di Megas Alexandros
L’indice “Title Transfer Facility” o anche chiamato “Dutch TTF gas price”, è il mercato all’ingrosso europeo del gas naturale, preso a riferimento dalla compagnie energetiche per calcolare gli importi delle nostre bollette. Una truffa ormai conclamata alla quale nessun governante ha intenzione di porre fine.
Fu negoziando i “diritti sul bulbo” (dei veri e propri futures sui tulipani), che nel 1637 gli olandesi fecero scoppiare la “bolla dei tulipani”, ovvero quella che poi sarebbe stata ricordata nella storia, come la prima grande crisi finanziaria innescata dall’utilizzo di strumenti finanziari con finalità speculative.
Oggi gli olandesi ci stanno riprovando con il gas naturale, manipolandone il prezzo attraverso diaboliche speculazioni messe in piedi da una “setta” di persone che gestiscono il mercato virtuale con sede ad Amsterdam.
Tutto sarebbe finito qua, se a tale “gioco del diavolo”, non prendessero parte anche le varie compagnie energetiche europee monopoliste di settore, che nel rivendere il gas a noi comuni mortali, prendono come riferimento il prezzo che scaturisce da questi scambi, che di fatto sono delle vere e proprie scommesse che niente hanno a che vedere con la realtà di chi produce e vende il gas vero e proprio.
Megas e ComeDonChishiotte sono stati tra i primi a portare a conoscenza del popolo ignaro tale oscenità [1] – ed oggi dopo il macigno lanciato nello stagno, perfino la stampa di regime non può più far finta di non vedere e di evitare di parlare dell’argomento.
Per questo ho deciso di riprenderlo per far comprendere ancora di più quanto in tutto questo ci sia ben poco di sventura, ma bensì sia l’ennesimo (forse definitivo), “trucchetto” ben orchestrato da i poteri profondi, per completare l’opera di distruzione dei nostri sistemi economici.
Le aziende italiane che al ritorno dalle ferie hanno deciso di non riaprire i loro stabilimenti – minate irrimediabilmente nella loro redditività da bollette fuori controllo – aumentano di giorno in giorno. La conferma di tale realtà avviene anche sul campo, parlando direttamente con gli operatori.
Solo pochi giorni fa mi chiama un alto dirigente bancario, responsabile della gestione di grandi imprese, mostrandomi tutta la sua preoccupazione nell’apprendere che molte aziende sue clienti – pur in presenza di ordini – sono costrette a scegliere la dolorosa strada di non riaprire e della cassa integrazione per i dipendenti, proprio perché sarebbero costrette ad operare in perdita, in virtù dell’impossibile costo dell’energia da sostenere.
Riguardo alla spiegazione su cosa sia il TTF potremmo entrare nello specifico tecnico e magari lo faremo anche in seguito, ma vorrei, nel modo più semplice possibile, rendere comprensibile anche all’uomo della strada, quanto delinquenziale sia questa enorme frode a danno di alcuni popoli.
Per comprendere dobbiamo capire bene cosa avviene. Da una parte abbiamo il gas naturale estratto sul territorio russo, che tramite la commercializzazione di Gazprom e la successiva immissione nei vari gasdotti, poi arriva, pronto all’uso, fino nelle nostre abitazioni. Gazprom stipula contratti di fornitura direttamente con gli operatori di settore locali; nel caso dell’Italia, tanto per fare un esempio, si tratta della compagnia ENI, un colosso a cui partecipa anche il Tesoro.
In un mondo teoricamente “normale”, la cosa sarebbe finita qua: Gazprom fa il prezzo, ENI ricarica il giusto profitto in accordo con i suoi costi di gestione e la concorrenza, e gli utilizzatori finali pagano il giusto prezzo.
Purtroppo di normale in questo mondo c’è rimasto ben poco, e questo fa sì che in questo business intervenga un terzo incomodo. L’altra parte che interviene è composta da un manipolo di diabolici avvoltoi, ai quali è consentito in maniera “follemente” legale – stando seduti e fumando un sigaro – di mettere in piedi delle vere e proprie scommesse, attraverso contratti post-datati nel tempo (futures). Ovvero promettono di consegnare un certo quantitativo di gas (che materialmente non hanno), ad un certo prezzo ad una certa data.
Tutta questa attività, che di fatto rappresenta una vera e propria “bisca”, ripeto legalizzata da governi corrotti ed incoscienti, permette al “banco” (i padroni del mercato), di manipolare a proprio piacimento il prezzo del gas naturale, rendendolo volatile come un bitcoin e, ripeto, del tutto scollegato da quello che sarebbe il prezzo derivante dall’attività di estrazione.
Come detto all’inizio, lo sporco ed i danni finirebbero qua e rimarrebbero solo sulle mani dei “giocatori incalliti” che partecipano alle scommesse, se non fosse che, gli stessi governi corrotti, consentono alle compagnie di settore rivenditrici del gas naturale, di stipulare contratti con famiglie ed imprese in cui il prezzo da pagare per la fornitura, sia legato a questo indice TTF.
La cosa assurda che rende certificato questo sistema criminale, è che circa il 70% degli scambi sul TTF riguarda contratti future, segno di una predominanza di operazioni puramente finanziarie rispetto a quelle per l’effettivo acquisto fisico di gas. Ma come detto è sul TTF che poi si fa il prezzo del gas per famiglie ed imprese.
È il solito ed annoso problema che vede il mondo reale e quello della finanza completamente scollegati l’uno con l’altro. Il prezzo non è più il risultato del logico incontro tra domanda e offerta del bene reale, ma bensì il frutto di una facile manipolazione, che avviene in un mercato virtuale di dimensioni pressoché “rionali” rispetto ai volumi di gas che scorrono nelle tubazioni.
Un mondo creato ad arte, per consentire in qualsiasi momento di mettere in atto crisi globali, che comportano la distruzione di interi sistemi economici al solo scopo di permettere ad una ristretta élite di impossessarsi di asset e risparmi.
Del resto, anche se siamo tutti affetti da corta memoria, dalla crisi dei sub-prime alle speculazioni sui debiti degli stati, passando per la pandemia per finire al fenomeno del caro-energia che stiamo descrivendo, sono tutti fenomeni che hanno le stesse caratteristiche e gli stessi obiettivi finali.
Il mercato di Amsterdam fa capo a Intercontinental Exchange (ICE), una società finanziaria statunitense fondata nel 2000, che opera in mercati basati su internet e commercia in futures ed energia, commodities e prodotti finanziari derivati. L‘obiettivo principale della società in principio erano prodotti energetici (petrolio grezzo e raffinato, gas naturale), ma ha esteso le sue attività in commodities come zucchero, cotone, caffè e scambio di valuta. ICE è un gruppo da 7,1 miliardi di dollari di fatturato, che dal 2013 controlla anche il NYSE, cioè la Borsa di New York.
Essendo una Borsa, più scambi ci sono più ICE guadagna. Nel 2021 gli scambi sul TTF sono aumentati del 45% e il gruppo ha visto crescere del 10% i suoi ricavi nel settore dell’energia a 1,2 miliardi di dollari.
Come potete vedere, dietro ad un apparente mercato rionale, ci sono i grandi gruppi finanziari che andando a ritroso ed aprendo le matrioske rappresentate dalle varie società controllate e controllanti, sicuramente arriveremo alle famose famiglie che ci comandano.
Perfino gli operatori di settore rimangono sbalorditi dalle dimensioni del tutto fuori controllo del fenomeno in corso.
Solo attraverso l’intervento degli Stati monopolisti della moneta e al loro potere assoluto di legiferare, si può mettere fine a tutto questo increscioso scenario di morte.
Note e Riferimenti:
[1] È speculazione.. ma c’è ancora chi continua a chiamarla inflazione!
[2] Chi decide il prezzo del gas? Ecco perché ad Amsterdam il metano vola e batte record dopo record
Articolo di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
Introduzione: https://comedonchisciotte.org/ttf-dai-tulipani-al-gas-ecco-come-si-distrugge-la-vita-della-gente/
Rivisto da Conoscenzealconfine.itFonte: https://megasalexandros.it/ttf-dai-tulipani-al-gas-ecco-come-si-distrugge-la-vita-della-gente/