• Se cerchi un libro o un prodotto BIO, prova ad entrare nel sito di un nostro partner, Macrolibrarsi, il Giardino dei Libri, sosterrai così il nostro progetto di divulgazione. Grazie, Beatrice e Mauro
    Canale Telegram

Banche Centrali: è in arrivo la Frode delle Frodi!

di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

“Le perdite della banca centrale possono aumentare le pressioni fiscali sovrane” dichiara “Fitch Ratings”, l’agenzia internazionale di valutazione del credito e rating. Far diventare utilizzatori della moneta le banche centrali è l’imbroglio ultimo che il “Potere” sta mettendo in atto per autonominarsi creditore unico dei popoli.

“Quando piove, vuol dire che da qualche parte sta piovendo”, ed infatti la pioggia, già ben evidente, ci fa intravedere di tutto punto, quello che pare essere un temporale di dimensioni bibliche, che potrebbe abbattersi sui popoli, qualora la nuova frode pensata dai poteri profondi, venga messa in atto in tutta la sua diabolicità di pensiero.

Dopo aver reso i governi indipendenti dalle banche centrali e di fatto gli Stati debitori di esse, stiamo per assistere alla magia più grande e satanica di sempre: stanno per rendere le banche centrali – creatrici di denaro dal “nulla” – ufficialmente debitrici di un ente superiore che se non si trova nell’alto dei cieli, è certamente rappresentato dal potere stesso che da sempre comanda sul pianeta terra.

La frode gira tutta intorno alla falsa prospettazione che una banca centrale debba ricorrere ad una “fantascientifica” ricapitalizzazione da parte dei governi, per coprire eventuali perdite derivanti dalla politica monetaria messa in atto su tassi e titoli. Stiamo parlando dell’istituzione unica creatrice della “materia prima”, ovvero la valuta in cui si denominano le supposte perdite su asset finanziari, che esistono in quanto le banche centrali stesse, hanno dapprima creato la moneta necessaria per acquistarli, dandogli quindi un valore.

Per essere ancora più chiari, senza la creazione della moneta da parte delle banche centrali, tali asset non avrebbero mai visto la luce e di conseguenza anche le perdite sul valore degli stessi.

Ad infondere la frode per conto dei padroni, ci ha pensato Fitch Rating, che già ad Ottobre scorso, in un suo documento/articolo dichiarava: “l’aumento dei tassi di interesse e il calo delle valutazioni dei titoli hanno aumentato la probabilità di perdite per le banche centrali dei mercati sviluppati che si sono impegnate in programmi di acquisto di attività”. [1] [2]

La prospettiva di perdite nei bilanci delle banche centrali, ponendole in modo del tutto fuorviante sullo stesso piano delle banche commerciali, deriva dal seguente ragionamento, a cui dà sempre voce la stessa agenzia che dispone di due quartier generali, uno a New York e l’altro a Londra: “il recente aumento dei tassi di interesse nella maggior parte dei mercati sviluppati, significa che alcune banche centrali ora stanno pagando di più sulle loro passività verso gli istituti finanziari di quanto guadagnano sui loro titoli detenuti, aumentando il rischio di perdite”.

Tutti noi sappiamo che in virtù del principio dell’indipendenza, pur le banche centrali non facendo parte del bilancio consolidato del governo, in realtà poi tendono a distribuire i profitti ai propri governi. Come del resto restituiscono al Tesoro anche tutti gli interessi incassati sui titoli di stato affluiti nel proprio bilancio, in virtù dei programmi di monetizzazione del debito degli Stati.

Cosa si vuole fare adesso nella pratica reale di quello che ci viene prospettato? In sostanza si vuol fare in modo che in conseguenza della copertura finanziaria di tali perdite – come se la banca centrale fosse costretta ad operare alla stregua di qualsiasi azienda del settore privato – si arrivi a non versare più un centesimo nelle casse dello Stato.

Non solo, nel caso in cui le perdite fossero di entità tale da far atterrare il patrimonio della banca in area negativa, si prospetta addirittura una ricapitalizzazione dell’Istituto da parte dei governi, i quali, come ben sappiamo, hanno un unico modo per reperire le risorse: le tasche dei cittadini!

Siamo alla follia più totale, siamo oltre il gioco delle tre carte! La banca centrale che crea la moneta per prima in regime di monopolio e che attraverso il governo la fornisce al settore privato, qualora registrasse nel proprio bilancio un patrimonio negativo, dovrebbe essere ripatrimonializzata dai cittadini. I quali, non essendo creatori della moneta, logicamente, un giorno, prima o poi, sono destinati ad esaurirla nelle proprie tasche.

Come vedete, siamo in perfetto allineamento con  il fine ultimo che il disegno del Grande Reset si prefigge da tempo: togliere totalmente la moneta dalla disponibilità della maggioranza.

Sempre leggendo Fitch Ratings si apprende che: gli approcci contabili mark-to-market hanno provocato di recente perdite particolarmente ingenti presso la Banca nazionale svizzera (BNS) (che infatti annuncia che non invierà più soldi ai Cantoni nel breve periodo) e la Reserve Bank of Australia (RBA) – queste ultime sufficienti a spingere la RBA in un patrimonio netto negativo”.

Ormai la frode pare proprio essere stata sdoganata, se un paese come la Svizzera, dotato di sovranità monetaria ed esperta di banche, la sta già mettendo in atto nella politica di trasferimento fiscale verso i Cantoni.

Ed il fatto che il 9 Gennaio scorso anche il noto quotidiano economico, voce dei poteri di casa nostra, Milano Finanza, dia pieno risalto alla notizia e ci indichi verso quale rotta si vuol far navigare l’imbarcazione, non ci deve lasciare per niente tranquilli:

La stessa Fed ha affermato che le rimesse al Tesoro degli Stati Uniti potrebbero cessare per un certo periodo se gli alti tassi di interesse le causano l’accumulo di perdite nette; tali rimesse nel 2021 erano circa lo 0,5% del PIL.

Le banche centrali che utilizzano approcci contabili diversi, come quelle negli Stati Uniti, in Giappone e nella zona euro, e quelle come la Bank of England e la Reserve Bank of New Zealand che hanno indennità governative che coprono i programmi di acquisto di attività, hanno meno probabilità di sperimentare un’estrema volatilità degli utili – tiene a prospettare Fitch Rating – aggiungendo poi: “tuttavia, le perdite indennizzate rappresentano una passività potenziale per il sovrano”.

Insomma, nonostante una tecnica che dopo lo schiaffo, preveda il farti rilassare con un paterno “scappellotto“, per poi affondarti con un “cazzotto” in pieno volto – con il preciso intento di farci credere che per noi (intesi come europei) sarà diverso – tutto lascia prevedere invece che non sarà proprio così!

Continuando nella nella lettura del documento, si apprende che la maggior parte delle banche centrali dispone di riserve, che possono consentire loro di mantenere le distribuzioni al governo anche quando si registrano perdite. Tuttavia – afferma sempre Fitch Ratingsla portata e la velocità dei movimenti del mercato possono sopraffare le riserve, mettendo a repentaglio le entrate pubbliche delle banche centrali. La RBA ha dichiarato a settembre che si aspetta che i suoi profitti futuri vengano mantenuti fino al ripristino del suo capitale; la banca ha pagato circa lo 0,1% del PIL al governo nell’anno finanziario conclusosi a giugno 2021.

Leggendo queste poche righe, con l’occhio di chi conosce il corretto e reale funzionamento della moneta e dei sistemi monetari moderni, verrebbe immediatamente da strappare il documento e denunciare il tutto alla corte dei diritti dell’uomo, per le immani falsità (provate a livello contabile e dalla dottrina), che si cerca di far apparire come verità, per ingannare chi legge ed i popoli ignari, che per mezzo di queste falsità sono costretti a sofferenze ed una vita di stenti.

Le banche centrali, non dispongono di riserve, loro le riserve le creano all’occorrenza come gli pare e piace, con un semplice “click” sui propri computers e lo possono fare all’infinito nello spazio e nel tempo. Lo possono fare in virtù di una disposizione di legge conferita loro da dei governi che dovrebbero essere espressione democratica del popolo.

Affermare che: “la portata e la velocità dei movimenti del mercato possono sopraffare le riserve”– è una pura e delinquenziale falsità dimostrata e dimostrabile. Per i motivi sopra esposti, per nessuna ragione e/o qualsiasi tipo di evento catastrofico al mondo, le banche centrali possono terminare le loro riserve.

Fortunatamente anche Fitch Ratings, nel proseguo della sua analisi, non se l’è sentita di continuare sulla strada della frode dottrinale appena evidenziata, ossia che le riserve delle banche centrali sarebbero limitate. Dando così un contributo essenziale alla Verità.

Infatti continuando nella lettura, si può apprezzare che la questione viene ricondotta esclusivamente all’interno di una precisa volontà politica: Le banche centrali possono subire perdite nei loro bilanci e continuare ad operare con una posizione patrimoniale negativa. Tuttavia, se i governi decidessero di rafforzare le posizioni patrimoniali delle banche centrali, ciò metterebbe a dura prova le finanze pubbliche”.

Del resto, che le banche centrali possano tranquillamente non curarsi delle loro passività ed operare in tutta tranquillità con una posizione patrimoniale passiva, lo hanno confermato a più riprese tutti i banchieri centrali del mondo occidentale, da Powell alla Lagarde.

Quindi che necessità c’è di esporre tale problema, se il problema di fatto non esiste? La necessità è sempre la stessa, quella di far credere che la creazione della moneta da parte delle banche centrali abbia natura debitoria, con il fine ultimo di depredare i popoli dei loro risparmi, dei loro asset, delle loro sicurezza, della loro tranquillità ed infine della loro vita.

Articolo di Megas Alexandros

Note: 

[1] Central Bank Losses May Add to Sovereign Fiscal Pressures (fitchratings.com)

[2] Le banche centrali perdono soldi, quali sono gli effetti per gli Stati? — Notizie TradingView

Visto su: https://www.luogocomune.net/26-economia/6159-benche-centrali-%C3%A8-in-arrivo-la-frode-delle-frodi

Fonte: https://megasalexandros.it/e-in-arrivo-la-frode-delle-frodi/

LA CIVILTà DELL'ORTO
La Coltivazione Elementare
di Gian Carlo Cappello

La Civiltà dell'Orto

La Coltivazione Elementare

di Gian Carlo Cappello

Cosa significa “non fare” in agricoltura? E come può un orto coltivato senza fatica rendere a tal punto da avere tutto il cibo di cui si ha bisogno?

Gian Carlo Cappello, agrotecnico con decenni di esperienza sulle spalle, ci spiega questa apparente contraddizione in un libro che è a metà tra un manuale agricolo e una riflessione sulla società di oggi.

Il libro racconta l'idea del progetto “Civiltà dell’Orto”, natoe per la sussistenza alimentare dei/delle partecipanti.

Ogni persona che contribuisce, sia con il lavoro sul campo sia con beni e/o servizi, può accedere al raccolto condiviso. Il Non-metodo di Coltivazione Elementare sviluppa il principio definito del «non fare».

Cosa non viene fatto:

  • nessuna lavorazione del terreno, neppure superficiale e neppure all'inizio della coltivazione;
  • nessun uso di fertilizzanti, antiparassitari, ammendanti e diserbanti (né chimici né organici né omeopatici) né E.M.;
  • nessuna rotazione colturale, consociazione varietale, compostaggio, sovescio, progettazione, calendarizzazione;
  • riduciamo al minimo l'apporto di acqua irrigua;
  • nessun intervento contro le cosiddette “malattie” né contro l'erba spontanea poiché considerate parte dei processi naturali di ripristino dell'equilibrio non comprensibili alla mente razionale;
  • non scegliamo dogmaticamente sementi antiche

Cosa viene fatto:

  • preserviamo il naturale equilibrio della terra e del contesto di coltivazione;
  • consideriamo la crescita delle coltivazioni come conseguenza dell’equilibrio della biosfera;
  • cerchiamo di rendere le piante coltivate quanto più «selvatiche» possibile;
  • promuoviamo il cambiamento e la crescita interiore, affiniamo l'intuito, il sentire, la saggezza innata e l'intrinseca capacità creativa di risoluzione dei problemi;
  • sosteniamo l'autosufficienza alimentare e il superamento dell'economia capitalista.
  • favoriamo l’inserimento di nuovi/e partecipanti che condividano questi principi.

Il cambiamento è possibile!

Perché leggere questo libro:

  • Per scoprire perché in agricoltura "non fare" è meglio di "fare".
  • Per sentire la voce di un esperto agrotecnico con oltre 30 anni di esperienza nel campo.
  • Perché non si tratta solo di un manuale di agricoltura, ma anche di un'inaspettata riflessione sulla società e sui comportamenti comunemente accettati, talvolta inspiegabili, dell'essere umano.

Le parole dell'autore

La Coltivazione Elementare è la realizzazione più avanzata della filosofia del «non fare», concepita ormai mezzo secolo fa dal contadino giapponese Masanobu Fukuoka. Essa rivisita con creatività ed estemporaneità nel contesto di per sé perfetto della Natura l'esperienza di una ruralità tramandata di generazione in generazione.

Se la tecnologia ci rende dipendenti dalla razionalità allontanandoci dalla nostra vera dimensione naturale, la Coltivazione Elementare ci può affrancare dai disastrosi tentativi dell'umanità di controllare la vita.

Nei processi naturali c'è già la ricchezza per ottenere con ottimi raccolti l'autosufficienza alimentare delle comunità. La nostra esistenza si può allineare alla perfezione imperscrutabile che è dentro di noi.

Ciò che ho scritto non è e non vuole essere soltanto un manuale, ma ripercorre i miei cinquant'anni di esperienza sul campo ed è rivolto ai lettori e alle lettrici che già coltivano o coltiveranno e ai borderline desiderosi di liberarsi dal peso della città e della società capitalista.

...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *