“Tocca all’Europa”: Cosa si può fare per salvare il mondo?

di Paul Craig Roberts

Starà all’Europa dire l’ultima parola, per salvare la Terra da una catastrofe nucleare. 

I governi europei non si rendono conto del potenziale di cui dispongono per salvare il mondo dall’aggressione di Washington, perché gli europei occidentali, dalla fine della Seconda guerra mondiale, sono abituati ad essere Paesi- vassalli di Washington, mentre gli europei centro-orientali hanno accettato di diventare vassalli di Washington dopo il crollo dell’URSS.

Il Vassallaggio paga bene però solo se non si mettono in conto tutti i costi. Con l’adesione alla NATO, l’Europa centro-orientale permise a Washington di sistemare la sua presenza militare ai confini della Russia. Questa presenza militare ai confini della Russia, ha dato a Washington un’indebita fiducia.

Malgrado il terribile destino dei due migliori eserciti mai messi insieme – la Grande Armata di Napoleone e la Wehrmacht tedesca – Washington non ha ancora imparato che in guerra ci sono due regole da rispettare: (1) Non marciare sulla Russia. (2) Non marciare sulla Russia.

Per effetto della sottomissione dell’Europa a Washington, è difficile che Washington impari questa lezione prima che abbia marciato sulla Russia. Washington, nella sua idiozia, ha già fatto un pezzetto di questa marcia, prima con il colpo di stato in Ucraina e poi con i suoi attacchi alle posizioni militari siriane. Washington sta, infatti, determinando una escalation nella crisi siriana.

Ciò che può fermare questa escalation prima che esploda una guerra, è una decisione dell’Europa centro-orientale di disimpegnarsi e tirarsi indietro dall’aggressione di Washington. 

L’Europa non ci guadagna niente a stare nella NATO. Gli europei non sono minacciati da una aggressione russa, ma sono minacciati dalla aggressione di Washington contro la Russia. Se i neo-conservatori americani e i loro alleati israeliani riusciranno a provocare una guerra, tutta l’Europa verrebbe distrutta. Per sempre.

Ci deve essere qualcosa che non va nei politici europei se si permettono di far correre questo rischio ai popoli che governano. L’Europa è ancora il posto della di bellezza, che gli uomini hanno creato nel corso dei secoli – architettura, arte e intelletto – l’Europa è un museo che non dovrebbe essere distrutto. Una volta liberatasi dal vassallaggio di Washington, l’Europa potrebbe persino tornare a vivere una vita creativa.

L’Europa sta già soffrendo economicamente per le sanzioni illegali imposte da Washington contro la Russia – sanzioni che Washington fa gravare sugli europei –  e per i milioni di rifugiati non europei, che stanno inondando i paesi europei in fuga dalle guerre illegali di Washington contro i popoli musulmani, guerre che gli americani sono costretti a combattere per compiacere Israele.

Che cosa resta agli europei per il gran sacrificio che devono sopportare per essere vassalli di Washington? Non resta altro che la minaccia di un Armageddon. Pochi “leader” europei  si accaparrano enormi sussidi da Washington per appoggiare la sua agenda illegale. Basta dare un’occhiata all’enorme fortuna accumulata da Tony Blair, che non è certo frutto della normale remunerazione di un primo ministro inglese.

Gli europei, inclusi i loro “leader”, avrebbero molto più da guadagnare se facessero parte del progetto russo-cinese sulla Via della Seta. È l’Oriente che sta sorgendo, non l’Occidente. La via della seta collegherebbe l’Europa al Sol Levante. In Russia c’è un territorio non ancora sviluppato e pieno di risorse, la Siberia, che è più grande degli USA. In base al suo potere d’acquisto, la Cina è già la più grande economia del mondo. Militarmente l’alleanza russo-cinese è molto più di un avversario per Washington.

Se l’Europa avesse buonsenso e se avesse una qualsiasi leadership, direbbe addio a Washington. Quanto vale per l’Europa l’egemonia di Washington sul mondo? Cosa ci guadagnano gli europei – al contrario di quella manciata di politici che prendono pacchi di soldi da Washington – per il loro vassallaggio a Washington? Niente.

Gli apologeti di Washington dicono che l’Europa ha paura di essere dominata dalla Russia. Ma perché gli europei non hanno paura dei 73 anni di dominio che ha esercitato Washington sull’Europa, un dominio che li sta portando ad conflitto militare con la Russia?

A differenza di europei e russi, gli americani hanno poca esperienza con i morti in tempo di guerra. Solo una delle battaglie della prima guerra mondiale, la Battaglia di Verdun, ha causato più vittime in battaglia, di quanti gli Stati Uniti ne abbiano avute in tutte le guerre della sua esistenza, a partire dalla Rivoluzione per l’indipendenza dalla Gran Bretagna.

La sola battaglia di Verdun della prima guerra mondiale, avvenuta prima dell’entrata in guerra degli Stati Uniti, fu la battaglia più lunga e dolorosa della storia umana, nel 2000 si è calcolato che le vittime furono un totale di 714.231: 377.231 francesi e 337.000 tedeschi, circa 70.000 morti al mese; altre stime dicono che il numero di vittime durante la battaglia fu 976.000  e che durante tutta la guerra i morti a Verdun furono 1.250.000.

Al contrario, le vittime americane della prima guerra mondiale dopo l’entrata degli Stati Uniti furono 53.402 morti in battaglia e 200.000 feriti.

Ecco l’elenco dei morti in guerra degli Stati Uniti a cominciare dalla Rivoluzione fino alla “guerra globale al terrore” (ad agosto 2017):

  • Rivoluzione Americana: 4,435
  • Guerra del 1812: 2,260
  • Guerre contro i Nativi Americani (1817-1898): 1,000
  • Guerra Messicana: 1,733
  • Guerra di Aggression del Nord: nord – 104,414, sud – 74,524
  • Guerra Ispano-Americana: 385
  • Seconda Guerra Mondiale: 291,557
  • Guerra di Corea: 33,739
  • Guerra del Vietnam: 47,434
  • Guerra del Golfo: 148

Tutto insieme si arriva a  561.629 morti in guerra. Se aggiungiamo i morti nelle battaglie per la guerra globale al terrorismo, fino a Agosto 2017 – altri 6,930 – arriviamo a 568.559 morti USA, in tutte le guerre finora combattute.

Diciamo che il “triste” paragone non regge… come abbiamo detto, 714.231 vittime ci furono solo nella Battaglia di Verdun, ovvero una singola battaglia della prima guerra mondiale, che non coinvolse soldati statunitensi.

In altre parole, eccetto che nella guerra contro gli Stati confederati e contro i nativi americani, con tutti i loro enormi crimini di guerra, gli Stati Uniti non hanno altra esperienza di guerra. Quindi Washington può entrare in guerra con leggerezza. Solo che, se ci sarà una “prossima volta” succederà un Armageddon, una catastrofe e Washington non esisterà più. E neanche noi.

I morti USA nella prima guerra mondiale furono pochi, perché gli Stati Uniti entrarono in guerra solo nell’ultimo anno. Allo stesso modo, nella seconda guerra mondiale il Giappone fu sconfitto perché perse la sua flotta e la sua aviazione nei bombardamenti di Tokyo e di altre città giapponesi, che richiesero poche battaglie mortali per gli Stati Uniti. Gli attacchi nucleari su Hiroshima e Nagasaki furono ingiustificati e avvennero quando il Giappone chiedeva solo di arrendersi. Sono morti 200.000 civili giapponesi in quegli attacchi nucleari e nessun americano tranne i prigionieri di guerra detenuti in quelle città.

In Europa, come nella prima guerra mondiale, gli Stati Uniti non entrarono in guerra contro la Germania fino all’ultimo anno, quando la Wehrmacht era già stata annientata e sconfitta dall’esercito rosso sovietico. Anche l’invasione della Normandia ebbe scarsa opposizione, perché tutte le forze tedesche erano sul fronte russo.

Se ci fosse, oggi, una terza guerra mondiale, gli Stati Uniti e tutto il mondo occidentale sarebbero immediatamente distrutti, perché non c’è niente che si frappone tra l’Occidente e la straordinaria capacità nucleare della Russia, se non la probabilità di una distruzione completa e totale. Se la Cina si mettesse dalla parte della Russia, come previsto, il mondo occidentale potrebbe essere distrutto per sempre.

Perché l’Europa accetta ancora questo scenario? Non c’è rimasta nessuna umanità e intelligenza in Europa? Possibile che l’Europa sia diventata una mandria di bestiame in attesa di essere massacrata dalle macchinazioni di folli neocon americani? Non ci sono leader politici, in Europa, a cui sia rimasto un briciolo di buon senso, un briciolo di integrità?

Se è così, attendiamo il nostro destino, perché a Washington non esiste nessuna umanità e nessuna intelligenza. E’ l’Europa che deve prendere l’iniziativa, ed in particolare, sono gli europei dell’Europa-centrale. E’ gente che i russi liberarono dai nazisti e che nel XXI secolo è stata aggredita molto più da Washington – quando cercava di imporre la sua egemonia nell’est Europa – che non da Mosca.

Se l’Europa riuscirà a liberarsi dal controllo di Washington, c’è ancora speranza per la vita. Altrimenti, siamo già come morti.

Articolo di Paul Craig Roberts

Fonte: https://comedonchisciotte.org/tocca-alleuropa-paul-craig-roberts-cosa-si-puo-fare-per-salvare-il-mondo/

LA GLOBALIZZAZIONE DELLA NATO
Guerre imperialiste e globalizzazioni armate
di Mahdi Darius Nazemroaya

La Globalizzazione della Nato

Guerre imperialiste e globalizzazioni armate

di Mahdi Darius Nazemroaya

"Questo libro è obbligatorio da leggere per coloro che si sono impegnati a invertire la rotta della guerra e della conquista imperialista da parte della più imponente macchina bellica del mondo" Michel Chossudovsky - Direttore del Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione

Originata dalla Guerra Fredda, l’esistenza della North Atlantic Treaty Organization era giustificata quale argine di difesa nei confronti di ogni minaccia sovietica nei confronti dell’Europa Occidentale.

Tale ragion d’essere è da lungo tempo svanita con il collasso dell’Unione Sovietica e la fine della Guerra Fredda. Nonostante ciò la NATO ha continuato a espandersi senza sosta proprio verso Est, in direzione del suo antico nemico.

La Jugoslavia in particolare ha costituito un punto di svolta per l’Alleanza Atlantica e il suo mandato. L’organizzazione ha mutato il proprio quadro strategico da difensivo in offensivo sotto il pretesto dell’umanitarismo.

Proprio partendo dalla Jugoslavia la NATO ha intrapreso il proprio cammino verso la globalizzazione, andando a interessare un’area di operazioni più estesa al di fuori del continente europeo.

Assurta via via sempre più a simbolo del militarismo statunitense e della diplomazia dei missili, la NATO ha agito come braccio del Pentagono ed è stata dislocata nelle zone di combattimento dove sono stati impegnati gli Stati Uniti e i loro alleati.

Dov’è finito l’originario scopo difensivo per cui la NATO è stata creata?
Quali sono i progetti occulti che sottendono a questa organizzazione?

Scopri la Globalizzazione della Nato,
tra Guerra imperialista e colonizzazione armata

Indice

Ringraziamenti

Prefazione. Le avvertenze di un consigliere del Segretario generale dell'ONU, di Denis J. Halliday

1 Uno sguardo d'insieme sull'espansionismo della NATO: prometeismo?
2 L'UE, l'espansionismo della NATO e il Partenariato per la Pace
3 La Jugoslavia e la reinvenzione della NATO
4 La NATO in Afghanistan
5 Il Dialogo Mediterraneo (DM) della NATO
6 La NATO nel Golfo Persico. L'Iniziativa per la sicurezza nel Golfo
7 La penetrazione nello spazio postsovietico
8 La NATO e gli alti mari. Il controllo delle rotte marittime strategiche
9 Il progetto dello scudo missilistico globale
10 La NATO e l'Africa
11 La militarizzazione del Giappone e dell'Asia-Pacifico
12 L'avanzata nel cuore dell'Eurasia: l'accerchiamento di Russia, Cina e Iran
13 Le controalleanze eurasiatiche
14 La NATO e il Levante: Libano e Siria
15 L'America e la NATO rapportati con Roma e gli alleati peninsulari
16 Militarizzazione globale: alle porte della terza guerra mondiale?

Note
Appendice. La strada per Mosca passa da Kiev

Fonti delle Illustrazioni

La NATO in Afghanistan - Anteprima di "La Globalizzazione della Nato"

La collocazione dell’Afghanistan ha sempre avuto un particolare significato.

Questa Nazione priva di sbocchi sul mare si trova esattamente in una posizione mediana all’incrocio tra Asia centrale, subcontinente indiano e Medio Oriente. Il Paese è importante per diverse ragioni geo-strategiche ed economiche.

Per prima cosa, l’Afghanistan costituisce uno snodo geo-strategico che va a lambire l’Iran, la ex Unione Sovietica e la Cina, rendendolo parecchio appetibile. Nel corso della sua intera storia quest’area geografica è servita da cuscinetto tra Iran, India e Cina. Più tardi, dopo essersi reso indipendente dall’Iran, l’Afghanistan ha rivestito la stessa funzione tra l’Iran, la Russia (e poi l’URSS) e l’India, a quel tempo ancora sottoposta al dominio coloniale britannico, successivamente divisa tra Repubblica dell’India e Pakistan. L’Afghanistan è il luogo ideale per inserire un cuneo tra le grandi potenze eurasiatiche e per stabilire una presenza militare permanente da cui lanciare future operazioni in tutto il continente.

In secondo luogo, esso rappresenta la porta di ingresso ai Paesi dell’Asia centrale ricchi di materie prime, che permette di bypassare i territori dell’Iran, della Federazione russa e della Cina. Ciò costituisce un fattore di notevole importanza poiché consente a forze extra-regionali come Stati Uniti o Gran Bretagna di usare questo Paese allo scopo di aggirare tali potenze rivali della regione. Per anni uno dei progetti più importanti per Washington e le sue corporation è stato un corridoio energetico che passasse in territorio pakistano e afgano, partendo dai campi petroliferi e dalle riserve di gas naturale dell’Asia centrale.

Le missioni di combattimento della NATO si sono concentrate in gran parte nel sudovest e nel nord-ovest dell’Afghanistan, proprio dove era stato progettato il percorso di una pipeline strategica che trasportasse petrolio e gas naturale dall’Asia centrale fino all’Oceano Indiano. Prima dell’11 settembre 2001 Washington era stata coinvolta in negoziati infruttuosi col governo talebano al fine di garantire la sicurezza per questo corridoio energetico in progettazione.

Per continuare a leggere, clicca qui: > La NATO in Afghanistan - Anteprima di "La Globalizzazione della Nato"

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