Il Crollo della Ristorazione è solo l’Inizio. Il Governo vuole un’Italia povera al Servizio degli Oligarchi

di Augusto Grandi

Dall’8 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022, il settore Horeca (Hotel, ristoranti, catering etc) ha fatturato il 54% in meno rispetto allo stesso periodo 2019-2020.

Sono i dati di un’indagine a campione effettuata dal Centro studi di Mio Italia. Complessivamente nel 2021 ristoranti, bar, pizzerie, pub e cocktail bar hanno perso il 49% del loro fatturato rispetto al 2019. Ovviamente la categoria interessata chiede interventi pubblici per tutelare il comparto. Ma il problema non è limitato ad un settore. E la disastrosa gestione della pandemia è solo l’alibi dietro cui si nasconde una strategia di cambiamento totale delle nostre vite.

L’impoverimento del Paese e la spaccatura sempre più evidente tra chi invece ha aumentato la propria capacità di spesa, portano ad una modifica sostanziale degli stili di vita. Con inevitabili ripercussioni su ogni settore economico.

Se lo Ski Pass giornaliero arriva a costare 65 euro a persona, significa cancellare da quella località tutto il turismo, non solo popolare ma anche medio-borghese. Magari è una scelta strategica per puntare solo su ospiti particolarmente ricchi, però la mancanza di tutti gli altri turisti andrà a penalizzare ristoranti, bar, negozi di alimentari e di abbigliamento. E, a cascata, colpirà le industrie che producono materiale per lo sci e per la montagna.

Ma lo stesso fenomeno si ripeterà, in estate, nelle località marine. Dove i prezzi per ombrellone e lettini sono inarrivabili per molte famiglie. Nel corso degli anni si è già ampiamente ridotto il periodo delle vacanze. I bambini non vengono più spediti con i nonni per uno o due mesi di soggiorno marino o montano. Ormai bastano un paio di settimane per sentirsi quasi ricchi. Tagliando ogni possibile spesa aggiuntiva. Mentre a Venezia i ristoranti si lamentano della mancanza di turisti, ma il sindaco ha deciso di introdurre un biglietto a pagamento per entrare in città.

Non solo in vacanza, ovviamente. Tra i 2 mila euro a famiglia per acquistare le mascherine in un anno, i rincari di luce e gas, gli stipendi che non crescono, l’inflazione che vola, è evidente che anche in città si sia costretti a ridurre drasticamente le uscite serali anche solo per una pizza, che ha raggiunto prezzi assurdi. Ma vale per ogni ambito. Il teatro è un lusso, l’abbigliamento di qualità (non di moda) un sogno irrealizzabile, il cibo buono un ricordo (senza parlare della ripercussione negativa dell’uso del green pass sulle attività e della perdita di lavoro per gli over 50 che non cedono ai ricatti – ndr).

Si vuole creare un’Italia dove solo una piccola minoranza di privilegiati possa permettersi uno stile di vita che, sino agli anni 90, era normale per quasi tutti. Costringendo tutti gli altri ad una vita di mera sopravvivenza.

Una scelta legittima per le oligarchie. Scelta accettata dal gregge terrorizzato che delega e vota per essere bastonato. Tutto assolutamente democratico. Però il gregge belante non può illudersi che la massa impoverita possa continuare ad andare al bar a godersi croissant e cappuccino, che possa scegliere una volta alla settimana il ristorante in cui spendere 200 euro per 3 persone, che possa acquistare la giacca Made in Italy, che possa permettersi la sogliola o il polpo al venerdì, che possa cambiare auto dopo 4/5 anni.

Non bastano ristori, cassa integrazione a vita, sconti sulle bollette, rinvii delle tasse. Con il gregge belante si chiude tutto. Non solo il settore dell’ospitalità, ma anche negozi e fabbriche. Anzi, quando il terrorismo sanitario sarà finito, il turismo potrà beneficiare del ritorno degli stranieri. Ma il resto del Paese non ripartirà più. E gli italiani, per sopravvivere, si accontenteranno di salari ridotti, precarietà crescente, reddito di cittadinanza. A patto di ricevere una “pillolina mensile” contro ogni malattia…

Articolo di Augusto Grandi

Fonte: https://electomagazine.it/il-crollo-della-ristorazione-e-solo-linizio-il-governo-vuole-unitalia-povera-al-servizio-degli-oligarchi/

LA FABBRICA DELLA MANIPOLAZIONE
Come difendersi dal condizionamento mentale
di Enrica Perucchietti, Gianluca Marletta

La Fabbrica della Manipolazione

Come difendersi dal condizionamento mentale

di Enrica Perucchietti, Gianluca Marletta

Chi controlla il tuo immaginario controlla la tua volontà!

I grandi cambiamenti culturali che l'umanità affronta da decenni non sono né spontanei né casuali ma sapientemente "fabbricati" dai Poteri Forti.

"La manipolazione consapevole e intelligente, delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il Paese. Noi siamo in gran parte governati da uomini di cui ignoriamo tutto ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare".
Edward Bernays

Scriveva così nel lontano 1928 Edward Bernays, il fondatore delle Pubbliche Relazioni e l'ideologo degli attuali spin doctors. Nel suo saggio Propaganda, Bernays spiegava che un "governo invisibile" manipola, le opinioni, le abitudini e le scelte dei cittadini, lasciando a costoro l'illusione di essere liberi. In democrazia, ai metodi repressivi, il potere preferisce affiancare la manipolazione "dolce" volta a plasmare l'immaginario delle masse e a orientarne il consenso, tramite la propaganda, l'ingegneria sociale e il controllo dei media e dello spettacolo. Un potere nascosto ha infatti la possibilità di manipolare quasi alla perfezione i sentimenti e la mentalità di massa senza dare l'impressione di farlo, controllare i popoli entrando nel loro immaginario e riprogrammandone le coscienze.

La propaganda e l'ingegneria sociale non servono solo a plasmare l'opinione pubblica e a eterodirigere il consenso, ma tendono anche a creare un essere umano omologato, intercambiabile e unidimensionale, che pensa e agisce come tutti gli altri: un clone tra i cloni che sia talmente svuotato e spersonalizzato da seguire passivamente le scelte imposte dal Sistema.

"L'erosione della democrazia avviene svuotando progressivamente da un lato le nazioni del proprio potere e della propria sovranità, dall'altro facendo diventare tutti noi dei soggetti passivi, dei meri consumatori".

Al paradigma della violenza tipico del XX secolo, si è sostituito il paradigma del controllo sociale, radicato nei falsi bisogni che sono stati indotti nelle nuove generazioni. Si è imposta una nuova forma di potere, una nuova forma di capitalismo che non si accontenta di automatizzare i flussi di informazioni, ma mira ad automatizzare gli stessi individui. Siamo ormai immersi in una gabbia elettronica e digitale che non ci abbandona mai.

Dopo il successo di Governo Globale e Unisex, gli autori Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta tornano ad approfondire le tappe ideologiche del mondialismo, spiegando gli influssi e le tecniche di condizionamento utilizzate dal potere, con la versione aggiornata, ampliata e in 4D de La fabbrica della manipolazione.

Dai primi esperimenti di manipolazione mentale del dopoguerra alla "rivoluzione culturale" degli anni '60; dalla "nuova morale sessuale" all'ideologia di genere; dalla nascita dell'arte contemporanea alla genesi delle rivoluzioni "democratiche" nei paesi dell'est europeo e del Medio Oriente; dal sorgere della "nuova spiritualità" allo sviluppo dei Fondamentalismi Religiosi, questo saggio ripercorre una "storia altra" dell'età contemporanea, tanto misconosciuta quanto inquietante.

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