglia”.

La raccolta fotografica, pubblicata nel 2015, mette in evidenza quanto l’uso eccessivo della tecnologia ci renda popolari nel mondo virtuale, ma soli nella vita reale.

Il risultato del progetto è decisamente triste e inquietante, e forse può diventare un promemoria per mettere via i nostri telefoni e prestare più attenzione alle persone che in quel momento sono lì con noi.

Articolo di Clarissa Valia

Fonte: https://www.tpi.it/2019/09/02/vita-senza-telefono-foto/

Libri e varie...
CONNESSI E ISOLATI
Un'epidemia silenziosa
di Manfred Spitzer

Connessi e Isolati

Un'epidemia silenziosa

di Manfred Spitzer

Dolorosa, contagiosa, mortale: è la solitudine del Terzo Millennio, ingenerata anche dal cattivo uso della tecnologia.

La solitudine del terzo millennio è una situazione di isolamento che è tanto più dannosa quanto meno evidente perché mascherata spesso da quella che ne è anche la causa principale: l’abbondanza di relazioni virtuali che soprattutto nei giovani sostituiscono in modo improprio le relazioni sociali, atrofizzando la capacità a istituirne di autentiche. Con conseguenze dannose per l’equilibrio psicofisico degli individui e con ricadute a lungo termine sull’intera società.

Chi è solo si ammala più facilmente: la solitudine è abbinata a una percentuale più elevata di disturbi cardiaci, forme tumorali, ictus, depressione e forme di demenza. Ma la solitudine è anche contagiosa e si diffonde come un’epidemia che non riguarda necessariamente chi è single o vive da solo, ma anche coppie, persone sposate o che vivono in famiglia. Nei paesi occidentali è diventata direttamente o indirettamente la prima causa di mortalità.

La tesi di Manfred Spitzer è suffragata da migliaia di studi scientifici condotti in tutto il mondo occidentale. L'importante è capirlo al più presto, prima che diventi un processo irreversibile.

Dicono del libro

Spitzer descrive in modo molto convincente gli effetti della solitudine sulla psiche e sul corpo. 
Spiegel

Spitzer mette in luce il circolo vizioso che si è instaurato tra la solitudine, i nuovi media e la me me me generation.
Emotion

 

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