La storiella della “Vecchia Anfora”

Ogni giorno, un contadino portava l’acqua dalla sorgente al villaggio in due grosse anfore, che legava sulla groppa dell’asino, che gli trotterellava accanto.
Una delle anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio, perdeva acqua. L’altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne neppure una goccia.
L’anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto piu che l’anfora nuova non perdeva l’occasione di far notare la sua perfezione: “Non perdo neanche una stilla d’acqua, io!”.
Un mattino, la vecchia anfora si confidò con il padrone: “Lo sai, sono cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota. Perdona la mia debolezza e le mie ferite”

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La Vecchiaia avanza quando il “Gene Spazzino” smette di funzionare

La vecchiaia avanza quando il “Gene Spazzino” smette di funzionare.
Una ricerca guidata dall’Università “Tor Vergata” ha scoperto il ruolo del “gene Adh5”. Quando l’organismo invecchia, alcuni geni smettono di funzionare. Tra questi  c’è l’Adh5, su cui si è concentrata l’attenzione dei ricercatori dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” che, in collaborazione con il Danish Cancer Society Research Center di Copenhagen (Danimarca), hanno condotto uno studio pubblicato su Pnas.
Il gene Adh5 è responsabile della produzione della “proteina S-nitrosoglutatione reduttasi” (Gnsor), che ha una importante funzione anti-invecchiamento. Questo enzima si occupa infatti di “ripulire” l’ossido nitrico, la molecola che altrimenti modificherebbe funzioni e caratteristiche delle proteine a cui si lega. Con l’età la produzione di Gnsor diminuisce e l’ossido nitrico può operare indisturbato, producendo proteine nitrosilate – cioè da lui modificate – che si accumulano, divenendo col tempo sempre più faticose da smaltire per la cellula…

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Voglio essere una di loro…

di Beatrice Pesimena
Questa foto, che ho trovato nella rete, ha avuto un gran numero di like e condivisioni. Queste donne sono bellissime, complici, unite. Hanno passato una vita, sapendo tutto l’una dell’altra.
E sono rimaste bambine dentro. Ma sopratutto ridono, ridono alla vita, ridono della vita.
Io vorrei essere una di loro da vecchia. Magari non ci arrivo a quell’età e anche se ci arrivassi, una situazione così é anacronistica.
Ha il sapore del passato, di storie di donne e amicizie di una vita che oggi forse le puoi trovare ancora in un paesino disperso da qualche parte in Italia…

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