5G e aumento Tumori: le ultime ricerche parlano chiaro, il pericolo esiste ed è fondato

di Maurizio Martucci

A livello mondiale, la posta in ballo è straordinariamente alta. Non solo nel business, ma nella tutela della Salute Pubblica. Lo scontro è tra titani.

L’ho scritto, denunciandolo, nel mio ultimo libro inchiesta, “Manuale di autodifesa per elettrosensibili. Come sopravvivere all’elettrosmog di Wi-Fi, Smartphone e antenne di telefonia. Mentre arrivano il 5G e il Wi-Fi dallo spazio” (Edizioni Terra Nuova).

“Era da aspettarselo – scrive su Facebook, polemizzando con la Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (Icnirp), Fiorella Belpoggi, ricercatrice dell’Istituto Ramazzini, a capo del più grosso studio al mondo sugli effetti nocivi delle radiazioni da antenne di telefonia mobile (banda 3G) – ora chi di dovere si prenderà la responsabilità di ignorare un tale pericolo”.

Tra le polemiche, la partita è tutt’altro che chiusa e, clamorosamente, potrebbe riaprirsi: c’è attesa per le nuove linee guida sulla sicurezza per l’esposizione all’elettrosmog, depositati i risultati dell’istituto bolognese (condotto su cavie umane equivalenti, riscontrati tumori maligni al cervello, cuore e infarto) e dell’americano National Toxicology Program (cancro da cellulare) la scorsa settimana e bollati come “poco affidabili” dall’Icnirp, ma presto al vaglio dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro.

Forse per questo, senza dar troppo nell’occhio, negli ultimi mesi stiamo assistendo a una forsennata corsa contro il tempo per implementare l’infrastruttura tecnologica di quinta generazione. Lo dimostrano i 500 milioni di euro prestati dall’Europa a Nokia, i 200mila lampioni LED/Wi-Fi appena installati a Roma e le mini-antenne accese a Torino.

Tuttavia, se l’Organizzazione Mondiale della Sanità dovesse rivalutare (al rialzo) la classificazione delle radiofrequenze, inserendole tra i “probabili” (Classe 2B) se non addirittura tra i “certi” (Classe 1) agenti cancerogeni per l’umanità, dall’oggi al domani crollerebbe l’intera impalcatura su cui, sbrigativamente, la lobby dell’industria wireless e la (spregiudicata) politica negazionista stanno costruendo il sogno digitale del 5G.

Perché saremo tutti irradiati da una sommatoria multipla e cumulativa di nuove frequenze oggi all’asta, spingendo (presto con riforma di legge?) il campo elettrico nell’aria da 6 V/m a 61 V/m. Ovunque, uno tsunami di microonde millimetriche ci sommergerà: con quali conseguenze?

Aumento del rischio di tumori del cervello, del nervo vestibolare e della ghiandola salivare sono associati all’uso del telefono cellulare. Nove studi (2011-2017) segnalano un aumento del rischio di cancro al cervello, dovuto all’uso del telefono cellulare. Quattro studi caso-controllo (2013-2014) riportano un aumento del rischio di tumori del nervo vestibolare. Preoccupazione per altri tumori: mammella (maschio e femmina), testicolo, leucemia e tiroide. Sulla base delle prove esaminate, è nostra opinione che l’attuale classificazione delle radio frequenze come cancerogeno per l’uomo (Classe 2B) dovrebbe essere aggiornata a cancerogenico per gli esseri umani (Classe1)”.

L’aggiornamento della ricerca medico-scientifica nei risultati dei nuovi studi parla chiaro. Il pericolo esiste ed è fondato. E non è uno scherzo, se si pensa all’uso compulsivo degli smartphone: le linee guida redatte nel 1998 dall’Icnirp sono vecchie, se non altro superate dall’incontrastato avanzamento tecnologico, più veloce per sfornare merce Hi-Tech, priva di valutazione preliminare del rischio sanitario: l’aggiornamento è urgente! Non è procrastinabile.

“Usano le parole magiche ‘incoerenti’ e ‘inaffidabili’ per minare le ultime scoperte – scrivono critici sul blog, i tecnoribelli di No Radiotion for youaccettando e promuovendo studi che mostrano un’immagine più sicura: l’Icnirp si dimostra ancora una volta inadeguato, insignificante e irrilevante”. L’appunto non è da poco: la Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti è quell’organismo (privato) accreditato Iarc-Oms, su cui alla fine degli anni ’90 l’Unione Europea si basò nel considerare i soli effetti termici (cioè il surriscaldamento del corpo umano irradiato dall’elettrosmog, simulato con manichini riempiti di gel), ignorando le evidenze sui danni biologici.

“E’ giunto il momento di aggiornare e rivedere giudiziosamente le linee guida dell’Icnirp”, afferma l’ex membro (ci lavorò 12 anni) Jim Lin, mentre – come il noto Angelo Gino Levis dell’Università di Padova e Dariusz Leszczyński, scienziato tra i massimi esperti al mondo che studiò il progetto Interphone Iarc-Oms – sostiene l’inaffidabilità dell’Icnirp, per dettare l’agenda governativa in materia di regolamentazione del rischio sulle pervadenti onde invisibili.

Quindi, se gli esiti Icnirp sono superati, vecchi di 20 anni, cosa succederà se la massima autorità sanitaria del mondo recepisse le più aggiornate prove scientifiche sulla cancerogenesi dell’elettrosmog e valutasse il danno biologico evidenziato dagli studi (con finanziamenti pubblici) di National Toxicology Program e Istituto Ramazzini? Che sarà del 5G?

Le conseguenze a cui, come cavie, senza informarci ci stanno esponendo, sono evidenti e incontrovertibili.

Articolo di Maurizio Martucci

Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/11/5g-e-aumento-tumori-le-ultime-ricerche-parlano-chiaro-il-pericolo-esiste-ed-e-fondato/4615572/

CAMPI ELETTROMAGNETICI E SISTEMI VIVENTI - FASCINO DISCRETO 2
di Massimo Sperini, Francesca Pulcini, Massimo Scalia

Campi Elettromagnetici e Sistemi Viventi - Fascino Discreto 2

di Massimo Sperini, Francesca Pulcini, Massimo Scalia

Sono più di 100 anni che Scienziati e Biologi e Medici, sperimentano e discutono sui possibili effetti specifici dei Campi Elettromagnetici.

Come mai le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) e della Commissione per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP) non sono mai state accettate da vari Paesi, e la Russia assume valori limite per l'esposizione a radiofrequenze e microonde molto più restrittivi – fino a 50 volte meno per la potenza e a 7 per il campo elettromagnetico – di quelli dettati da WHO e ICNIRP?

Sono adeguati i modelli teorici e la metodologia sulla base dei quali WHO e ICNIRP hanno proposto i loro limiti?

Che storia c'è dietro?

È vero che il nostro organismo e le nostre cellule si sono evoluti raggiungendo un equilibrio con le intensità dei campi elettromagnetici ai quali siamo quotidianamente esposti, all'esterno e all'interno? Il rischio di particolari tipi di tumore, dalla leucemia ai gliomi ai neuromi acustici, è solo "elettrofobia", agitata negli ultimi trent'anni da comitati locali, da movimenti oscurantisti o per interessi elettorali?

Quali sono le evidenze scientifiche a favore dell'esistenza di un impatto delle onde elettromagnetiche sui sistemi biologici? È vero che le onde di frequenza più elevata si fermano sullo strato superficiale della nostra cute, e che, ad esempio dentro la testa, i valori di campo sono migliaia di volte più bassi?

Per dare una risposta scientificamente valida, ma comprensibile almeno per chi voglia fare un po' di fatica ed evitare le chiacchiere da bar, bisogna dotarsi di alcune fondamentali nozioni di Fisica, di Elettromagnetismo in particolare. Nel testo esse verranno somministrate in dosi "omeopatiche", non rinunciando però a dei cenni sulla moderna concezione dello spazio-tempo, quale quella costruita ormai un secolo fa da Einstein.

Non rinunciando neanche alla richiesta, talora ammantata di un pizzico di esoterismo, di chi vuole sapere di quanti e di onde di probabilità.

Per gli appassionati, infine, ma solo per loro, una scheda sui circuiti elettrici biologici.

...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *