Una malattia chiamata Imperialismo

Quella dell’imperialismo è una brutta malattia. Una volta che ne vieni contagiato, diventa difficile liberarsi dal morbo.

Imperialismo americanoIn questo senso vanno le dichiarazioni di Al-Maliki, l’attuale presidente dell’Iraq, il quale accusa gli Stati Uniti di volersi prendere il merito per la sconfitta dell’ISIS a Mosul, “mentre sono stati loro che hanno contribuito a creare questa organizzazione”.

In una serie di dichiarazioni senza peli sulla lingua, riportate da RT, Al-Maliki ha detto che “la riconquista di Mosul è stata un successo del popolo iracheno, mentre ora gli Stati Uniti cercano di impadronirsene, sostenendo di essere stati loro a guidare quella guerra”.

“Certamente – ha aggiunto Al-Maliki – loro ci hanno aiutato con l’aviazione, ma il merito maggiore va ai soldati iracheni e alla milizia popolare. E questa vittoria ci è costata molto cara, con circa 20.000 soldati e poliziotti iracheni che sono morti o sono rimasti feriti nei combattimenti”.

Al-Maliki ha poi aggiunto che “mentre gli Stati Uniti hanno dato un supporto all’esercito iracheno, hanno anche contribuito alla nascita dell’ISIS in primo luogo. E ora Washington sta cercando di stabilire delle basi militari permanenti sul territorio iracheno, per riuscire a mantenere la loro influenza sulla regione”.

“L’ISIS ricorda molto i Talebani – dice Al-Maliki – che furono creati dall’amministrazione americana per combattere i russi in Afghanistan. Nello stesso modo, l’ISIS è stata creata per combattere certe scelte dell’Iraq, che non era d’accordo nel mettere l’embargo sulla Siria, che era contrario alle no-fly-zone in Siria, e contrario ad ospitare delle basi americane sul proprio territorio.

“La società irachena – ha concluso Al-Maliki – è contraria ad avere delle basi straniere sul proprio territorio, e abbiamo già avvisato gli americani perché non tornino qui in Iraq a piazzare le loro basi militari”.

Ma voi credete davvero che gli americani gli daranno ascolto?

Articolo di Massimo Mazzucco

Fonte: https://www.luogocomune.net/LC/index.php/16-geopolitica/4720-una-malattia-chiamata-imperialismo

VERRà L'ALBA, STARAI BENE
Dall'autore di "Succede sempre qualcosa di meraviglioso"
di Gianluca Gotto

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Dall'autore di "Succede sempre qualcosa di meraviglioso"

di Gianluca Gotto

Cosa accade quando il dolore sembra troppo grande da contenere?

Alcuni si lasciano travolgere, altri lo ignorano o cercano aiuto. Veronica sceglie un’altra via: lascia tutto alle spalle per iniziare una nuova vita in Australia. A Melbourne, si costruisce una carriera brillante da zero, diventa una trentenne indipendente, forte, apparentemente realizzata. Ma dietro l'immagine perfetta di una donna in forma e di successo, si nasconde una battaglia quotidiana contro la solitudine e i ricordi che la tormentano.

Nel silenzio della sua casa, il passato torna a farsi sentire, e l’unico modo che conosce per affrontarlo è un controllo ossessivo su tutto: alimentazione, lavoro, fitness, ogni gesto quotidiano.

Quando la pressione interiore la conduce sull’orlo del crollo, un imprevisto la costringe a fermarsi. Inizia così un nuovo viaggio, che la porterà lontano – non solo geograficamente, ma anche dentro se stessa.

Proprio in questa terra sconosciuta incontrerà un’altra anima smarrita. È l’inizio di un percorso di consapevolezza e guarigione, dove la sofferenza non viene negata, ma trasformata. Tra momenti di fragilità e nuove scoperte, Veronica imparerà che solo riconoscendo il proprio dolore è possibile ritrovare equilibrio.

"Verrà l’alba, starai bene" è un romanzo intenso e toccante, che affronta temi attuali come la salute mentale, l’ansia, la perdita, l’autenticità e la resilienza emotiva. La narrazione è arricchita da riferimenti all’ayurveda, l’antica scienza del benessere, che invita a partire dalla propria essenza per ritrovare serenità e guarigione.

Una storia di rinascita, amicizia e trasformazione interiore, per chi cerca un romanzo che parli alla parte più profonda di sé. 

"Fu a quel punto che un pensiero nuovo, mai accarezzato prima, le attraversò la mente. E se la vita, quella vera, quella che si meritava di vivere, non fosse ancora iniziata?"

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