di Martina Giuntoli
Illuminazione pubblica spenta dopo mezzanotte e conseguente divieto di circolazione per ciclisti e pedoni. Lo ha disposto il sindaco di Ceto, in provincia di Brescia.
La prima cittadina, Marina Lanzetti, ha firmato un’ordinanza con misure urgenti per il contenimento dei consumi energetici. In buona sostanza, da mezzanotte alle cinque di mattina si spengono tutti i punti luce dislocati sul territorio comunale, eccezion fatta per eventuali situazioni di sicurezza che l’ente locale si riserva di valutare.
Dato che le strade buie possono costituire un pericolo, a pedoni e ciclisti è inoltre vietato circolare nella suddetta fascia oraria. E se proprio devono andare in giro di notte, allora sono obbligati a indossare giubbotti catarifrangenti. Soltanto alcune vie del centro storico non sono toccate dalla misura. (Il testo integrale dell’ordinanza si può leggere qui).
Ceto non è l’unico Comune italiano che adotta restrizioni a causa dell’emergenza energetica. A Sant’Agata de’ Goti, in provincia di Benevento, il sindaco Salvatore Riccio ha anticipato la chiusura degli uffici, lo spegnimento dell’illuminazione dei monumenti e accorciato la pausa pranzo dei dipendenti.
A Milano, Beppe Sala ha dichiarato che si impegnerà non solo a seguire le linee guida del governo, ma anche a effettuare ulteriori tagli di spesa, ad esempio sulla settimana lavorativa dei dipendenti amministrativi: probabilmente verrà ridistribuita su quattro giorni anziché su cinque, lasciando fuori il venerdì.
Nel frattempo il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, riaccende i riflettori sulle strutture sanitarie e sulle Rsa: dal suo punto di vista, sarà complesso mantenere ospedali e simili a pieno regime molto a lungo.
In Sardegna, a Fluminimaggiore, a fronte degli extra-costi il primo cittadino Marco Corrias ha disposto uffici aperti con il contagocce e rientri pomeridiani solo in occasioni speciali.
Misure sullo spegnimento anticipato o conversione delle luci si trovano anche a Novara, Matera e Forlì.
Prima era colpa del covid, adesso è colpa di Putin… il risultato però è sempre lo stesso: restrizioni, controllo sociale e obblighi. (nota di conoscenzealconfine.it)
Articolo di Martina Giuntoli