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“Collare elettronico” per il Distanziamento sociale dei lavoratori

I lavoratori delle fabbriche francesi hanno protestato contro quelli che hanno chiamato “collari per cani”, apparecchiature che consentirebbero il distanziamento sociale nei luoghi di lavoro.

Francia, collari per il distanziamento sociale sul posto di lavoro. Sarà questa la nuova normalità? - WORLD AFFAIRS - L'Antidiplomatico

Si tratta, a tutti gli effetti, di collari elettronici dotati di sensori non dissimili a quelli usati per gli animali. Gli operai d’Oltralpe hanno bollato la proposta come un “attacco alla libertà individuale” poiché i datori di lavoro stanno cercando di far loro indossare i dispositivi per applicare le restrizioni durante il lavoro.

I dispositivi di allarme emettono un rumore e si accendono se i lavoratori si avvicinano a meno di due metri, ma sono stati stroncati da un sindacato operaio perché condurrebbero verso una “infantilizzazione” dei dipendenti. I collari con allarme dovrebbero essere introdotti dalla società di igiene “Essity”, che vuole che i suoi operai li indossino al collo. Il sindacato CFDT ha detto all’agenzia AFP che si tratta di “un sistema paragonabile a quelli che cercano di dissuadere i cani dall’abbaiare”.

Christine Duguet, una rappresentante sindacale del CFDT, ha suggerito che i dispositivi “finiranno nei bidoni della spazzatura o rimarranno in un armadio”, aggiungendo che “questa è una totale assurdità”. La sindacalista Duguet ha anche espresso preoccupazione per il fatto che la società tenterà di mantenere il sistema in vigore come “misura di sicurezza” anche dopo la fine della pandemia.

Il dispositivo, scrive Summit News, è prodotto da una società belga chiamata “Phi Data”, che offre anche un dispositivo simile che può essere attivato da chi lo indossa se sente che qualcuno si avvicina troppo. In realtà, chi conosce la tecnologia Internet of Things (IoT) sa che questo tipo di dispositivi sono pronti da anni, e non vengono implementati, almeno in Occidente, a causa, appunto, delle possibili pressioni sindacali. Ora, con l’abbrivio pandemico, il sogno nel cassetto diventa realtà: collare per i lavoratori, in attesa dell’anello al naso vero e proprio.

È possibile tuttavia realizzare sistemi di controllo bio-logistico della classe lavoratrice molto più invasivi di quelli progettati per il distanziamento sociale: con un semplice sensore da polso – come quelli di uno smartwatch qualsiasi – con cui non solo è possibile stabilire la posizione del lavoratore, ma anche il suo relativo impegno: pensate al numero di battiti cardiaci che deve mantenere un magazziniere, per esempio; se il cuore del lavoratore non batte abbastanza velocemente, probabilmente non sta facendo il suo dovere.

La Cina, che Conte ha appena definito come un alleato dell’Italia al pari degli USA, si è ovviamente già spinta oltre: come riportato da Renovatio 21, i cinesi sono pionieri dell’hardware di lettura dell’attività mentale (cioè, della concentrazione, basicamente) negli studenti, con intere classi di bambini sottoposte in maniera massiva a “interfacce cervello-macchina”.

La tecnologia IoT, che pone un microchip in ogni oggetto presente nella realtà, naturale o artificiale che sia, è esaltata dai libri del fondatore del Movimento 5 Stelle, Gian Roberto Casaleggio. Il tema è discusso in profondità nel libro del fondatore di Renovatio 21, Roberto Dal Bosco, “Incubo a 5 stelle” (2014).

Fonte: https://www.renovatio21.com/collare-elettronico-per-il-distanziamento-sociale-dei-lavoratori/

VACCINI: VERITà, BUGIE E CONTROVERSIE
II edizione
di Peter C. Gotzsche

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Questo libro è un aiuto a orientarsi nella sconcertante e spesso contraddittoria massa di informazioni sui vaccini. Le informazioni non sostituiscono i consulti medici, ma potrebbero darvi la possibilità di partecipare a discussioni significative e informate.

Alcuni vaccini sono così importanti che tutti dovremmo farli, mentre altri non dovrebbero essere utilizzati se non in circostanze particolari. Alcuni sono così controversi che molti medici, anche se ufficialmente raccomandati, non li somministrano nemmeno a se stessi, come per esempio i vaccini antinfluenzali.

Dobbiamo valutare attentamente ogni vaccino, uno per uno, valutando il rapporto tra rischi e benefici, proprio come facciamo per altri farmaci, e quindi farci un’opinione su quando pensiamo che il vaccino valga la pena di essere somministrato o raccomandato ad altre persone.

Le questioni chiave sono queste: qual è il rischio di infettarsi e qual è il rischio di subire gravi danni o di morire a causa dell’infezione? Qual è la possibilità di evitare un’infezione vaccinandosi e qual è invece il rischio di subire gravi danni o di morire a causa della vaccinazione?

Come per altre misure di prevenzione, può essere difficile fornire indicazioni basate su prove di efficacia sulle vaccinazioni e che siano universalmente applicabili, poiché la prevalenza della malattia è importante per il processo decisionale.

Tutti i farmaci hanno degli effetti collaterali, e se il rischio di contrarre un’infezione è molto basso, potrebbe non essere consigliabile correre il rischio di essere seriamente danneggiati da un vaccino anche se la percentuale di rischio è comunque molto ridotta. In altri casi, i benefici di un vaccino sono così evidenti comparati agli effetti collaterali che sono pochissime le persone che non dovrebbero essere vaccinate, ad esempio se soffrono di una grave immunodeficienza e viene utilizzato un vaccino vivo attenuato o se sono allergici ad alcuni dei suoi componenti.

Questi concetti sono molto semplici e non suscettibili di controversia, ma uno dei motivi per cui la questione dei vaccini confonde le persone è che è diventata un’arena dove combattono ideologie e interessi economici spesso non rivelati.

Con alcune osservazioni sulla pandemia di coronavirus del 2019.

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